Milano
Coronavirus, la fatturazione dei ristoranti cinesi a Milano crolla del 50%

Coronavirus, l'allarme dei ristoratori cinesi: fatturazioni giù sino al 60%. L'evento di solidarietà con esponenti di Regione Lombardia e Comune di Milano
Coronavirus, fatturazione dei ristoranti cinesi a Milano crollo del 50%
Il coronavirus e la psicosi generatasi costano ai ristoranti cinesi a Milano un dimezzamento del fatturato. Lo spiega Giovanni Mao, presidente della Italian Chinese Business Association, associazione che raduna gli imprenditori cinesi in Italia, nel corso dell'iniziativa 'Il Te' dell'Amicizia', promossa a Milano in un ristorante cinese: "Il calo di fatturato a Milano per i bar cinesi e' del 20%, per la ristorazione va ancora peggio con un calo del 50-60% , mentre per i negozi e supermercati e' del -40% circa e per l'abbigliamento del -35%".
All'iniziativa hanno preso parte esponenti di Regione Lombardia, con il vicepresidente Fabrizio Sala, di Forza Italia, con la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini e l'eurodeputato, Massimiliano Salini, e del Comune di Milano con il consigliere Franco D'Alfonso.
Wang Huijuan, la console generale cinese aggiunta a Milano ha auspicato che i voli da e per la Cina siano "ripristinati il prima possibile, sappiamo che i due governi si stanno parlando ma fino a stamattina non abbiamo avuto notizie. Ci sono italiani e cinesi che devono rientrare, quindi bisognera' trovare una soluzione". Il Governo cinese secondo la console "non si aspettava l'annuncio improvviso" dello stop dei voli "dal presidente Conte, le persone sono rimaste bloccate negli aeroporti". Infine Sandro Chen, imprenditore cinese e amministratore delegato dell'azienda catena di supermercati Aumai ha spiegato come "ai nostri dipendenti che sono rientrati dalle vacanze del Capodanno cinese abbiamo consigliato la quarantena volontaria di 14 giorni. Una misura che molti hanno seguito".
Gelmini: "Governo valuti risarcimenti"
"Noi abbiamo chiesto al Governo che possa immaginare un decreto nel quale prevedere, come chiedono le associazioni di categoria, dei risarcimenti per le attivita' particolarmente colpite, dalla moda, all'export passando per la ristorazione. Sono molti i settori colpiti, Confcommercio ha avanzato delle richieste che noi condividiamo e facciamo appello al Governo perche' vengano risarcite le attivita' particolarmente colpite", ha detto Mariastella Gelmini. Il coronavirus "e' sicuramente un problema ma non basta a dividere l'Italia dalla comunita' cinese che vive qui a Milano e nel nostro Paese - ha proseguito Gelmini -. Ci sono stati pochi casi, ma ci sono stati, di razzismo, dove la paura ha prevalso sulla civilta'. Noi vogliamo dire che nemmeno il coronavirus e' in grado di dividere, creare una tensione eccessiva, va bene avere delle precauzioni, prevenire, mettere in campo gli accorgimenti che l'Istituto nazionale di sanita' suggerisce ma non dobbiamo scadere in un allarmismo e nella fobia, che non servono e che fanno solo danno alle attivita' economiche. Dal punto di vista economico c'e' un danno molto pesante sulle attivita' cinesi ma anche per gli italiani".
Fabrizio Sala: "Smontare le fake news e sostenere l'economia"
Fabrizio Sala aggiunge: "I casi sono circoscritti e non frequentando ristoranti o negozi cinesi presenti sul nostro territorio si finisce per danneggiare tutta l’economia. Dobbiamo smontare le fake news o notizie ingigantite. Dobbiamo far capire a tutti che la comunità cinese non deve essere demonizzata, anzi, va sostenuta ancora di più in un momento come questo" - ha aggiunto Fabrizio Sala.
È di oltre 13 miliardi in nove mesi l'interscambio lombardo con la Cina sui 34 miliardi italiani. La Lombardia rappresenta, infatti, più di un terzo del totale nazionale (38,7%). L'import da solo vale circa 10 miliardi sui 24 nazionali (41%) e l'export 3 miliardi su 9 (33%).
"Ci auguriamo che presto in Cina riaprano fabbriche e scuole - ha proseguito Fabrizio Sala. Per la Lombardia la Cina è un grande partner economico con un forte interscambio commerciale ed è importante per noi dare un segnale di vicinanza al popolo cinese e di rassicurazione ai nostri connazionali, senza alimentare eccessi di allarmismi o psicosi ingiustificata".
"Collaboriamo con la Cina sul piano economico e istituzionale e abbiamo bisogno che questo rapporto riprenda al più presto. Ci sono parecchie aziende italiane in Cina e ci sono anche imprenditori cinesi che hanno aziende italiane. Economicamente è fondamentale che tutto si risolva nel più breve tempo possibile” – ha concluso Fabrizio Sala.