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Coronavirus, pronti i kit diagnostici e sono interamente Made in Lombardia

Coronavirus, pronti i kit diagnostici e sono interamente Made in Lombardia

Da quel fatidico 21 febbraio, quando è stato annunciato il primo caso di Coronavirus in Lombardia, tutto è cambiato. Non viviamo più come a gennaio, non facciamo la spesa come a gennaio, in poco più di un mese una piccola molecola virale ha creato scenari difficilmente immaginabili. In questo lasso di tempo, dove la maggior parte delle persone ha dovuto fare i conti con le quattro mura della propria abitazione, la ricerca non si è fermata un attimo, anzi. E i risultati non sono tardati. L’azienda DIA.Pro Diagnostic Bioprobes ha sviluppato e sta producendo i primi lotti di kit diagnostici per il COVID 19 completamente sviluppati a Milano. Perché se è vero che la Lombardia è stata travolta da un’emergenza fatta di numeri spaventosi di contagi e di decessi, è anche vero che non è una regione che sta con le mani mano. Ne abbiamo parlato con Edoardo Marchisio, Markeing&Sales Director di DIA.Pro Diagnostic Bioprobes Srl.

L’emergenza Covid19 impone risposte rapide e tempestive, come la sua azienda ha sviluppato questi kit diagnostici e quanto tempo è servito?

La nostra azienda lavora da più di venti anni nello sviluppo e produzione di test diagnostici per le malattie infettive virali e batteriche umane. Poiché esportiamo i nostri prodotti in tutto il mondo, alla fine di gennaio abbiamo iniziato a ricevere notizie molto allarmanti sull’Infezione da COVID-19 da parte dei nostri partners cinesi. Grazie anche all’opera informativa che svolgevano i nostri contatti locali, che ci aggiornavano di giorno in giorno sull’evolversi della situazione in Cina e delle misure sempre più stringenti che venivano assunte, abbiamo compreso velocemente la gravità delle conseguenze a cui tutto il mondo sarebbe andato incontro atteso che alla luce della circolazione di popolazione per lavoro o turismo il virus sarebbe sicuramente arrivato in Europa. Purtroppo, il COVID-19 è arrivato in Italia prima dell’atteso e ci ha colpito con una violenza terribile.

Ora che i kit sono pronti quali saranno gli step successivi?

Stiamo distribuendo gratuitamente i kit in svariati centri di ricerca e ospedali italiani ed esteri per avere conferma delle performances e della reale utilità per il personale medico e per le istituzioni pubbliche.

Come funzionano esattamente i kit?

Abbiamo sviluppato due tipologie di kit diagnostici. Una tipologia ha il compito di rilevare la presenza degli anticorpi IgG ed IgM nel sangue del paziente. Gli anticorpi IgG, che sono quelli che mostrano la risposta del sistema immunitario e che forniscono la cosiddetta immunità contro il patogeno, possono avere un utilizzo nel valutare la possibile “guarigione” del paziente e la sua successiva resistenza al virus. Gli anticorpi IgM sono sviluppati, invece, nelle prime fasi dell’infezione ed una loro rilevazione potrebbe (sottolineo potrebbe perché è tutto da dimostrare ancora) avere un utilizzo pratico nelle scelte dei clinici nel trattare il paziente sintomatico. Da sottolineare il fatto che questi kit sono facilmente adattabili per il loro utilizzo con strumentazioni automatiche molto comuni nei laboratori di analisi di tutto il mondo e che possono permettere test di massa sulla popolazione. Una seconda tipologia di kit che abbiamo sviluppato è basata sull’amplificazione dell’acido nucleico del virus e serve per determinare la presenza del virus nei tamponi naso/faringei che oramai tristemente tutti conosciamo bene.

A chi sono destinati? Come e quando verranno distribuiti?

I destinatari dei nostri kit sono i laboratori pubblici o privati ospedalieri specializzati nella diagnostica delle malattie infettive. Abbiamo attualmente in magazzino il primo lotto di kit. Una volta validati inizieremo la produzione di massa fornendo i kit a tutti i centri clinici interessati. La nostra capacità produttiva di kit per la rilevazione degli anticorpi è molto alta, possiamo produrre centinaia di migliaia di test alla settimana. Una problematica che purtroppo stiamo affrontando è che la situazione attuale provoca forti ripercussioni sul trasporto delle merci con conseguenti ritardi nelle consegne delle materie prime e nelle spedizioni nazionali ed internazionali. Speriamo di non essere limitati nella nostra produzione da questi problemi e di poter quindi aiutare i laboratoristi ed i medici in prima linea a caratterizzare meglio i diversi stadi della malattia. Un ulteriore utilizzo dei nostri test è che possono aiutare ad individuare soggetti guariti che hanno sviluppato una grande quantità di anticorpi contro il virus. Gli anticorpi di questi soggetti, opportunamente trattati, potrebbero diventare un’altra arma per combattere l’infezione.

Si sente sempre più spesso parlare di diagnosi rapida e kit diagnostici, ci può dare qualche elemento per meglio orientarci in un campo così tecnico?

Dobbiamo fare molta attenzione a valutare la qualità dei reagenti diagnostici che vengono proposti sul mercato. Ritengo fondamentale che le nostre istituzioni sanitarie, sul modello del CDC di Atlanta americano, creino delle commissioni speciali di esperti che valutino velocemente le performance reali dei kit messi in commercio. Vedo sui giornali troppi articoli che parlano di reagenti diagnostici senza che si approfondisca l’origine e la bontà delle valutazioni delle performance effettuate. Tutti possono immaginare che volume di affari si nasconda dietro la diagnostica del COVID 19 e che appetiti sviluppi.

La sanità lombarda è sotto osservazione in questo momento, cosa secondo lei poteva essere fatto meglio e cosa invece ha funzionato bene?

Lascio la valutazione agli esperti del settore quando l’emergenza sarà finita. Ora è il momento di sostenere i nostri medici, infermieri e personale sanitario che combatte il virus ogni giorno. Dopo verrà il tempo dell’analisi e della ricerca di eventuali errori e responsabilità di politica ed istituzioni. La cosa fondamentale per noi Italiani sarà NON dimenticare l’esperienza terribile che stiamo vivendo e trarne dei giusti consigli per migliorarci personalmente e migliorare il nostro paese che è stupendo e pieno di risorse.

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