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Milano
Dalla scatoletta del tonno alla trattoria. La parabola virtuosa dell’ex M5S

di Emanuele La Veglia

Tra attività in difficoltà e locali che chiudono a causa del covid, ce n’è uno che invece è stato inaugurato proprio all’indomani del lockdown, in un piccolo borgo della Liguria. Il proprietario è un ex deputato dei Cinque Stelle, Vincenzo Caso, 40 anni, a Montecitorio dal 2013 al 2018, che, insieme alla sua compagna Sara, ha aperto un bar-ristorante a Glori, frazione di Molini di Triora, un comune di 600 abitanti della provincia di Imperia.

La storia inizia però a Milano dove Vincenzo e Sara hanno vissuto per otto anni scoprendo poi, un po’ alla volta, che non era il posto per loro. Sara faceva la commessa, mentre in Vincenzo era scattata la scintilla della politica. “L’esperienza – racconta ad Affaritaliani.it Milano – era nata dalla volontà di essere parte attiva del contesto in cui si viva. Mi aveva affascinato l’idea della rivoluzione gentile. Poi non ho sentito più quello spirito e ho deciso di cambiare”.

La passione per la cucina accomunava la coppia già da tempo. “Nel mio caso – spiega Sara – è uno degli spazi creativi che più amo, per Vincenzo è una passione nata quand’era bambino perché suo padre aveva un ristorante. Fino al nostro incontro non pensavo di farne una professione”.

Galeotte sono state le cene con gli amici, organizzate spesso e volentieri a Milano, finché i due non si sono chiesti: “Perché non fare questo tutta la vita?”. E così sono andati in cerca del posto che facesse per loro e hanno scelto Glori per il verde della Valle Argentina, le acque del fiume, i paesaggi e soprattutto una comunità attiva e ospitale.

“Il locale non richiedeva particolari investimenti - spiegano - avremmo dovuto aprire il locale già il 13 marzo, ma abbiamo dovuto rimandare per l’emergenza sanitaria”. I due però non si sono persi d’animo e, durante la quarantena, hanno iniziato a creare la suspence intorno alla loro attività raccontando sui social le storie dei piatti che avrebbero servito, in attesa di poter far conoscere anche aromi e profumi.

E sono nati i loro nomignoli: l’Oste e la Strega, diventati poi l’insegna del locale che hanno inaugurato il 19 maggio, il giorno successivo alla riapertura delle attività produttive in Italia. “I proprietari dello spazio, nonché precedenti gestori - ricordano i due - ci hanno aiutato molto, ad esempio sospendendoci l'affitto durante tutta la quarantena”.

Sui tavoli servono i sapori con cui i nonni li viziavano, come nel caso del risotto al salto, specialità milanese che l’Oste, originario di Pozzuoli, vicino Napoli, è riuscito a ricreare seguendo i ricordi della Strega, milanese doc: la loro cucina unisce le tradizioni del Nord a quelle del Sud.

“Finita la stagione estiva – ammettono - il ritmo è rallentato e in settimana abbiamo uno o due tavoli ad ogni servizio. Nei week-end, invece, in tanti arrivano nella valle per godersi la natura e la pace del luogo e si fermano da noi”.

Laureato in economia aziendale ed esperto informatico, Vincenzo ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle: con Sara è in Liguria da meno di un anno, ma la vita di prima, per loro, è ormai solo un ricordo lontano. “Ci siamo concentrati sul rivoluzionare la nostra vita – concludono - e la piccola comunità che abbiamo trovato qui ci permette di esprimere al meglio questa volontà”.

Passare dal milione e mezzo di abitanti a Milano ai 30 di Glori più che una “rivoluzione gentile” è stata per loro una rivoluzione totale. E con la crescita dello smart working e il bisogno di staccare dalla routine, l’esodo dalle metropoli verso borghi isolati potrebbe diventare una realtà sempre più diffusa.

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