Fondi Expo per la giustizia, Anac: "Comune Milano doveva fare gare pubbliche" - Affaritaliani.it

Milano

Fondi Expo per la giustizia, Anac: "Comune Milano doveva fare gare pubbliche"

L'Anac ha trasmesso alle Procure di Milano, Brescia e Venezia le carte su presunte irregolarita' nella gestione dei fondi Expo per la giustizia milanese

L'Anac guidata da Raffaele Cantone ha trasmesso alle Procure di Milano, Brescia e Venezia la delibera di chiusura dell'istruttoria su presunte irregolarita' nella gestione dei fondi Expo per la giustizia milanese. Le tre procure hanno gia' aperto fascicoli di indagine. La delibera e' stata trasmessa anche alla Procura della Corte dei Conti della Lombardia, "per gli eventuali profili di competenza". La Procura milanese a giugno aveva aperto un'inchiesta a carico di ignoti per turbativa d'asta dopo che l'Autorita' nazionale anticorruzione le aveva inviato una relazione della Guardia di Finanza su presunte irregolarita' relative a una ventina delle 72 procedure in totale (per un importo complessivo di 16 milioni). Nelle scorse settimane, poi, si sono mosse in autonomia anche le Procura di Brescia e Venezia che hanno chiesto gli atti all'Anac. La prima perche' competente su eventuali reati commessi da toghe milanesi nella gestione degli appalti nei quali hanno avuto un ruolo l'Ufficio innovazione del Tribunale e quello della Corte d'Appello, il primo diretto dall'allora presidente dei gip milanesi Claudio Castelli, ora alla guida della Corte d'Appello di Brescia. Per questo e' stato avviata un'indagine anche dai pm veneziani, competenti su eventuali reati commessi da toghe bresciane. Gli accertamenti dell'Anac erano scattati a febbraio dopo segnalazioni della Procura generale.

Il Comune di Milano ha assegnato i fondi Expo per la giustizia milanese senza gare pubbliche, anche quando non c'erano le condizioni per gli affidamenti diretti. E' questa la conclusione a cui arriva l'Anac nella delibera di chiusura dell'istruttoria pubblicata sul suo sito. "L'indagine condotta sulle procedure selezionate - si legge nel documento - ha consentito di individuare e riscontrare, nell'attivita' contrattuale del Comune di Milano, numerosi profili di criticita' e di non rispondenza alle previsioni normative". "Dalle risultanze emerse - prosegue Anac - e' emerso come il Comune abbia fatto ricorso alle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando di gara in assenza dei presupposti indicati dall'articolo 57 del d.lgs. 163 del 2006". Di conseguenza, si e' violata anche la norma della stessa legge che prevede che "per l'affidamento e l'esecuzione di servizi e forniture" debba essere garantita "la qualita' delle prestazioni" e si debbano rispettare "i principi di economicita', efficacia, tempestivita' e correttezza nonche' la libera concorrenza, parita' di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalita'".

Secondo Anac, il Comune, cui spettava la gestione del 'tesoretto' di Expo, avrebbe assegnato i fondi con affidamenti diretti e criteri non trasparenti, a societa' gia' conosciute, come Net Service ed Elsag Datamat. Nelle controdeduzioni presentate nei mesi scorsi, Palazzo Marino aveva sostenuto che "il proprio compito era stato esclusivamente tradurre in atti amministrativi l'individuazione dei fabbisogni e le scelte operative che sono state effettuate dagli Uffici Giudiziari col contributo del Ministero della Giustizia". L'Anac 'risponde' cosi' nella delibera finale della sua istruttoria: "Occorre tuttavia considerare che nella vicenda oggetto di istruttoria la responsabilita' e i compiti della stazione appaltante sono da intendersi in capo al Comune di Milano, ivi compresa l'assicurazione della regolarita' delle procedure poste in essere per la selezione dei fornitori".








A2A