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Milano
Beppe Sala torna a processo per Expo. Quell'Expo che fu il suo grande successo
Giuseppe Sala

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Come abbiamo scritto ieri, Beppe Sala torna a processo per Expo il 17 settembre prossimo. Per un istante immaginatevi di venire da Marte, e di non sapere chi è Beppe Sala, di non sapere che cosa sono le elezioni e neppure che cosa è stato Expo. E vi raccontano, allora, che Expo è stato un successo, perché questo è stato: un successo che ha lanciato Milano. Poi vi raccontano che il manager che ha gestito l'evento, ovvero Beppe Sala, è stato trascinato in Tribunale per aver firmato un documento retrodatato che, per stessa ammissione della procura, non ha portato danno a nessuno e non ha favorito nessuno, ma che è servito per riparare a un errore e dunque riuscire a far aprire l'Expo di cui sopra. Sembra assurdo, no? Ma c'è di più. Perché il Tribunale, per non scontentare nessuno, ha deciso di condannare Sala ma con motivazioni che suonano ampiamente assolutorie. Vien da chiedersi perché non sia stato direttamente assolto. Ma c'è di più ancora. Perché Sala, condannato, ha ricorso in appello. Intanto però il reato è stato prescritto. E qui vien da chiedersi, sapendo che sarebbe incorsa la prescrizione, perché mai abbiano fatto tutto il processo di primo grado, ma è un dettaglio. Il ricorso in appello, come dicevamo ieri, cade proprio il 17 settembre. Alla prima udienza Beppe Sala, che intanto sta per entrare in campagna elettorale, e dunque sarà ancora più attento alla propria macchina comunicativa, dovrà decidere se aderire alla prescrizione e dunque chiudere l'intero iter assurdo che l'ha tormentato fino ad adesso, oppure rinunciare alla prescrizione. Se decide di avere la prescrizione sui giornali verrà fuori che è come Filippo Penati e bla bla bla, se invece decide di rinunciare alla prescrizione, si farà tutta la campagna elettorale tra un'udienza e l'altra, e può anche essere che la condanna (o l'assoluzione) arrivi proprio a ridosso delle elezioni. Che cosa sceglierà Sala? E uno che dovesse arrivare da Marte, capirebbe una situazione come questa? E perché siamo sempre a girare intorno ai tribunali ogni volta che si sente odore di urne?

fabio.massa@affaritaliani.it

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