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FDI: "La riforma Moratti andrà corretta". Intervista a Osnato
Marco Osnato

FDI: "La riforma Moratti andrà corretta". Intervista a Osnato

"In Lombardia vogliamo vincere anche per correggere alcune impuntature di Letizia Moratti sulla riforma sanitaria". Il deputato di Fratelli d'Italia Marco Osnato, presidente della commissione Finanze, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano lancia la sfida all'ex vicepresidente della Lombardia a pochi mesi dalle regionali. E spiega: "Negli ultimi dieci anni non sempre abbiamo avuto piena condivisione delle scelte. Ma questa volta Fdi potrà essere più incisiva nelle decisioni di governo e anche negli interpreti".

Osnato, Gianmarco Senna ha lasciato la Lega per Italia Viva, mentre si rincorrono le voci di altri consiglieri che vorrebbero passare da voi.

Ma non sono solo leghisti. Abbiamo richieste da varie formazioni, alcuni magari arriveranno, altri no. Se ci sono persone vicine a noi verranno accolte ma sbaglia chi pensa di trovare in Fdi una scialuppa di salvataggio. Diverso è chi invece ritiene di voler condividere un percorso insieme. Ho molta stima per gli amici della Lega ma anche noi avremo in campo personaggi di rilievo e tanti giovani. Abbiamo una larga maggioranza all'interno del centrodestra, ma ci interessa che la somma sia ampiamente sopra al 50%. Poi chi avrà gambe camminerà.

Perché è arrivata così tardi la conferma di Attilio Fontana?

La sua solidità prescinde dall'indicazione tardiva o prematura della candidatura e si fonda su una storica capacità di buongoverno del centrodestra in Lombardia. Ha una personalità meno forte rispetto ai predecessori ma questo non vuol dire che non sia stato un ottimo presidente. Anzi, gli riconosco il fatto di aver gestito la vicenda pandemica con una calma che altri non hanno avuto.

Torniamo a Moratti, cosa non la convince della sua riforma sanitaria?

La scarsa considerazione dei medici di medicina di base e la poca comprensione delle necessità del territorio. Pensiamo alle Case di comunità: non basta costruirle fisicamente ma bisogna riempirle di strumenti e contenuti.

Quando si è dimessa ha attaccato anche il governo per il reintegro dei medici no-vax. Un alibi?

Io ho grandissima stima per come ha fatto il sindaco di Milano, ma sono molto dispiaciuto dalla sua scelta che nasconde una mancanza di visione. Un’incapacità politica a cui si aggiunge un’altra cosa ormai evidente: è circondata da consiglieri sbagliati che sono sempre convinti di sapere tutto.

Il Pd, pur di non appoggiarla, ha scelto un candidato di bandiera come Pierfrancesco Majorino per evitare rivolte interne. Cosa ne pensa?

La candidatura di Majorino è una scelta di conservazione assoluta del Pd che spera di replicare su scala regionale quello che gli riesce da qualche anno nelle Ztl del centro di Milano: far credere che la sinistra radical chic, impersonata in questo caso da Majorino, possa interpretare i sentimenti dei lombardi. Non sarà così né sarà di aiuto l'appoggio ormai evidente del M5s. Anzi, sarà la somma di due debolezze.

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