Milano
"Arctic world archive": incontro con Tamborra e Tuccio a Milano
Finissage della mostra “Mi Tular - Io sono il confine” da Après-coup: il 7 giugno incontro con la fotografa Valentina Tamborra e Maurizio Tuccio
"Arctic world archive": incontro con Tamborra e Tuccio a Milano
In occasione del finissage della mostra “Mi Tular - Io sono il confine” di Valentina Tamborra, venerdì 7 giugno alle 19, presso la Galleria d’Arte Contemporanea Après-coup Arte Milano, via Privata della Braida 5, si terrà l'incontro: "Arctic world archive: tutta la memoria del mondo".
Incontro con la fotografa Valentina Tamborra e Maurizio Tuccio, Ceo & Business Development Manager e rappresentante di Piql, multinazionale norvegese leader in nanotecnologie, cyber security e long time preservation di qualsiasi tipo di dato digitale.
Per Valentina Tamborra, la fotografia significa prima di tutto memoria delle diverse esperienze effettuate nel mondo. Il percorso di ricerca intrapreso alle isole Svalbard - ancora in corso di svolgimento - l’ha resa testimone dei cambiamenti dell’Artico, la cui bellezza è destinata lentamente a scomparire in un futuro che non è prossimo ma che inesorabilmente arriverà. Attraverso gli scatti della mostra “Mi Tular - Io sono il confine”, Valentina Tamborra affronta il tema della memoria e indaga il tentativo dell’essere umano di conservarla, rappresentato alle Svalbard da luoghi come l’Arctic World Archive e il Global Seed Vault.
Di cosa si occupa Piql e cosa ha inventato
“L’idea e la filosofia del progetto di long time preservation pensate da Piql traggono ispirazione da un libro che esce in USA nel 2007, The Digital Dilemma. L’Accademia delle Scienze e della Tecnologia negli USA s’interessa subito al suo contenuto, che si riferisce principalmente alle modalità con cui conservare, in futuro, i contenuti digitali che la film industry si appresta a produrre, abbandonando la tradizionale pellicola in celluloide che fin dal 1895, data di prima uscita del corto Arrivée d’un train en gare de La Ciotat dei fratelli Lumière, aveva caratterizzato la nascita del Cinema.
Come sappiamo, la fotografia nasce alcuni anni prima, intorno al 1839. I fratelli Alinari di Firenze saranno i fondatori della più vecchia azienda al mondo, ancora operante a Firenze nel campo della fotografia. Molti dei capolavori digitalizzati che fanno parte del patrimonio storico fotografico di Alinari sono stati affidati alla tecnologia Piql e sono conservati nell’Arctic World Archive alle isole Svalbard.
Nel 2002, Piql aveva già inventato una macchina che aveva rivoluzionato la film industry mondiale, il Cinevator. Da quel successo planetario, ma settoriale, e dal dilemma del digitale scaturito dalle tematiche affrontate nel libro, i ricercatori Piql hanno pensato di cercare un sistema che, in futuro, garantisse di poter ritrovare integri e leggibili i nuovi prodotti della nostra era digitale: i bit.
La crescita dei dati digitali aumenta ogni giorno in maniera esponenziale. A partire dal piccolo bit, in informatica sono state realizzate delle unità di misura necessarie a valutare quanti di questi bit vengono prodotti annualmente dal genere umano. Quanti sono, dove e come conserviamo tutti questi bit? E, soprattutto, a che velocità crescono ogni anno? Ecco il dilemma.
Vint Cerf, uno dei padri di internet e attuale vicepresidente di Google, in una celebre intervista del 2015, in piena era digitale ha consigliato di stampare su carta le fotografie cui teniamo, ammonendo la comunità scientifica mondiale circa il rischio della putrefazione di bit. L’unico rimedio concreto che paventò in quel momento - e che ancora risulta attuale - era ed è stampare i bit su una sorta di pergamena papiro informatico.
Piql ha inventato il papiro/pergamena informatico per stampare i bit e preservarli per moltissimo tempo, costituendo così una sorta di futura Stele di Rosetta digitale da lasciare ai nostri posteri. Il supporto di conservazione è una pellicola che contiene dati digitali, testato attraverso studi universitari ed esperimenti di laboratorio per resistere alle radiazioni nucleari.
Dove? Alle isole Svalbard, all’interno dell’ARCTIC WORLD ARCHIVE, in una miniera di carbone dismessa, sotto il permafrost, è stata creata l’arca di Noè dove caricare tutta la produzione della conoscenza dell’umanità attuale e passata”.