Milano
Ats Milano, en plein del Pd. Cinque su cinque nel consiglio. Bellomo critico

Agenzia territoriale sanitaria: presidente diventa Albero Fulgione, sindaco Pd di Liscate. Le altre nomine
En plein del centrosinistra per le nomine del Consiglio di Rappresentanza dei sindaci nell’ambito dell’Ats, la nuova Agenzia Territoriale Sanitaria (precedentemente chiamata Asl). Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, sono democratici cinque membri su cinque dell’organo di controllo. Il presidente è infatti Alberto Fulgione, sindaco di Liscate, membro del Pd. Il vice è un altro sindaco Pd, quello di Cornaredo, Yuri Santagostino. Poi c’è Andrea Checchi, primo cittadino di San Donato Milanese, dem anche lui. Infine Monica Chittò, sindaco uscente di Sesto San Giovanni. A questi si aggiunge un rappresentante dei sindaci lodigiani, Luca Marini.
“La scelta fatta – dichiara Andrea Orlandi, vicesindaco di Rho e Responsabile degli enti locali nella Direzione metropolitana – è andata nella direzione di controbilanciare gli effetti di una riforma sanitaria regionale non completamente condivisa. Gli amministratori eletti rappresenteranno tutti i territori al di là del colore politico. Ai cinque sindaci, cui spetterà di lavorare su importanti deleghe in tema sanitario e socioassistenziale - conclude Orlandi - va il mio in bocca a lupo”.
IL CENTRODESTRA: "SCELTA POLITICA CONTRO GLI INTERESSI DEL TERRITORIO" - Vito Bellomo, sindaco di centrodestra di Melegnano, commenta: "Prendiamo atto che, per la prima volta, per l'elezione del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci dell'ATS Metropolitana, i Sindaci del centrosinistra hanno deciso di non condividere la presentazione di una lista unitaria che fosse veramente rappresentativa di tutti i territori e di tutte le espressioni politiche. Questa mattina all'assemblea dei Sindaci, eleggendo cinque membri su cinque, hanno voluto dichiaratamente una rappresentanza 'politica' in contrapposizione alla Regione Lombardia, rifiutando la nostra proposta di poter rappresentare in maniera uniforme i Comuni. Hanno voluto una soluzione da segreteria politica che, evidentemente, serviva a mantenere equilibri di una sola parte politica. Un modo di concepire questi organismi che non mettono al centro il cittadino, anzi. Pur riconoscendo al centrosinistra la maggioranza e la presidenza del Consiglio, noi abbiamo chiesto un organismo che fosse di tutti e di tutti i cittadini. Per questo abbiamo deciso di non partecipare al voto. Questa scelta porterà inevitabilmente a una disgregazione e a un indebolimento dei singoli distretti territoriali. Noi continuiamo il nostro lavoro sul territorio per confrontarci sugli effetti della riforma per il bene delle comunità che rappresentiamo".
@FabioAMassa