Milano
Coronavirus, bar e pub aperti a Milano dopo le 18 con servizio al tavolo

Locali lombardi aperti nell'area gialla, ma per evitare assembramenti, il servizio bar dovra' essere svolto al tavolo e non direttamente al bancone
Coronavirus, bar e pub aperti a Milano dopo le 18 con servizio al tavolo
In merito alla misure provvisorie adottate per arginare l'emergenza Coronavirus, "I bar e/o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande possono rimanere aperti come i ristoranti, a condizione che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall'esercizio", chiarisce Regione Lombardia, ricordando che "L'obiettivo dell'ordinanza che regola le prescrizioni per il contenimento del Coronavirus nelle aree regionali classificate come 'gialle '(ovvero valide su tutto il territorio regionale ad eccezione della 'zona rossa') e' quello di limitare le situazioni diaffollamento di piu' persone in un unico luogo. L'amministrazione sulla base delle valutazioni di ogni specifica situazione puo' dettagliare ulteriormente l'ordinanza in coerenza con l'obiettivo della stessa". "Nei ristoranti - chiarisce la nota della Regione - puo' entrare un numero contingentato di persone. Lo stesso, dunque, vale anche per i bar dove ci sono posti a sedere contingentati e che effettuano servizio al tavolo e non al bancone"
Fipe: “Bene allentare le restrizioni. Ora supporto a livello nazionale"
“Accogliamo con favore la scelta della Regione Lombardia di allentare le misure cautelative messe in campo per limitare gli affollamenti all’interno dei pubblici esercizi sul territorio di competenza. Eliminare le restrizioni sull’orario di chiusura per i bar e i pub che prevedono servizio al tavolo, a patto che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto, è un segnale molto positivo in ottica di una ripresa delle normali attività”. Così Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi. “Tuttavia chiediamo il supporto del Governo per la tutela di un comparto fondamentale per l’economia italiana, messo in ginocchio in tutto il territorio nazionale da questa grave situazione di crisi e che finora ha fatto la sua parte con grande senso di responsabilità attenendosi alle indicazioni delle autorità. - conclude Stoppani - Ad oggi, il fatturato dei pubblici esercizi in alcune aree è calato fino a punte dell’80% e secondo le nostre stime rischiamo di perdere nei primi 4 mesi dell’anno una cifra pari a 2 miliardi di euro. A questo si aggiungono le difficoltà di quelle attività, come i locali di intrattenimento, che a causa delle ordinanze non possono operare. Se la situazione non cambia in fretta si parla di oltre 20.000 posti di lavoro a rischio. In gioco c’è l’attrattività turistica Italiana e per questo chiediamo ai Ministeri competenti l’adozione di strumenti che possano aiutare il settore a ripartire più in fretta possibile: sospensione delle tasse, come già successo in occasione di calamità naturali, l’istituzione di un fondo di contributi per i titolari dei pubblici esercizi obbligati a sospendere le attività e l’estensione del Fondo di Integrazioni Salariali per tutte le aziende del settore in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna”.