Milano
Fase due, Calciolari: "Rilanciare Milano capitale della cultura"

L'artista Maurizio Calciolari sulla pandemia ed il rilancio: "L'arte può curare le ferite dello spirito"
Fase due, Calciolari: "Rilanciare Milano capitale della cultura"
Intervistiamo il maestro Maurizio Calciolari, classe 1953, architetto e designer, diplomato alla storica Accademia delle Belle Arti di Brera, pittore di quadri ad olio, artista metafisico, iperrealista e surrealista, membro del gruppo artistico "il Sestante della Cultura" che ogni anno organizza il Festival delle Biodiversità al Parco Nord di Milano. Ha partecipato a decine di mostre collettive in tutta Italia, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Nel 2018 è premiato da Vittorio Sgarbi come primo classificato alla importante mostra internazionale "Milano ti amo", organizzata dal circuito MI-ARS. Nel 2019, riceve il Cavalierato della Santa Croce di Georgia per i suoi meriti artistici e sociali. Le sue opere, sempre più richieste e quotate, hanno oramai raggiunto una certa fama e l'attenzione di diversi critici e case d'aste internazionali.
Qual ’è l’opinione di un artista sul terribile momento che stiamo vivendo, nel quasi totale isolamento?
Bruscamente, senza tanto preavviso, siamo stati risucchiati in un vortice carico di sgomento, incredulità e l’impossibilità di capire appieno cosa ci stava accadendo. La conseguente derivante angoscia, abbinata al caos informativo e alla paura della contaminazione, ci ha portati al completo isolamento e conseguentemente a privarci delle nostre manifestazioni affettive abituali come l’abbraccio, il bacio, la stretta di mano e lo stare insieme. Si, la tecnologia ci ha dato la possibilità di supplire all’isolamento con le interconnessioni, ma non ha potuto e non potrà mai sostituire e trasmettere l’affettività che può dare un incontro. E’ emerso comunque un grande senso di Comunità, Patria, Solidarietà , che sembravano sopiti nel tempo, eroismo da parte di medici, infermieri e volontari che sprezzanti del pericolo si sono adoperati per il bene di tutti . Il tempo che stiamo vivendo ci da quindi l’opportunità di riflettere sulla vera essenza della vita dando meno importanza alla materialità ed apprezzare maggiormente i semplici sentimenti .
Come la pandemia può in qualche modo interagire e influenzare l’Arte in generale?
L’arte fin dai tempi antichi è stata influenzata dalle epidemie che si sono susseguite ed i pittori hanno sempre rappresentato i tragici flagelli umani del momento, basti pensare alla Peste Nera del trecento rappresentata nell’affresco “Trionfo della morte” conservato alla galleria regionale di Palazzo Abatelli di Palermo e tante altre opere rappresentanti le varie Pesti successe nei secoli. Durante tutte le pandemie gli artisti hanno tirato fuori il loro lato migliore creando delle grandi opere , quasi in contrapposizione alle tragedie immani che stavano vivendo. Il tempo che viviamo fa dell’arte un patrimonio universale e quindi a maggior ragione può diventare una cura alle ferite dello spirito e del corpo alleviandone in parte la tragedia.
Come vive un’artista la sua quarantena in questo momento di emergenza pandemica?
Lavorando come sempre alle mie opere ma con un senso di oppressione. Io sono fortunato perché ho la possibilità di evadere da foschi pensieri tra le quattro mura del mio studio immergendomi nella creatività. Ma d’altra parte mi pervade anche un senso di tristezza per tutti quelli che soffrono, che non hanno più i loro affetti cari e gli hanno persi per sempre, alla segregazione che sembra risolutiva di tutto ma pesa nel nostro vivere. Tutto questo inevitabilmente mi condiziona e cerco di imprimerlo nelle mie tele esprimendo però un sentimento di speranza e positività. Nelle mie giornate poi non può mancare della buona musica, che ascolto e mi accompagna durante la realizzazione delle mie opere e una buona lettura rispolverando libri accantonati per il poco tempo a disposizione.
Cosa secondo lei sarebbe importante attuare per il rilancio di Milano post pandemia?
La citta che ha sempre dato lustro all’Italia sia nel campo industriale che economico e artistico è stata Milano e con essa l’intera Lombardia tra l’altro le più colpite dal Corona Virus, per questo a maggior ragione merita di essere molto considerata per quanto riguarda la ripartenza con grossi interventi da parte dello stato. Per prima cosa, massima semplificazione burocratica ad ogni pratica e libertà totale per chi fa impresa. Promulgare su vasta scala “ Milano aperta” e il “Made in Italy” e valorizzare l’offerta culturale della citta, promuovendola in Italia e soprattutto all’estero facendola diventare “Milano capitale della cultura”.