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Di Stefano, "la nuova casta". Bufera sul sottosegretario M5S "milanese"

Di Stefano, "la nuova casta". Bufera sul sottosegretario M5s "milanese"

Mario Giarrusso, senatore pentastellato, la riassume così: "La nuova casta". Sotto, la foto del sottosegretario (due volte) agli Affari Esteri Manlio Di Stefano impegnato a smascellarsi in un sorriso grande come una casetta in Canadà. Classe 1981, Di Stefano è di origine palermitana. Trasferitosi a Milano nel 2006, nel 2011 concorre alle elezioni comunali. E' l'anno in cui trionfa Pisapia, ma lui va maluccio: nono nella lista delle preferenze. Il numero è imbarazzante: 51 persone scrivono il suo nome. Comunque molte, rispetto a quella che verrà candidata sindaco (prima di ritirarsi), ovvero Patrizia Bedori, che ne prende 42. E molte di più (si fa per dire) rispetto a Paola Carinelli, che si ferma a quota 35. Entrambi avranno però una gran carriera, in un gruppo che vede Vito Crimi, attuale reggente, come terza punta dello schema. Carinelli poi si fidanzerà con Crimi, e gli darà un figlio nel 2018. Ma questa è un'altra storia. O meglio, è parzialmente un'altra storia, come si può leggere QUI.

Comunque, torniamo a Manlio Di Stefano. Nel 2020 riunisce una serie di esperti per capire come rilanciare l'export. Uno di questi esperti è Imen Jane, la instagrammer famosa per essere finita nel mirino di Dagospia perché si è presentata come "economista" senza neanche aver la laurea (QUI). Non una gran trovata per Di Stefano, che però non poteva saperlo (forse). Ma non è neanche il peggio, perché il 4 agosto 2020 definisce "libici" i libanesi e apriti cielo. Ci si può consolare però con l'orgoglio di Di Stefano per essere stato invitato, il 28 giugno 2016, come unico italiano al congresso di "Russia Unita", il partito di Putin. Pubblica anche un video (QUI) nel quale il titolo è tutto un programma: "Le nostre fiere parole a Mosca". L'Espresso gli dedica un ritratto al vetriolo a firma di Susanna Turco (QUI). Ma si sa, i militanti pentastellati sono pronti a perdonare tutto. Purché sentano la vicinanza dei portavoce sui territori. E a Milano, Manlio Di Stefano non è che compaia molto spesso in iniziative pubbliche tanto che c'è chi si è scordato che è stato eletto a Milano. Una elezione con qualche polemica, peraltro. Incredibilmente infatti la piattaforma Rousseau non assegna le zone ai vari candidati individuati con la consultazione degli eletti. Caos, Di Stefano ce la fa. O meglio, si fa battere dal candidato del Pd Mattia Mor, poi passato a Italia Viva. Ma viene eletto nel collegio plurinominale Lombardia 3. Insomma, salvato dal proporzionale. E la sintesi di Giarrusso: "La nuova casta", che riassume tutta la rabbia della base grillina.

fabio.massa@affaritaliani.it
 

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    di stefanom5s







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