Milano

Atm cerca nuovi autisti, Bestetti (FdI): primo passo non risolutivo

Nicolo Rubeis

Bestetti: "A livello nazionale c'è da tempo una protesta da parte di tutte le sigle per chiedere l'aggiornamento del contratto collettivo"

Atm cerca nuovi autisti, Bestetti (FdI): primo passo non risolutivo




Marco Bestetti, consigliere comunale milanese di FdI e presidente della commissione Controlli Enti Partecipati, analizza l'audizione a Palazzo Marino del direttore generale di Atm Arrigo Giana. Una delle criticità maggiori, in questo momento, è legata alla mancanza di autisti visto che ne servirebbero almeno 300 in più. "Non credo che sia un problema di vocazione. Oggi si guarda con più attenzione alle condizioni di lavoro e per questo, come FdI, continuiamo a chiedere ad Atm di intensificare le iniziative di welfare aziendale" spiega Bestetti, che accoglie con soddisfazione l'attivazione di un contributo di tremila euro per le spese di affitto che Atm destinerà ai nuovi assunti attualmente residenti fuori dall'area metropolitana di Milano.

Bestetti, un primo passo?
Sì, che non sarà certamente risolutivo. Il costo della vita, dopo il Covid, è diventato insostenibile. Per questo chiedevamo da tempo di attivare misure di welfare aziendale per fidelizzare gli attuali dipendenti della società e per attrarne di nuovi. Investire sul personale è fondamentale per garantire alla città un servizio adeguato, soprattutto dopo i recenti tagli delle frequenze di ben 76 linee, che in alcuni casi hanno portato ad attese davvero lunghe.

E ora si va verso l'apertura di tutta la tratta della M4.
Non oso immaginare cosa potrebbe accadere, soprattutto ricordando già quanto è successo alla 73 dopo l'inaugurazione della tratta tra San Babila e Linate. L'assessore alla Mobilità Arianna Censi si è sempre trincerata dietro alle valutazioni tecniche. Ma le chiacchere stanno a zero. Per questo oggi ho formalizzato una nuova richiesta affinché Censi venga in commissione e dica in maniera chiara cosa ha in mente di fare sulle linee di superficie dopo l'apertura della M4. Le tendiamo la mano prima di iniziare a litigare, per trovare soluzioni e scongiurare nuovi tagli.

Cosa emerge, dunque, dalla fotografia fatta da Giana?
Che Atm è in affanno. Giana lo ha detto esplicitamente, sottolineando che il bilancio si chiude in pareggio soltanto grazie a iniziative estere come la gestione della metro di Copenaghen, operazioni, tra l'altro, che ho sempre sostenuto per diversificare il portafoglio dell'azienda. Non solo: le organizzazioni sindacali ci dicono che non c'è più quel legame e quel senso di appartenenza che c'è sempre stato tra Atm e i lavoratori.

Come si trovano gli autisti che mancano?
Un tempo bastava il blasone di Atm. Oggi, evidentemente, non più. Giana ci ha fornito una prima risposta, attivando il bonus per le spese d'affitto dei nuovi assunti. Bisogna insistere in questa direzione. Anche perché lo stesso Giana ha smentito che ci sia un nesso tra la riduzione delle corse e il numero dei conducenti, con cui però Atm aveva giustificato i tagli sulle linee.

E poi c'è sempre il tema degli stipendi...
A livello nazionale c'è da tempo una protesta da parte di tutte le sigle per chiedere l'aggiornamento del contratto collettivo. Poi c'è una battaglia che facciamo come Regione Lombardia sul fondo nazionale trasporti: la ripartizione deve tenere conto degli investimenti sul tpl che alcune Regioni fanno, come la Lombardia, a differenza di altre. Bisogna superare il criterio della spesa storica e introdurre parametri tarati sugli investimenti che si fanno. Il governo Meloni ha già previsto un incremento del fondo di 100 milioni per ogni anno. Una buona notizia. Si può fare ancora di più, superando questo meccanismo e premiando le realtà più meritevoli.







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