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Milano
Covid colpisce il Banco Alimentare che corre ai ripari con una card per donare

Covid colpisce il Banco Alimentare che corre ai ripari con una card per donare

Come si può donare la spesa a chi ne ha bisogno se oggi, causa coronavirus, è più difficile fare la spesa e soprattutto se bisogna limitare i contatti? Come si possono raccogliere oggi le 8100 tonnellate di cibo raccolto nel 2019 se i supermercati aderenti sono sensibilmente diminuiti? Fondazione Banco Alimentare, in concomitanza con la tradizionale Giornata della Colletta Alimentare, ha pensato di sostituire il gesto della donazione di un sacchetto pieno di beni di prima necessità con una donazione economica tramite card. "Le restrizioni non limitano il bisogno di milioni di famiglie, anzi, lo rendono ancora più urgente" si legge sul sito della Fondazione, ed è per questo che quest'anno (è il ventitreesimo, ndr) essa ha voluto organizzare la Colletta Alimentare studiando un nuovo metodo, cioè spalmando il periodo di raccolta su più giorni, poiché: "in questa situazione particolare e con una modalità radicalmente nuova di fare la Colletta - ha detto ad Affaritaliani.it Milano Ambrogio Rizzi, responsabile della Colletta Alimentare per la Lombardia - era evidente che in un giorno solo il raccolto sarebbe stato meramente simbolico: Banco Alimentare ha dunque voluto sostituire la Giornata della Colletta Alimentare con un periodo più lungo, dal 21 novembre all'8 dicembre". Il sistema delle Charity Card Banco Alimentare, il cui acquisto, alla cassa o online, è una donazione alla Fondazione, non collide affatto con lo spirito e l'obiettivo di Banco Alimentare che è da sempre quello non già di raccogliere fondi per poi comprare e distribuire la spesa a chi ne ha bisogno ma quello di distribuire, dopo la raccolta, la spesa donata da altri. Per fugare ogni dubbio, Rizzi ha chiarito che la Fondazione non reinvestirà direttamente la somma raccolta, ma che, una volta scaduti i giorni per effettuare la donazione, ciascuna catena di supermercati conterà l'ammontare delle card in loro possesso e che, dopo indicazione della Fondazione, fornirà ad essa i beni di prima necessità indicati per un valore economico pari a quello raccolto dalla catena con le Charity Card.

Questo sistema, però, non risolve tutte le difficoltà: innanzitutto i punti vendita aderenti sono sensibilmente calati rispetto all'anno scorso (si parla di quasi un 50% in meno per la Lombardia, dove l'anno scorso ne sono stati coinvolti più di 1800), a causa del fatto che quest'anno, diversamente dagli anni precedenti, ogni catena di supermercati ha deciso se aderire o meno all'iniziativa e, in caso favorevole, ha scelto autonomamente, in base ai dati di maggiore affluenza, in quali punti attivare la collaborazione con la Fondazione. In particolare, nella zona nord-ovest di Milano (comprendente i comuni di Baranzate, Bollate, Bovisio Masciago, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Limbiate, Nova Milanese, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Senago e Varedo) dei 59 supermercati aderenti lo scorso anno solo 20 (per ora) parteciperanno, mentre è ancora più drastico il calo nella zona Olona (il basso varesotto, da Albizzate fino a Legnano e Magenta), dove per ora sono previste 38 partecipazioni rispetto alle 144 dello scorso anno. Inoltre, mancherà fortemente all'iniziativa l'apporto dei volontari (l'anno scorso, su tutto il territorio nazionale sono stati 145.000): il 28 novembre, giornata simbolo di quest'anno per la Colletta Alimentare, saranno consentiti solo tre volontari per turno ma solo nelle regioni zona-gialla, mentre per le altre vi sarà solo la possibilità di partecipare tramite la donazione con Charity Card.

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