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Milano
Coronavirus, 270 operatori del Trivulzio a casa con sintomi
Pio Albergo Trivulzio

Coronavirus, 270 operatori del Trivulzio a casa con sintomi

Circa 270 operatori sanitari del Pio Albergo Trivulzio sono a casa con sintomi Covid, alcuni di loro gia' risultati positivi al tampone. Lo riferiscono all'AGI fonti rappresentative dei lavoratori della casa di riposo milanese, al centro dell'inchiesta della Procura per epidemia colposa e omicidio colposo. In tutto, oltre a medici, infermieri, operatori sociosanitari, lavoratori delle cucine, del magazzino e di altri ambiti all'interno della struttura principale, i lavoratori sono 900.

Alcuni degli operatori malati, tra cui un medico, sono ricoverati in gravi condizioni. E' sempre piu' complicato per gli operatori sanitari rimasti in servizio gestire i pazienti che continuano a restare divisi tra piu' reparti perche', al momento, non si e' dato corso all'idea, maturata qualche giorno fa, di riunire i reparti 'svuotati' dai numerosi decessi. "Solo stamattina - riferisce un'operatrice - sono morti due ospiti con sintomi Covid, il ritmo e' quello di cinque al giorno. Dal primo aprile siano intorno al centinaio di decessi".

Lunedì iniziano le audizioni

Inquirenti milanesi al lavoro anche nel fine settimana sulla quindicina di inchieste che riguardano le case di riposo flagellate da centinaia di morti con sintomi da coronavirus, solo in pochi casi certificato dai tamponi iniziati da qualche giorno. Lunedi' il pool guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano comincera' le audizioni in videoconferenza delle persone informate sui fatti anche nell'ambito dell'inchiesta che fa piu' 'rumore', quella sul Pio Albergo Trivulzio dove solo oggi, finora, sono morte 8 persone. Saranno chiamati a dare la loro versione anche medici, infermieri, oss. Oggi e domani studio serrato sulle carte attorno alle quali si gioca la doppia partita politica e giudiziaria. Tra queste, il documento firmato dal direttore generale, Giuseppe Calicchio, indagato per epidemia e omicidio colposi, in cui si parla dell'esistenza di una centrale unica regionale con la quale operava il Pat.

 Secondo il presidente della Regione, Attilio Fontana, sarebbe stata inoltre l'Ats a valutare, recandosi sul posto, se c'erano le condizioni per isolare i pazienti venuti 'da fuori' con gli ospiti. Interpellato dall'AGI, Walter Bergamaschi, il direttore dell'azienda territoriale sanitaria, si e' limitato a dire: "Non commento". Intanto, la situazione nella 'storica' residenza milanese e' sempre piu' critica. Secondo fonti sindacali, il numero degli operatori che sono a a casa in malattia coi sintomi del virus e' di circa 270 sui 900 lavoratori, compreso anche il personale non sanitario. Un medico e altri tra oss e infermieri sono ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Un'infermiera di 23 anni e' finita in Psichiatria dopo un violento attacco di panico. I reparti sono svuotati ma non sono stati accorpati, come si era ipotizzato nei giorni scorsi, il che, lamenta il personale sanitario, "rende ancora piu' faticosa le gestione visto che siamo a ranghi molto ridotti". Nel frattempo, il presidente del comitato vittime, Alessandro Azzoni, ha chiesto il sequestro della struttura, istanza che sara' valutata dai pubblici ministeri.

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