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Milano
Gelmini (Azione): la difesa dalla violenza sulle donne riguarda tutti
Mariastella Gelmini

Gelmini (Azione): la difesa dalla violenza sulle donne riguarda tutti

Chissà se il rituale delle manifestazioni contro la violenza sulle donne è in grado di scuotere dall’indifferenza le persone. Sta di fatto che anche a Milano le aggressioni contro le donne e i reati collegati sono tanti e il rischio dell’indifferenza è sempre in agguato. Che fare? Lo chiediamo alla senatrice Mariastella Gelmini, che è stata anche ministro della Pubblica istruzione. “Non bisogna abbassare la guardia, perché sono le donne le vittime più esposte della violenza nelle grandi città. Milano non è diversa dalle altre. Va coltivata la sensibilità, l’interesse delle famiglie, in ogni ambito. Vorrei dire anche che la difesa della donna dalle aggressioni domestiche è un argomento che tocca tutti, trasversale, che va oltre le differenze tra i partiti. Ben vengano le iniziative comuni a patto che non siano mere passerelle”.

E’ stato approvato il provvedimento del governo sulla violenza domestica. Una goccia nel mare o un segnale positivo in occasione della ricorrenza del 25 novembre?
“Dopo l’approvazione del Codice Rosso e di nuove fattispecie di reato come il sexting e il revenge porn nella passata legislatura, il Parlamento ha dimostrato anche questa volta di essere unito a difesa delle donne e di avere un obiettivo comune: contrastare la violenza e far sì che femminicidi come quello di Giulia Cecchettin non si ripetano. Dalla prevenzione al rafforzamento del braccialetto elettronico e delle misure cautelari, dalla sorveglianza speciale all’arresto in flagranza differita: l’approvazione di questo provvedimento, che richiama quanto fatto dal governo Draghi, è un risultato importante. Ora rimettiamoci al lavoro, perché c’èancora tanto da fare per le donne e l’impegno della politica deve andare benoltre la ricorrenza del 25 novembre”.  

Il 70% delle donne vittime di violenza non denuncia, come invertire questa rotta?
“Molte non si sentono di denunciare per paura o perché in alcuni casi non vengono credute, la loro versione dei fatti viene sottovalutata, talvolta di fronte a uno stupro sono costrette a doversi quasi giustificare. Partendo proprio dal lavoro fatto come governo Draghi, siamo riusciti ad introdurre in questo disegno di legge una tutela speciale, nei casipiù necessari, per chi denuncia. Una vigilanza dinamica, una sorveglianza speciale appunto, per chi trova la forza di denunciare perché è in quel momento che una donna diventa più fragile e vulnerabile. Abbiamo visto in questi anni donne tradite due volte: dall’uomo che le ha uccise e dallo Stato che non è riuscito a proteggerle. Questo non deve più accadere. Con questo nuovo strumento, proviamo a invertire la rotta”.

In questi giorni,soprattutto dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin si ripete spesso che dasole le leggi non bastano. Cosa bisogna fare?
“L’approvazione del ddl Roccella rappresenta indubbiamente un ulteriore passo in avanti, ma siamo anche convinti che questa battaglia non si vince solo con interventi di natura penale. Questa è una sfida innanzitutto culturale. Ripartiamo quindi dalla scuola: le famiglie oggi sono molto fragili ed è giusto che sia un’istituzione come la scuola ad affiancarle in questa partita. Serve un percorso di educazione all’affettività rivolto ai più giovani, che vada oltre l’ora di educazione alla cittadinanza. Occorre potenziare la “settimana contro la violenza nelle scuole”, che da ministro nel 2009 avevo istituito con la collega Carfagna. Educhiamo i più giovani all’uso responsabile e consapevole del web e dei social media, per fermare la violenza che spesso corre veloce anche su Internet. L’assenza di limiti, di punti diriferimento, rende i giovani ancora più vulnerabili di fronte a messaggi di violenza e sopraffazione. Il contrasto alla violenza di genere non è un automatismo o un adempimento burocratico, ma va costruito un percorso insiemeai ragazzi”.

Azione chiede anche più risorse per i Centri antiviolenza?
“Non possiamo pensare di fare prevenzione e di combattere la violenza senza sostenere adeguatamente chi sul territorio ogni giorno protegge le vittime e, in molti casi, anche i loro figli. Per questa ragione, anche in vista della legge di bilancio, abbiamo presentato alcuni emendamenti per chiedere nuove risorse per i Centri antiviolenza e le case rifugio. Inoltre, abbiamo chiesto di potenziare il micro credito di libertà, uno strumento indispensabile per dare a una donna vittima di violenza la possibilità di lavorare, di essere economicamente autonoma e di emanciparsi”.   Iscriviti alla newsletter








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