Milano
Cinque cattiverie sulle elezioni. Fi flop a Lodi, M5S deja vu

Da Lodi a Sesto, dai centristi a Gori. Cinque cattiverie sulle elezioni in Lombardia
di Fabio Massa
LODI E DINTORNI/ Quota 3,86 per cento. Più che una montagna, l'altezza di un topolino. Forza Italia vale così, a Lodi, dove in base a una spartizione la candidata è Sara Casanova della Lega Nord. Un bel problema, il pessimo risultato degli azzurri, specialmente per Claudio Pedrazzini. Il capogruppo di Forza Italia in Lombardia è infatti stato eletto proprio nel collegio di Lodi. A questo punto, mormorano i maligni, dovrà fare un salto su Milano se punta ad essere rieletto. Ma nel collegio sotto la Madonnina è lotta durissima...
SESTO E DINTORNI/ Sapete chi è il primo degli eletti con 190 preferenze, del Movimento 5 Stelle? Si tratta di Vincenzo Di Cristo. Un volto non sconosciuto, per la politica sestese. Nel 2012, a marzo, difendeva a spada tratta la Landucci, candidata del centrodestra: "La Professoressa, nonna, mamma, capogruppo PdL Landucci, è sicuramente militante prima in Forza Italia e poi nel PdL, cattolica praticante da sempre e non dall'ultimo minuto per convenienza elettorale, appartenente alla corrente di Cl, quindi Formigoni e Lupi, ma non ci risulta di Compagnia delle Opere". Di Cristo, ex dipendente provinciale, ha una lunga militanza nel partito di Berlusconi. Ora rientra con cinque stelle sul bavero. Il nuovo che avanza.
DINTORNI DI SESTO/ Chissà se Monica Chittò si è resa conto che la sua campagna deve cambiare passo. Così, c'è chi le consiglia di ripartire dalle cose basilari. Ad esempio, frequentare i banchetti elettorali in città. Proprio quello che pare non abbia fatto per il primo turno.
IL CENTRO E DINTORNI/ Si respira euforia, di questi tempi, in Regione Lombardia e specialmente dalle parti dei centristi. In tutta la Regione, nella tornata di amministrative, pare che abbiano raggiunto e superato quota 5 per cento. Ovviamente, merito anche di Luca Del Gobbo, l'assessore regionale che ha dominato e stradominato nel magentino. A proposito, chissà che cosa succederà nel gioco della sedia, quando sarà il tempo di candidarsi nuovamente in consiglio regionale. Ma i vertici stanno già pensando a come evitare scontri sanguinosi. Forse per questo si saranno ritrovati Maurizio Lupi, Angelo Capelli e poi - sopravvenuto - Ignazio La Russa a pranzo nell'ultrachic Limone, a due passi dal consiglio regionale.
GORI E DINTORNI/ Chissà come l'avrà preso Alessandro Alfieri l'arruolamento - pare - di un "tecnico" del consiglio regionale in forza al Partito Democratico (prima di alcuni litigi), da parte di Giorgio Gori sindaco di Bergamo per il suo staff in vista delle regionali. Alcuni parlano di malumori ma chissà. Così come non è sfuggito il corteggiamento da parte di Gori di alcuni sindaci del Pd per la sua lista civica.
fabio.massa@affaritaliani.it