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Milano

Amianto, il comitato contro la sentenza: “Indegna, giustizia per le vittime"

"In questo paese se rubi una mela per fame vai in galera; se rubi migliaia di vite umane "il fatto non sussiste". Da quasi trent'anni il nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, insieme con numerose altre Associazioni, si batte perché i morti di amianto abbiano giustizia. Non sarà questa ennesima e vergognosa sentenza che ci fermerà". Così il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio commenta la sentenza d'appello che ha confermato le assoluzioni per i quattro ex dirigenti del Teatro alla Scala che erano imputati per omicidio colposo nel processo a Milano sulle morti di una decina di lavoratori esposti ad amianto al Piermarini, prima delle bonifiche dei locali.

Comitato: " E' come chiedere ad un fumatore di dimostrare quale delle migliaia di sigarette che ha fumato ha causato il suo tumore ai polmoni"

"Il ragionamento del Tribunale - scrive il comitato in una nota - è il seguente: poiché non è possibile stabilire con esattezza quale fibra (!!) ha dato il via al tumore (il mesotelioma pleurico) - la teoria della "trigger dose"- non è neanche possibile indi-viduare i colpevoli. E' come chiedere ad un fumatore di dimostrare quale delle migliaia di sigarette che ha fumato ha causato il suo tumore ai polmoni. Il fatto che l'esposizione continuata fa sì che dalle prime cellule cancerose si arrivi al mesotelioma (tuttora incurabile) è del tutto trascurata dai giudici di una magistratura che ha dimostrato negli anni che la sua principale preoccupazione è di non nuocere a datori di lavoro e dirigenti che, pur sapendo della pericolosità del killer amianto, hanno tranquillamente continuato a far lavorare gli operai senza informarli dei rischi (conosciuti fin dall'inizio del secolo scorso) e non hanno mai fornito protezioni adeguate".

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