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Milano
Bassetti e Albertini, perché deve finire l'epoca dei manager
Gabriele Albertini

di Edoardo F. Scarpellini

Leggere in questi giorni le interviste di Piero Bassetti e di Gabriele Albertini lascia qualche rimpianto. Il rimpianto della Politica. Sono le interviste di un politico e di un imprenditore diventato politico. E' interessante vedere come si è evoluta, termine usato per indicare la prosecuzione temporale e non uno sviluppo, la Politica ma in generale la classe dirigente. Prima avevamo i politici di professione, gente preparata per fare quel mestiere, nel bene e nel male. Poi si è detto che la politica non doveva essere un mestiere (le ragioni sono ancora oscure) e si è passati agli imprenditori prestati alla politica. Infine si è arrivati ai manager prestati alla politica. Nel mentre ovviamente c'è la storia dell'uomo qualunque, ma quella è una favola, non certo storia. Oggi abbiamo manager in ogni posizione apicale della vita pubblica. Il Politico e l'imprenditore sono categorie viste con diffidenza.

Leggendo le interviste di Bassetti e Albertini mi è parso chiaro che la Politica può essere fatta solo da politici, o da imprenditori, ma sicuramente non da manager. Politici e imprenditori hanno in comune un fattore importante, sono l'espressione di una moltitudine (rappresentata dai votanti per i politici e dal mercato per gli imprenditori); sono quindi entrambi portatori di una visione, giusta o sbagliata, che per funzionare ha bisogno della pluralità. I manager sono invece espressione di una solitudine, termine usato in contrapposizione a moltitudine, perchè la loro gestione, e non visione, per essere attuabile deve anzitutto essere accettata da pochi. Il manager quindi difficilmente è portato a prendere posizioni nette, scelte rivoluzionarie, soprattutto di questi tempi. Perchè l'autoconservazione del manager è una questione individuale mentre l'autoconservazione del politico e dell'imprenditore è un questione plurale. Idem per i tempi, l'imprenditore e il politico parlano con una visione a lungo termine, anche qui basti leggere le sopra citate interviste, mentre il manager ha per necessità propria una visione a breve, massimo medio termine.

Stiamo entrando in un periodo in cui saranno necessarie scelte rivoluzionarie, abbiamo quindi bisogno di politici o, alla peggio, di imprenditori.

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