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Csm, una nuova bufera parte dalla Procura di Milano

Csm, una nuova bufera parte dalla Procura di Milano

Nuove ombre sul Csm, tra lettere anonime, calunnie, invio di atti giudiziari coperti da segreto, con il coinvolgimento della Procura di Milano in primis. Lo riportano oggi alcuni quotidiani, parlando di una nuova possibile bufera per il Consiglio superiore della magistratura. Secondo le ricostruzioni della stampa, sarebbe stato proprio Paolo Storari, pm a Milano, a consegnare un anno fa i verbali ancora segreti all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, senza informare i propri capi, a partire dal procuratore Francesco Greco, e anzi allo scopo di tutelarsi da essi. I verbali, tuttora segretati, sono quelli resi in cinque occasioni nel 2019 da Piero Amara, l'avvocato siciliano arrestato nel 2018, indagato per i depistaggi dell'inchiesta Eni e per vari episodi di corruzione di giudici, 2 anni e 8 mesi di patteggiamento, e coinvolto anche nelle vicende dell'ex pm romano Luca Palamara, radiato dalla magistratura e accusato d'aver pilotato nomine in cambio di regali e favori. Pochi mesi dopo che i verbali erano stati consegnati da Storari a Davigo, e mentre le indagini erano in corso, alcuni giornali iniziarono a riceverli con una missiva anonima che ne sollecitava la pubblicazione. A spedirli - scopre ora la Procura di Roma - fu Marcella Contrafatto, impiegata del Csm nella segreteria dell'allora consigliere Davigo, ora indagata per calunnia, perquisita a casa e in ufficio due settimane fa dai pm che nel computer hanno trovato copie degli atti spediti. Verbali che, tra l'altro, riguardano anche l'ex premier Conte, all'epoca presidente del Consiglio, come ricostruisce Ansa.

Oltretutto nei mesi scorsi ad alcuni giornali sono stati consegnati i verbali. A spedirli l'impiegata alla segreteria dell'allora consigliere Davigo che e' stata iscritta nel registro degli indagati dai pm di Roma, dove l'indagine e' arrivata da Perugia e Milano per competenza territoriale, per l'accusa di calunnia. Nel corso di una perquisizione domiciliare gli investigatori avrebbero trovato nel suo pc copie degli atti inviati ai giornali. Nel corso degli interrogatori Amara avrebbe fatto nomi di magistrati che si sarebbero rivolti a lui per ottenere promozioni e avrebbe tirato in ballo anche l'ex premier Conte al quale, a suo dire, avrebbe fatto ottenere tra il 2012 e il 2013 consulenze dal gruppo Acqua Marcia Spa per circa 400 mila euro. Amara, inoltre, avrebbe raccontato al pm di Milano di fare parte di una fantomatica loggia segreta, denominata Ungheria, di cui farebbero parte magistrati, tra cui l'ex consigliere del Csm, Sebastiano Ardita.

Giustizia: Davigo, ho informato chi di dovere 

"Ho informato chi di dovere. Non ho nulla da aggiungere". Cosi' all'AGI l'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo sul caso del pm di Milano Paolo Storari che gli fece avere i verbali delle dichiarazioni rese ai magistrati dell'avvocato Pietro Amara. Per Davigo "non c'e' stato nulla di irrituale": Storari si rivolse a lui per "autotutela" perche' in procura non gli consentivano di procedere all'iscrizione delle notizie di reato scaturite dalle dichiarazioni di Amara.

Giustizia: Pg Salvi, diffusione verbali grave violazione

"Ne' io ne' il mio ufficio abbiamo mai avuto conoscenza della disponibilita' da parte del consigliere Davigo o di altri di copie di verbali di interrogatorio resi da Piero Amara alla Procura di Milano". E' quanto sottolinea in una nota il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi in merito alla vicenda di diffusioni di verbali di interrogatorio che ha portato anche alla sospensione di una funzionaria in servizio al Consiglio superiore della magistratura. "Di cio' ho appreso solo a seguito delle indagini delle procure interessate e della conseguente perquisizione nell'ufficio di una funzionaria amministrativa - ha spiegato il pg della Suprema Corte componente di diritto del Csm - si tratta di per se' di una grave violazione dei doveri del magistrato, ancor piu' grave se la diffusione anonima dei verbali fosse da ascriversi alla medesima provenienza".

"Nella tarda primavera dell'anno passato, il consigliere Piercamillo Davigo mi disse che vi erano contrasti nella procura di Milano circa un fascicolo molto delicato - ha proseguito Salvi - che riguardava anche altre procure e che, a dire di un sostituto, rimaneva fermo; nessun riferimento fu fatto a copie di atti". "Informai immediatamente il procuratore della Repubblica di Milano. In un colloquio avvenuto nei giorni successivi nel mio ufficio, il 16 giugno, il dottor Greco mi informo' per grandi linee della situazione e delle iniziative assunte. Si convenne sulla opportunita' di coordinamento con le procure di Roma e Perugia. Il coordinamento fu avviato immediatamente e risulto' proficuo", ha concluso Salvi. 

 

Giustizia: impiegata Csm non risponde a pm Roma, due inchieste 

Marcella Contrafatto, impiegata del Csm, si e' avvalsa della facolta' di non rispondere quando e' stata interrogata dalla procura di Roma sulla diffusione di verbali degli interrogatori resi a suo tempo ai pm di Milano dall'avvocato Piero Amara, gia' coinvolto in diverse indagini, e veicolati nei mesi scorsi ad alcune testate giornalistiche. La donna, che ha lavorato anche nella segreteria dell'allora consigliere togato Piercamillo Davigo e poi in quello del laico, Fulvio Gigliotti, nei giorni scorsi e' stata anche perquisita a casa e in ufficio dagli uomini della Guardia di Finanza su delega dei pm di piazzale Clodio che ipotizzano il reato di calunnia. Sono due i procedimenti al momento aperti dai pm. La procura di Roma, oltre a procedere per il reato di calunnia, sta indagando, dopo gli atti trasmessi dai colleghi di Milano e Perugia, sull'ipotesi di "rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio". 

Giustizia: Contrafatto, rapporti con Centofanti chiusi nel 2017 

"A fronte delle arbitrarie ricostruzioni giornalistiche coinvolgenti la propria persona, il proprio ruolo ed i propri rapporti personali con i noti personaggi coinvolti nella vicenda riguardante gli interrogatori secretati dell'avvocato, Piero Amara, resi presso la procura di Milano nel dicembre 2019, la signora Contrafatto ritiene di dover smentire le condotte alla medesima attribuite e date per acclarate, giacche' sono, al contrario, ancora oggetto di delicata indagine". Cosi' in una nota l'avvocato Alessia Angelino, difensore di Marcella Contrafatto. Il legale, stigmatizza l'affermazione, riportata oggi da un quotidiano: 'Certo e' che la donna ha ottimi rapporti personali con Fabrizio Centofanti, faccendiere accusato di essere uno dei corruttori di Luca Palamara'. "Questa affermazione - prosegue la nota - e' del tutto priva di fondamento e non trova conforto alcuno nella realta' dei fatti. Vero e', invece, che la Contrafatto, da anni legata sentimentalmente ad un ex magistrato, ha conosciuto Centofanti in occasione di convegni su temi giuridici, organizzati dallo stesso per ragioni pubblicitarie ed ai ai quali partecipava sempre il Gotha della magistratura ordinaria, amministrativa e contabile, nonche' dell'avvocatura e del mondo accademico". "Nell'arco di dieci anni, - conclude - in sole due o tre occasioni la signora e' stata ospite di eventi organizzati da Centofanti e da sua moglie: eventi aperti a numerosi magistrati, avvocati e professori. Il rapporto di frequentazione tra la sig.ra Contrafatto e la famiglia del sig. Centofanti si e' interrotto dalla primavera-estate del 2017".

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