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Milano
Buzzella (Confindustria): Le imprese lombarde stupiscono.Ma serve flessibilità
Francesco Buzzella, presidente Confindustria Lombardia

Buzzella (Confindustria): "Le imprese lombarde stupiscono. Ma serve flessibilità"

La produzione industriale della Lombardia rimane stabile nei primi mesi del 2023 e cresce rispetto al 2022. Tra i settori più dinamici ci sono l'artigianato e l'abbigliamento e nonostante un quadro internazionale complesso, tra la guerra e l'inflazione, le aziende continuano a dimostrare capacità di adattamento: "Le imprese della nostra Regione non finiscono mai di stupire" commenta il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. Le criticità comunque non mancano e arrivano tutte dall'esterno. Se i prezzi dell'energia si sono ormai raffreddati, con l'aumento dei tassi d'interesse "rischiamo una stagnazione sui nuovi investimenti. E questo sarebbe un danno".

Buzzella, per l'assessore lombardo allo Sviluppo economico Guido Guidesi bisogna prendere atto del fallimento della politica monetaria europea e pensare a nuovi interventi.

Sono d'accordo con Guidesi. C'è da chiedersi effettivamente se tutto questo movimento sui tassi porti più vantaggi per l'Europa o svantaggi. A differenza dell'America, dove l'inflazione derivava dalla domanda, da noi è un'inflazione da costo con gli aumenti dell'energia e delle materie prime. Quello che in qualche modo critichiamo è l'essere passati subito a tassi estremamente elevati in brevissimo tempo.

Serviva più flessibilità?

Quando un imprenditore si indebita al 7-8% deve pensare bene all'investimento che fa, che deve avere una buona resa per riuscire a ripagare capitali e interessi. Il vero freno è quindi sui nuovi investimenti. Secondo noi bisognerebbe avere delle garanzie europee sugli investimenti magari legati anche alla transizione, che permettano all'azienda di essere più tranquilla.

Le scelte dell'Unione europea, su tutte quelle legate per esempio all'automotive, finiscono spesso per penalizzare la Lombardia.

Sono spesso critico con alcune decisione di questa Commissione europea. Penso al nutriscore, alla mobilità, alla direttiva sull'aria o a quella sulla casa green oppure al regolamento sul packaging e all'automotive. Noi abbiamo un tessuto manifatturiero molto importante, qualunque direttiva che va a penalizzare l'industria penalizza l'Italia ma soprattutto la Lombardia. Potrei fare un esempio concreto.

Prego.

L'Italia primeggia in Europa sul riciclo e abbiamo filiere che si basano su questo. Poi esce un regolamento come quello sul packaging dove si dice basta riciclo, puntiamo sul riutilizzo. Logico che così vai a rompere tutto il sistema di equilibri e investimenti che fino all'altro ieri erano stati sposati dalla Commissione. Anche sulle auto siamo sempre stati molto critici sul fatto che non può esserci solo l' elettrico. Se ci sono dei target, perché - attraverso il principio della neutralità tecnologica - non si può aprire ad altre tecnologie per raggiungerli? In Lombardia abbiamo una grande industria della componentistica, andare ideologicamente solo su una soluzione tecnica lo riteniamo sbagliato. È come se un contadino ha un appezzamento in una zona desertica e decide di coltivare il riso. Noi siamo in questa situazione qui. Le trovo scelte ideologiche poco concrete e spesso non suffragate da elementi scientifici.

Il prezzo dell'energia, invece, incide ancora molto?

Sicuramente oggi è un po' fuori dai radar ma questo è ancora un tema. Soprattutto per i settori più energivori, come la siderurgia, la carta e la chimica, che sono quelli che ne risentono maggiormente. Si è creata quella che io definisco una 'concorrenza sleale' da parte di Paesi dove effettivamente l'energia costa molto meno.

Altro tema è quello dei costi. In Regione pensa che andrebbe aggiornato il prezziario?

Il meccanismo prevede che il prezziario venga individuato e fissato con una validità molto lunga. Visto che le condizioni cambiano ormai mensilmente, ci vorrebbe più flessibilità e un sistema maggiormente dinamico. Il prezziario deve comunque rispecchiare la realtà del momento. Per questo fissare prezzi per periodi lunghi rischia di penalizzare o favorire le imprese e di conseguenza avvantaggiare o svantaggiare il pubblico.  

Nell'ultima legislatura, in risponda alla pandemia, la Regione ha messo in campo il Piano Lombardia con 4 miliardi di euro da investire in opere pubbliche. Vi aspettate un altro Piano Marshall nei prossimi cinque anni?

Quello era un piano abbastanza complementare al Pnrr che per due terzi finanzia la transizione digitale ed ecologica. Sulle cose più 'piccole' arrivava in soccorso il Piano Lombardia. Già all'inizio legislatura sono stati aperti dei bandi, altri ne arriveranno. Tutto quello che in questa fase viene messo sul sistema produttivo dà leva e vantaggi non solo legati all’export ma anche alla domanda interna. Se venisse riproposto un piano di quel tipo non saremmo certamente noi a criticarlo.

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