Amri, individuata una rete di jihadisti tra Sesto San Giovanni e Cinisello
Imam salafiti e reclutatori di jihadisti tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. Individuata una rete di potenziali terroristi nel milanese. Legami con Amri
AMRI, PERQUISITE DUE ABITAZIONI AD APRILIA
Proseguono le indagini della Polizia di Stato tese a ricostruire l'eventuale rete di contatti italiani di Anis Amri, l'attentatore di Berlino ucciso in uno scontro a fuoco con due agenti a Sesto San Giovanni. Oggi sono state eseguite alcune perquisizioni domiciliari in provincia di Latina, ad Aprilia: nel mirino degli investigatori gli appartamenti di persone che il tunisino ha conosciuto durante i quattro anni di detenzione e che potrebbe aver visto o sentito anche dopo, magari ottenendone ospitalita'.
SI INDAGA SU UNA RETE TRA SESTO SAN GIOVANNI E CINISELLO BALSAMO
Ma intanto l'Antiterrorismo si concentra anche sul Nord e in particolare sul milanese. Non è passata inosservata la nonchalance con la quale si è mosso a Milano Anis Amri e sicuramente un altro elemento interessante per gli investigatori è quello della scelta della stazione di Sesto San Giovanni, non casuale, per trovare poi un mezzo che lo portasse presumibilmente verso Sud. Non sarebbe stata la prima volta di Amri a Sesto.
IMAM SALAFITI NEL MILANESE
Pochi giorni prima l'uccisione di Amri era già partita un'inchiesta sulla presenza di presunti reclutatori jihadisti nella zona del Nord milanese. In particolare, ci sarebbe nel mirino l'imam salafita Idriz Idrizovic, che opera su Cinisello Balsamo. Allo stesso tempo ci sarebbero anche altri personaggi che non sarebbero solo degli estremisti ma si impegnerebbero in prima persona per reclutare e instradare combattenti al Jihad. Il legame con Amri potrebbe esistere sul serio. E il tunisino tra Sesto e Cinisello avrebbe anche potuto essere alla ricerca di un appoggio logistico.
FORZA ITALIA: "C'È UNA CELLULA TERRORISTICA NEL NORD MILANESE?"
"Il camion che ha fatto una strage a Berlino è partito da Cologno Monzese. Amri è stato scoperto in piazza Primo Maggio a Sesto. E là si voleva nascondere. Qualche chilometro quadrato di terra in cui, evidentemente, si muove qualcosa di inquietante. Forse, dopotutto, via Padova none era il meglio di Milano, la Stalingrado d'Italia ed il suo modello di integrazione, quello della resa incondizionata, e la retorica di sinistra sull'accoglienza per tutti senza limiti non stanno funzionando. Adesso speriamo che le indagini siano veloci e facciano pulizia al più presto". Lo dichiara l'eurodeputato di Fi, Stefano Maullu.