Milano
Addio cartongesso, ecco il policarbonato. Bencore, la rivoluzione parte da Milano

Giorgio Bianchini è sempre stato un uomo di numeri: "Quando faccio qualcosa mi emoziono. Ma alla fine i numeri raccontano sempre la verità"
di Fabio Massa
Giorgio Bianchini è sempre stato un uomo di numeri. "Quando faccio qualcosa mi emoziono. Ma alla fine i numeri raccontano sempre la verità, ed è con i numeri e l'entusiasmo che si fanno le aziende". Bianchini, 55 anni, dal 1990 al 1998 è stato CFO di Valentino, poi CFO di Astaldi, poi ancora nella moda, consigliere delegato di aziende del gruppo Ferragamo. Nel 2005 il ritorno nella sua terra natale, alla Benetti Macchine e alla presidenza della Bencore. "E' una realtà piccola, ma con tassi di crescita molto forti, che sta già cambiando le nostre città, a partire da Milano". Una sorta di rivoluzione (semi)trasparente, perché la Bencore si è inventata qualcosa che man mano, si sta diffondendo in uffici, edifici, case. Addirittura sui campi da calcio. "Abbiamo prodotto il palco della finale di Champions di Cardiff. Avete visto come ci saltavano su? Eppure era fatto di plastica leggerissima", spiega Bianchini. Perché l'innovazione è proprio questa. In pratica, si tratta di un foglio di policarbonato che viene lavorato in modo innovativo, "espanso" perché sia reso molto duro ma rimanga al contempo molto leggero. "A San Siro abbiamo fatto tutti gli uffici dell'Inter. Poi abbiamo fatto la sede della Boston Consulting Group, il Kilometro Rosso, stiamo rifacendo i negozi di Zara e le agenzie Mps - spiega Bianchini - A Torino le strutture della Fondazione Compagnia di San Paolo". Perché una rivoluzione (semi)trasparente? "Perché il materiale permette di far passare la luce, quindi gli uffici diventano luminosi. Sostituisce il cartongesso ma al contempo isola dai rumori. E poi non si degrada nel tempo. Non è trasparente, ovviamente, quindi c'è la garanzia di privacy, ma rende gli ambienti gradevoli appunto perché sono pieni di luce". Bianchini è un uomo dei numeri, si diceva. "Il fatturato è quello di una startup di successo, con fatturati che si sono incrementati esponenzialmente. I numeri non sono enormi, ma abbiamo fatto in 2 anni il 400 per cento. Siamo in crescita. Soprattutto sul mercato estero. Basti pensare che il 30 per cento del fatturato è in Italia, il 70 per cento all'estero. Di questo 70 per cento estero, la metà è negli Stati Uniti. Là sono affamati di tecnologie come la nostra, e devo dire che siamo molto contenti di poter fornire un prodotto tecnologicamente avanzato che piace tantissimo agli architetti, da Renzo Piano a Mario Bellini, da Boeri a Italo Rota allo studio HOK". Ora lo sviluppo passa però da alleanze: "Vorremmo trovare qualcuno che abbia una rete estera, specialmente negli Stati Uniti. Noi partiamo da Milano, ma vogliamo aprirci al mondo".
fabio.massa@affaritaliani.it