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Covid, il fronte si sposta a Milano: oltre un terzo dei contagi lombardi
Covid a Milano

Covid, il fronte si sposta a Milano: oltre un terzo dei contagi lombardi

Covid, preoccupano i numeri in crescita in tutta Italia, in Lombardia i riflettori si accendono soprattutto su Milano. Il capoluogo lombardo, compresi i Comuni della sua provincia, ha fatto registrare ieri 440 nuovi contagi sui 1080 complessivi a livello regionale. Il fronte più delicato, per le ricadute che ha a livello sociale, appare quello delle scuole. Nell'ultima settimana, dal 5 all'11 ottobre, l'Ats di Milano ha ricevuto segnalazioni di 175 casi positivi nelle scuole: si tratta di 147 alunni e 28 operatori scolastici. Di questi 175 casi positivi, 103 sono di Milano citta', 65 di Milano provincia e 7 della provincia di Lodi. Il numero totale di persone isolate, dopo le infezioni segnalati a scuola, invece, e' di 2.895: 2.811 alunni e 84 operatori scolastici.

Catena (Sacco): "Milano oggi rischia"

E' forte il richiamo giunto oggi da Emanuele Catena, direttore della terapia intensiva del Sacco di Milano, su Sky Tg24:  "Ci sono elementi di forte preoccupazione. Non tanto legati al numero dei ricoveri in terapia intensiva, ieri in Lombardia avevamo 63 ricoveri nelle nostre rianimazioni, ma a preoccuparci e' l'andamento dei ricoveri. Da qualche giorno assistiamo a un aumento esponenziale delle richieste, tre giorni fa avevamo quattro ricoveri in piu', poi ne abbiamo avuti otto e ieri ne abbiamo avuti undici. In queste ore la pressione e' molto forte. Se immaginiamo di proiettare questo trend nei prossimi giorni e nelle prossime settimane potremo trovarci dalle attuali poche decine di pazienti ricoverati alle centinaia. Questa situazione potrebbe potenzialmente diventare molto esplosiva e allarmante". "Possiamo interrompere l'andamento esponenziale della curva - ha aggiunto - se tutti quanti siamo molto scrupolosi nell'osservare le regole che ci sono state date".  "I ricoveri che abbiamo avuto in terapia intensiva in questi giorni - ha aggiunto Catena - si caratterizzano per una riduzione della fascia di eta', qui al Sacco abbiamo ricoverato pazienti che vanno dai cinquanta ai sessanta anni. Sono pazienti meno gravi rispetto alla prima ondata. Le manifestazioni cliniche sono identiche ma ad oggi la mortalita' e' molto piu' contenuta". "Secondo la mia opinione personale Milano rischia. A differenza della prima ondata, dove Milano in qualche modo era stata piu' o meno risparmiata, in questo momento Milano sicuramente e' a rischio, come altre zone ad esempio Monza o Varese. Milano e' da tenere sotto stretta osservazione". "Ci rendiamo conto - ha spiegato - che le zone da cui vengono i pazienti sono zone della citta', e' importante monitorare anche il numero dei ricoveri nei reparti di degenza di malattia infettiva e nei reparti di terapia sub intensiva". "Secondo me - ha concluso - se si dovessero verificare dei numeri molto allarmanti, gli ospedali non dovrebbero essere trasformati totalmente in ospedali Covid. Avere a disposizione i letti in Fiera e' una fondamentale scialuppa di salvataggio e questi all'occorrenza vanno utilizzati"

Sala: "Didattica a distanza? Bene Azzolina ad opporsi"

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è schierato ieri con il ministro Azzolina che si è opposta all'idea di un ritorno alla didattica a distanza da casa, perlomeno per le scuole superiori: "Non sono d'accordo, non mi sembra una cosa corretta, cercherei di tutelare l'idea della presenza a scuola e poi vedremo. La ministra Azzolina ha fatto benissimo ad opporsi".

I medici: "Preoccupati per la recrudescenza autunnale del virus"

Ieri, la lettera-appello sottoscritta da  circa 600 tra sanitari, medici e infermieri di Bergamo e della Lombardia, diffusa dall'Ordine dei medici della provincia: "Siamo preoccupati per la recrudescenza autunnale dell'epidemia, serve una risposta delle istituzioni, quella messa in campo sinora non e' sufficiente".  "Siamo ora preoccupati per la recrudescenza epidemica autunnale prospettata dall'Oms - scrivono - gia' osservabile in diversi Paesi europei, che avverra' contestualmente all'insorgenza delle abituali virosi stagionali. Lo scenario prevedibile sara' caratterizzato da un notevole aumento di richieste di prestazioni e di azioni sanitarie. Il rischio e' che l'intero Sistema venga messo ancora una volta sotto stress estremo, ritardando la cura di altre patologie. Per arrivare ad una gestione efficace e ordinata degli eventi non puo' bastare la sola disciplina della popolazione, che ci ha consentito di uscire dalla fase di crisi e di immaginare una nuova normalita', ma serve una coordinata e lungimirante risposta delle istituzioni preposte, quella messa in campo sinora non e' sufficiente". Nella lettera si chiedono poi una serie di misure negli ospedali (riduzione delle liste di attesa per pazienti cronici oncologici, percorsi rapidi per curare al di fuori delle strutture i pazienti Covid) che azioni extraospedaliere come diagnosi dei tamponi entro un massimo di 24 ore, cliniche mobili per cluster epidemici, la rimodulazione della ex guardia medica per creare una reale continuita' assistenziale, la figura dell'infermiere di comunita', la definizione di comportamenti chiari per imprese e scuole per casi di Covid.

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