A- A+
Milano
Coronavirus, Borghesi: "Politica inadeguata, il Paese rischia il default"
Borghesi

Coronavirus, Borghesi: "Politica inadeguata, il Paese rischia il default"

“Attenzione a non tirare troppo la corda con l’Europa. Se la BCE smette di acquistare i nostri titoli siamo in default. A cosa servono 15 task force con un totale di 450 esperti? I Coronabond? Una follia”. A tu per tu con Arnaldo Borghesi, già professore in Bocconi, a Venezia, Trento e Modena. È uno dei più noti esperti di Corporate Finance e Consulenza Aziendale in Italia. Già Amministratore Delegato di Lazard & Co, ha guidato i gruppi De Benedetti e Mittel e ha fondato la Borghesi Colombo & Associati. Attualmente è senior advisor di European House Ambrosetti.

Dott. Borghesi, la crisi dovuta al Covid sembra aver portato allo scoperto i problemi endemici del nostro Paese e la debolezza intrinseca della nostra classe politica. Qual è la sua opinione a riguardo?
Il Covid 19 ha reso definitivamente evidente l’incapacità di questo Governo e, più in generale, del sistema di governo del Paese (Stato/Regioni/Comuni, etc.) ad affrontare temi che non siano il rinnovo delle cariche di enti pubbliche e società a partecipazione pubblica o l’individuazione di chi è delegato a “spendere”. Nella gestione di una crisi sicuramente grave e difficile, forse non prevedibile in queste dimensioni, è invece emersa l’arrogante ignoranza e incompetenza di chi ci governa. Le 15 task force con un totale di 450 esperti hanno solo aumentato il livello di confusione.

Ma non le sembra che il consenso degli italiani per Conte sia aumentato?
Vedremo il consenso degli italiani quando, con modalità improvvisate, disordinate e fantasiose, inizierà la fase 2. Valuteremo il consenso degli italiani quando sarà chiaro il divario tra la politica degli annunci e gli interventi effettivamente realizzati. Più di ogni altro leader Conte ha utilizzato i media per comunicazioni istituzionali. Ma per dire cosa? Per annunciare decreti non ancora approvati, con i danni che ne sono conseguiti, per dirci “vogliamoci bene”, per attaccare l’opposizione, in una parola per fare propaganda a sé stesso.

Diversi economisti sono preoccupati della tenuta dei conti dell’Italia che vedrà quest’anno un aumento dal 135 al 155% del rapporto Debito/Pil...
Il dato in sé è ovviamente molto preoccupante, ma quello che desta più preoccupazione è la prospettiva di essere guidati da questo Governo, tra l’altro diviso al suo interno, con un’opposizione che non sembra in grado di dare prospettive significativamente migliori e comunque anch’essa divisa al suo interno. In questa situazione è difficile immaginare un percorso di rientro dalla crisi.

Fare ricorso al MES è la strada giusta?
Certamente sì per quanto riguarda i 37 miliardi destinati alla sanità, che possono essere spesi senza vincoli. Tra l’altro è una modalità coerente a tutte le altre forme di supporto comunitario, che vengono finanziate con emissioni di titoli di debito. Come dice chiaramente Carlo Cottareli, possiamo non chiamarli Eurobond, ma di fatto lo solo. E allora perché i soldi del MES non condizionati sono tabù? Circa invece ulteriori finanziamenti dal MES, bisognerà valutare le condizioni che verranno poste. Del resto, per un’impresa è normale chiedere finanziamenti dando evidenza dei propri conti, spiegando l’utilizzo dei fondi e le modalità di rimborso. È così anche nel decreto liquidità, dove ci sono condizioni per l’accesso, costi per la garanzia SACE, un’istruttoria di valutazione bancaria e un piano di rimborso con una durata media massima di 4 anni. Perché allora chiedere impegni all’Italia, che ha un rating all’ultimo livello dell’investment grade, dovrebbe destare scandalo?

Sembra che i Governi targati Conte abbiano adottato - ancor prima dell’emergenza sanitaria - un sistema di contributi a pioggia. Sussidi non finalizzati ad una politica di crescita...
Il reddito di cittadinanza è un’opera di ingegno finalizzata a comprare il consenso dell’elettorato. I “Coronabond” erano un’opera d’arte per proseguire su questa strada: un debito a 50 anni garantito solidalmente dagli altri Paesi UE e che, nella peggiore delle ipotesi, avrebbero pagato i nostri nipoti. Ma intanto alle prossime elezioni il Governo avrebbe consolidato il suo consenso.Ha sbagliato la Von Der Leyen a dire che i “Coronabond” era uno slogan. In realtà era una squallida strumentalizzazione di una tragedia planetaria.

E’ possibile che nel 2020 crollino ancora i ponti in Italia e che siano stati buttati via miliardi di euro per il Mose a Venezia? È questa la fotografia del nostro Paese?
Sì, è la foto del nostro Paese dal Nord al Sud, sia che si tratti di gestione privata che pubblica.Un quarto dell’Olanda è sotto il livello del mare, ma gli interventi effettuati permettono di resistere anche alle tempeste più forti. Venezia, con il Mose, concepito negli anni ’80 e mai finito, con una spesa di oltre 6 miliardi di euro, ha sperimentato pochi mesi fa un’acqua alta devastante.Senza trascurare gli 11 anni dal terremoto dell’Aquila. I terremoti in Italia non sono un fatto straordinario come non lo sono in Giappone, ma in Italia basta una scossa non forte perché case, scuole, edifici pubblici crollino con morti e feriti. E questo solo perché non erano, non sono e non saranno costruiti rispettando i requisiti antisismici e forse neppure i normali standard di costruzione.  Nelle emergenze gli italiani danno il meglio di sé e il loro governanti il peggio.

Parlando di grandi opere, non sarebbe meglio derogare al codice appalti, snellire la burocrazia e dare poteri ad un commissario straordinario?
Credo che, più che di commissari straordinari, che sono una risposta ad un’emergenza, avremmo bisogno di una articolata e radicale riforma di tutte le leggi, i regolamenti e i codici che frenano lo sviluppo del Paese. Bisogna riformare la giustizia, dando certezza al diritto, snellire la burocrazia, semplificare il fisco e coordinare tutte le leggi e i regolamenti che oggi vincolano e penalizzano le attività produttive, frenando la competitività delle nostre imprese.

Zingaretti ha proposto una patrimoniale sui redditi più elevati. È sostenibile?
Necessaria e auspicabile, a due condizioni: la prima che sia su tutti i patrimoni, soprattutto su quelli sommersi e creati illegalmente, percorso tecnicamente percorribile; la seconda è che si inserisca in un contesto di provvedimenti e di impegni – tra cui una seria lotta all’evasione fiscale, anche attraverso l’eliminazione o la riduzione sostanziale delle transazioni cash – atti a riequilibrare in via definitiva le finanze del Paese.

Parlando di Europa, come mai non sono decollati gli Eurobond? Non è attuabile un debito comune europeo?
Gli Eurobond sono la naturale conseguenza di auspicabili decisioni politiche che portino l’Europa ad un livello di coesione, coordinamento e quindi capacità decisionale e di controllo molto più stringenti. Una vera confederazione, con un corretto bilanciamento tra poteri centrali e poteri locali e con politiche fiscali armonizzate.

Com’è possibile che all’interno della UE esistano ancora dei paradisi fiscali?
Lo chieda ai nostri rappresentanti a Bruxelles. Dormivano probabilmente. Cosa hanno fatto per evitarlo e cosa stanno facendo per eliminare il problema?

Cosa ne pensa di un Governo Draghi? È attuabile?
Grande stima per Draghi, che ha governato in anni molto difficili conquistando anche la fiducia dei tedeschi. Ma noi siamo una democrazia e abbiamo bisogno di governanti eletti dal popolo che abbiano una maggioranza in parlamento. Non ripetiamo l’errore fatto con Monti.

Quale quindi la strategia per cambiare questo sistema italiano malato e far ripartire il Paese dando una speranza anche ai giovani?
Partirei da una premessa: una grande fette degli italiani vive nel non rispetto, parziale o totale, delle leggi. E’ una maggioranza trasversale, da Nord a Sud, dai più ricchi ai più poveri. E come maggioranza elegge un Governo che tutela i suoi interessi e che quindi è indifferente al fatto che leggi e regolamenti non vengano rispettati. Poiché questa maggioranza consuma di più di quello che produce, il Governo si rivale sulla minoranza che rispetta le regole (sempre, più piccola e sempre meno competitiva) e, per la differenza che non può comunque essere colmata, fa ricorso al debito.

Ma quindi c’è una speranza per il futuro?
A mio avviso sì, ma a condizione che scatti la consapevolezza nella maggioranza degli italiani che non è più possibile vivere borderline o nell’illegalità, che è finito il tempo dei Governi che fanno deficit per pagare le baby pensioni, gli invalidi che non esistono, i forestali che non lavorano o redditi di cittadinanza a chiunque. È finito il tempo del contante, della fattura n° 3 a fine anno, delle costruzioni abusive, dell’RC Auto non pagate.  Questo tempo è finito semplicemente perché sono finiti i soldi e, specie dopo la crisi in atto, anche la capacità di fare debito. Non è più nemmeno necessaria una conversione alla legalità, ma la semplice constatazione che ormai è rimasto poco da saccheggiare. Abbiamo sotto i nostri occhi come sono morti i nostri anziani nelle RSA e quanti studenti non sono riusciti a proseguire l’anno scolastico perché non avevano accesso a Internet o semplicemente non avevano il PC e vedremo quante imprese riusciranno a riaprire. Comunque sia, se la BCE dovesse smettere di comprare titoli di Stato italiani, già nel corso di quest’anno mancherebbero i soldi per pagare gli stipendi. E gli italiani lo hanno già capito bene, infatti detengono solo il 5% del debito pubblico. Mi chiedo con quale faccia Conte alza la voce in Europa, con quale diritto e con quale dignità… Speriamo quindi che la maggioranza degli italiani capisca. Che mandi a casa questi governanti e ne elegga di nuovi, competenti, professionali, onesti. Solo allora, dopo avere fatto un programma credibile, potremo essere ascoltati in Europa.

Commenti
    Tags:
    coronavirusarnaldo borghesifase due







    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.