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Cosmesi 4.0, con AD-COM il Cremasco punta a riconoscimento di cluster avanzato

Cosmesi 4.0, con AD-COM il Cremasco punta al riconoscimento di cluster avanzato

Cosmesi. Una parola che per alcuni può simboleggiare un semplice vezzo femminile, ma che invece racchiude molto di più. Il mondo della cosmetica ha a che vedere sì con la bellezza, ma anche con lo stare bene con sé stessi, toccando corde ben più profonde del semplice aspetto fisico. Una storia lunga, quella della cosmesi, già nell’antichità si usava truccarsi, basti pensare a Cleopatra, ma che recentemente ha assunto una dimensione così rilevante da non risentire dei momenti di crisi.

Qualche numero? In Italia, quarto mercato in Europa, i consumi cosmetici hanno raggiunto i 10.152 milioni di euro nel 2018, il fatturato dell’industria cosmetica ha registrato un incremento del 2,1% sull’anno precedente, con un valore di 11.390 milioni di euro. 

Il settore dunque non solo va bene ma è fondamentale per il Paese e registra un trend in crescita, quando altri settori del Made in Italy hanno avuto una battuta di arresto per via della difficile congiuntura economia e dell’incertezza politica.

Dal punto di vista della produzione cosmetica, l’Italia ospita 1.300 imprese che danno lavoro direttamente a 35.000 persone, che arrivano a 200.000 in tutto se si somma la “filiera” cosmetica molto lunga a valle. Non tutti sanno però che l’industria cosmetica in Lombardia è di casa; è la regione con la più alta densità d’imprese cosmetiche, ospitandone oltre il 54%. All’interno del territorio lombardo, l’area del Cremasco, vanta un ruolo di primo piano nel settore della bellezza e cura della persona, oltre a presidiare l’intera filiera del make-up da monte a valle, riunendo più di 60 aziende del settore (tra cui produttori di cosmetici, di packaging e imprese che progettano e realizzano macchinari e impianti per il settore della cosmetica) dando lavoro a circa 2.700 dipendenti e producendo un fatturato di 680 milioni di euro nel 2017.

Non sorprende dunque che proprio qui sia nato il progetto AD-COM, fortemente voluto da un partenariato composto da 6 aziende, ovvero Ancorotti Cosmetics, Eurofins Biolab, Lumson, Omnicos Group, Regi e REI – Reindustria Innovazione, insieme a 2 università, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Milano. AD-COM ha ricadute sociali decisamente importanti, per questo motivo grazie all’Assessorato per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, ha potuto contare su un cospicuo finanziamento attraverso il bando Accordi per la Ricerca e l’Innovazione, a valere sui fondi POR FESR  2014 – 2020.

“AD-COM – spiega Ilaria Massari, direttore di REI - Reindustria Innovazione, capofila del progetto - scaturisce dall’emergere di alcune esigenze segnalate dalle aziende del Cremasco, appartenenti della filiera cosmetica. Si tratta di una filiera interconnessa e con specializzazioni differenti, dove le realtà aziendali collaborano tra loro per ottenere il prodotto finale di altissima qualità e sofisticazione. L’esigenza segnalata, da alcune aziende leader del territorio, era quella di investire a livello di filiera per ottenere una crescita di lungo periodo che prevedesse sia un miglioramento tecnologico che di conoscenza legata al capitale umano. La parola chiave è miglioramento. Di lì si è messo a fuoco un obiettivo strategico che potesse essere inclusivo, dove quindi a beneficiarne non fosse una singola azienda, ma che avesse ampie ricadute sulle aziende direttamente o indirettamente coinvolte nel progetto. Tra le azioni c’è poi quella di investire sui requisiti di cluster, per arrivare in futuro ad ottenere il riconoscimento ufficiale di cluster cosmetico lombardo. Questo distretto ha una dimensione internazionale perché ha connessioni con gli altri distretti nel mondo, tra cui la Cosmetic Valley in Francia, i Beauty Clusters a Barcellona e il Japan Cosmetic Center, grazie al ruolo internazionale dell’Associazione Polo della Cosmesi. L’internazionalità è un aspetto fondamentale per questo settore. Quello che si sta facendo con AD-COM è creare le condizioni affinché poi si arrivi al riconoscimento di cluster e per ottenerlo serve una forte spinta verso innovazione e ricerca. Questo riconoscimento è importante per valorizzare il settore a livello mondiale e per comunicare in modo efficace che in Lombardia c’è una forte conoscenza e competenza specializzata.”

“Lo sviluppo della filiera cosmetica – continua Ilaria Massari - è relativamente recente, pur avendo il settore cosmesi una storia antichissima, è cresciuto con il boom economico e ha una domanda sempre più sofisticata che richiede elevate performance produttive in termini di qualità, di personalizzazione, di sicurezza e di sostenibilità. C’è poi il tema occupazionale, numerose aziende hanno una crescita annua è circa del 11-12%. È un settore che non ha risentito della crisi, andando in controtendenza. Nel Cremasco c’è una richiesta elevatissima di risorse umane con competenze in ambito chimico, meccanico e biotecnologico ma anche operatori in grado di gestire processi produttivi industriali avanzati. Stiamo parlando di tecnologie 4.0 applicate al processo manifatturiero cosmetico. In questo settore si richiede tantissima creatività, per questo la capacità inventiva delle aziende si sta sviluppando e le imprese stanno investendo molto anche su industrial designer, inventori, creativi e figure che con un approccio multidisciplinare si possano occupare efficacemente del processo produttivo, tipico di aziende manufatturiere, anche pensando alla pianificazione ottimizzata della produzione e alla manutenzione. Questo progetto innesta nuova energia anche da questo punto di vista. Interessante anche il fatto che a ottobre a Crema partirà il primo percorso formativo post diploma ITS sulle produzioni cosmetiche 4.0, che favorirà il placement di risorse umane specializzate.”

A che punto è ora AD-COM?

“Il progetto è iniziato con una fase di mappatura dei processi aziendali, volta a fotografare lo stato dell’arte dei processi produttivi aziendali e della filiera. Sono state poi attivate una serie di analisi ad hoc attraverso azioni collaborative tra ricercatori e imprese. I gruppi di ricerca collaborativa sono 16, hanno degli obiettivi specifici che man mano vengono monitorati nel tempo e riguardano lo sviluppo di una maggiore efficienza produttiva con simulazioni in real time, lo sviluppo di modelli favorisce l’ottimizzazione dei processi, attraverso l’uso di algoritmi. Un altro tema molto importante attivato in parallelo è il focus sulle skills. È partita un’analisi sulle competenze presenti e mancanti in chiave industry 4.0 per fare emergere quali fossero le esigenze specifiche su cui andare a investire in termini di conoscenza e organizzazione del capitale umano in azienda. Solo così si può preparare il contesto organizzativo ideale per implementare le tecnologie 4.0, in linea con il concetto di human-centric manufacturing: tutti gli investimenti e le implementazioni vengono fatti ponendo l’uomo al centro, con un ruolo ripensato e ciò consentirà sia un miglioramento della qualità del lavoro che una riduzione delle mansioni alienanti.”

Come si riesce a raggiungere obiettivi così ampi?

“Per condurre tutte queste attività è stato creato un Osservatorio di ricerca, destinato a durare nel tempo. All’interno dell’Osservatorio si muovono i gruppi di ricerca collettiva e ci sono azioni di comunicazione e l’organizzazione di eventi. Mensilmente realizziamo dei talk tecnici che sono degli speech tardo pomeridiani di un’ora preceduti da un aperitivo di networking. Tutte le aziende e gli operatori interessati possono partecipare, sono incontri aperti e fondamentali un contesto di confronto e di maturazione delle esigenze. Sono momenti strategici e necessari per andare poi a implementare correttamente quello che serve. Da settembre i talk tecnici saranno itineranti e si svolgeranno direttamente nelle aziende, sempre uno al mese, per avvicinarsi sempre di più alle imprese e per entrare concretamente nel merito dello sviluppo aziendale. Con AD-COM siamo riusciti a creare un contesto in cui anche i piccoli imprenditori possono beneficiare delle ricadute positive del progetto. Per questo a fine settembre siamo stati invitati a raccontare la nostra esperienza a Cernobbio al World Manufacturing Forum, dedicato quest’anno alle competenze nel manifatturiero avanzato. Su questo tema, anche la filiera cosmetica made in Italy di PMI è un ottimo esempio a livello internazionale.”

AD-COM che ricadute sociali sta avendo?

“Le ricadute occupazionali sono decisamente importanti: ben 87 persone sono direttamente coinvolte nel progetto, tra cui 22 ricercatori (provenienti dai Dipartimenti di Ingegneria Gestionale, di Ingegneria Elettronica, Informatica e Bioingegneria del Politecnico di Milano; e dal Dipartimento di Scienze dell’Informazione, laboratorio Optlab di Ricerca Operativa dell’Università degli Studi di Milano). Delle 87 persone coinvolte, 37 sono donne, 43 sono under 35. Questa forte presenza giovanile è dovuta da un lato alle peculiarità del settore che richiama i giovani, dall’altro alla lungimiranza delle aziende che sono fortemente attrattive offrendo ottime prospettive di lavoro per i giovani.”

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