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Automotive, Guidesi: "Neutralità tecnologica: una battaglia d'equità"
Guido Guidesi

Automotive, Guidesi: "Neutralità tecnologica: una battaglia d'equità"

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall'Unione europea in termini di mobilità non esiste soltanto l'elettrico, che rimane un'alternativa: "Le conseguenze della transizione non possono essere solo ambientali ma devono essere anche economiche. Per questo continuiamo a chiedere neutralità tecnologica" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi che ieri ha partecipato a Pamplona alla seconda conferenza dell'Alleanza delle 34 Regioni europee dell'automotive, che insieme rappresentano più di un terzo del Pil del continente. Nel documento sottoscritto la Lombardia, che nel 2025 avrà la presidenza dell'Alleanza, è riuscita a inserire dei passaggi sull'importanza di  "tenere conto delle varie soluzioni tecnologiche", dall'idrogeno ai combustibili alternativi anche per "mantenere e rafforzare la competitività" dell'intera catena dell'industria automotive europea. Una battaglia "di equità" che la Regione conduce da due anni anche in difesa degli oltre 15mila posti di lavoro del settore.

Guidesi, con che spirito ritorna da Pamplona?

Qualche passo in avanti c'è stato e sono coincisi anche con il voto del Parlamento europeo sulle vetture Euro 7. In Europa le differenze restano, ci sono ancora tante resistenze dovute agli impegni che, incomprensibilmente, ha indicato il commissario per il clima e il Green Deal europeo Frans Timmermans.

La Lombardia condivide gli obiettivi, ma vuole raggiungerli lasciando le proprie aziende libere di innovare.

Noi vogliamo assolutamente raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione ma in questi anni abbiamo imparato una serie di cose. Intanto che la mobilità non potrà essere solo esclusivamente elettrica, per motivi tecnologici e di fonte energetica. La valutazione ambientale sulle auto elettriche non può essere fatta solo sui mezzi ma anche sul loro smaltimento. Le scelte fatte da Timmermans indicando un'unica strada fanno sì che non tutti i cittadini europei potranno permettersi un'auto. E ci sono tante aziende che non possono fare la transizione. Lo sa bene chi come noi ha tutta la filiera della componentistica ma non ha i costruttori sul territorio. Così si mettono a rischio posti di lavori.

La partita sembrava chiusa. Anche grazie ai vostri sforzi oggi sembra riaperta.

Se dopo due anni si parla ancora di questo è sicuramente anche grazie a noi. Le conseguenze della transizione non possono essere solo ambientali ma devono essere anche economiche. L'automotive è un settore che da sempre rappresenta la fortuna delle nostre Regioni. E lo è perché le imprese hanno lavorato per raggiungere gli obiettivi ma nella piena libertà di azione che ci ha portato ad avere degli ecosistemi in grado di anticipare i tempi. Non siamo disposti a sacrificare la nostra leadership industriale a vantaggio di altri Paesi come la Cina.

Crede che, se verrà rispettata la neutralità tecnologica, la Lombardia potrà raggiungerà gli obiettivi di decarbonizzazione imposti entro il 2035?

Assolutamente sì. Anzi, attraverso la ricerca e l'innovazione sono certo che raggiungeremo quegli obiettivi anche prima, dando a tutti la possibilità di muoversi come vogliono, purché il loro mezzo non inquini.

Soddisfatto che altre nove Regioni italiane, comprese le 'rosse' Toscana ed Emilia Romagna, abbiano sposato la linea della Lombardia?

Credo che tutti siamo giustamente influenzati dalla filiera dalla componentistica e dalle ricadute economiche nei nostri territori. Sarebbe opportuno che riuscissimo tutti a influenzare anche i nostri gruppi politici europei di appartenenza, perché qualcuno ancora non ci è riuscito. Nel 2025 toccherà a noi la presidenza dell'Alleanza, proprio a un anno dal bivio del 2026. Continueremo a giocare la nostra partita in piena collaborazione con tutti, anche con chi non la pensa come noi.

Pensa che l'automotive sarà un tema centrale anche nelle prossime elezioni europee?

Non penso in termini elettorali ma la competitività dell'Europa dipenderà dal fatto che queste Regioni continueranno a essere territori manifatturieri. Collaborare e fare sistema sarà fondamentale per il progresso dell'Europa e per il mantenimento delle nostre specificità.

Le elezioni rimangono l'unica strada o crede sia ancora possibile far cambiare idea all'attuale commissione?

In questi anni noi abbiamo sottoscritto un Manifesto dell'automotive, sposato dalle altre Regioni italiane, e abbiamo prodotto con il nostro cluster lombardo uno studio che dimostra l'affidabilità dei carburanti rinnovabili. Il coraggio della Lombardia su questo argomento mi rende orgoglioso ma non penso che la commissione cambierà idea. La paura più grande di questa commissione, nei suoi vari paradossi, è sempre stata quella di affrontare la realtà e di fare un passo indietro a beneficio di tutti. Ma anche se non lo faranno, come Lombardia siamo convinti di essere riusciti ad aprire gli occhi a molti. E oggi in tanti hanno capito che avevamo ragione. Ora dobbiamo sperare che la nuova commissione sia più realista e liberale.

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