Milano
L'Arte nel Cuore: da Roma a Milano passando per il set cinematografico

Daniela Alleruzzo racconta come è nata l'idea di fondare l’Associazione “L’Arte nel Cuore”, un'accademia unica al mondo
Tutto è nato dal sogno e dalla visione di Daniela Alleruzzo. Creare un'accademia di spettacolo rivolta a ragazzi disabili e normodotati che, insieme, possano esprimere le loro qualità artistiche attraverso un percorso formativo che li aiuti nello sviluppo delle loro potenzialità e che consenta all’Accademia di formare veri talenti accompagnandoli verso il raggiungimento di reali risultati professionali. Ma come è possibile tutto questo? Lo abbiamo chiesto proprio a Daniela Alleruzzo, Presidente dell’Associazione “L’Arte nel Cuore” onlus .
Che cosa è L’Arte nel Cuore per chi ancora non vi conoscesse?
E’ il primo progetto mondiale di formazione artistica per ragazzi disabili e normodotati. Un progetto che vede i ragazzi, tutti insieme, formarsi nelle varie discipline dell’arte. L'Arte nel Cuore è nata 13 anni anni fa con questa mission, la formazione nelle varie discipline dell’arte. Quando siamo nati mancavano strutture adeguate.
Come nasce L’Arte nel Cuore?
E' nata in un momento particolare della mia vita, quando ho perso un nipote acquisito, Andrea, che ci ha lasciati a soli 14 anni. In più avevo appena chiuso una relazione. Mi sono molto isolata, sono stata per mesi chiusa in casa da sola, fino a quando è nato in me il desiderio fare volontariato. Dovevo dare un senso alla vita per riemergere da quello che consideravo un fallimento. In un percorso di fede che ho fatto mi sono resa conto che volevo fare qualche cosa per chi era meno fortunato di me. Ho fatto volontariato per un po' di tempo, fino a quando ho avuto un'illuminazione: vedevo una struttura grande, dove c'erano ragazzi, disabili e non, fare insieme danza, recitazione, canto e dicevo dentro di me in preghiera che cosa è? Poi mi è venuta in mente la parola accademia. Ho cercato di capire se ci fosse già una struttura così, ma non c'era. Ci ho creduto, anche se i primi due anni sono stati durissimi. Tutti mi dicevano ti aiuto, ma ci sono state tante porte in faccia all'inizio.
Quali sono le vostre attività principali?
Recitazione, danza, canto, musica e tante altre discipline che attraverso un percorso accademico insegniamo ai nostri allievi. Inoltre a fine anno mettiamo in piedi uno spettacolo con tutte le discipline e facciamo vedere il talento di questi ragazzi. Una bella critica che ogni anno ci viene fatta è che se all’apertura del sipario si vede più distintamente chi è disabile e chi normodotato, dopo pochi istanti, quando lo spettacolo entra nel vivo non si nota più chi sono i ragazzi normododati e quelli disabili.
Siete sbarcati anche a Milano, come mai?
Abbiamo richieste da tutta Italia, moltissime a Milano, Abbiamo aperto una sede a Milano, due anni fa, che sta andando molto bene e che speriamo possa crescere come è cresciuta Roma.
Una suo progetto “del cuore”?
Sicuramente il film "Detective per Caso", si tratta di un un progetto che mi è rimasto nel cuore, che per fortuna siamo riusciti a realizzare e che presto sarà nelle sale cinematografiche di tutta Italia, è un progetto che ho voluto fortemente, unico, importante e diverso da tutti gli altri visti fino a oggi e che serve ad abbattere le barriere culturali e mentali che abbiamo soltanto noi in Italia. Rappresenta un sogno che sono riuscita a realizzare grazie anche al sostegno di Susi Zanon, mia collaboratrice che in questa progetto è diventata anche produttrice e a Guia Invernizzi Cuminetti, che è la produttrice che si è messa insieme a noi per realizzare questo progetto. Passione, amore, desiderio: ci siamo trovate a costruire questo film, il primo al mondo dove ragazzi disabili e normodotati allievi dell’Arte nel Cuore sono i protagonisti. Un film che non parla di disabilità. Abbiamo coinvolto anche tanti attori già famosi come Claudia Gerini, Paola Cortellessi, Lillo, Valerio Mastrandrea e tanti altri.
Siamo riuscite, tre donne, a rivoluzionare il cinema italiano.
La solidarietà è donna?
La solidarietà è nell’animo delle persone, anche gli uomini ovviamente se hanno la giusta sensibilità raggiungono risultati importanti. Forse la donna, come una mamma che quando crede in un figlio fa dei sacrifici e non si arrende fino alla fine, noi donne facciamo lo stesso quando vogliamo portare a termine i nostri progetti. In questo senso abbiamo una marcia diversa.