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Milano
Giunta e quote rose, il solito refrain (perdente) della sinistra...
Pinocchio

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C'erano una volta le critiche motivate. Mi spiego: penso che uno dei mali - per me il più fastidioso - della politica italiana, sia l'uso intensivo di cause di lotta sbagliate. Non magari sbagliate in assoluto, ma sbagliate per tempi, e sbagliate per modi. La sinistra, anzi, certa sinistra ben poco illuminata, è campionessa mondiale di lotte giuste nei tempi e nei modi sbagliati. Quando esplode l'argomento immigrazione, fa ministro la Kyenge, che non andava insultata come ha fatto Calderoli, ma che non ha fatto un bel nulla per gli anni in cui è stata ministro. Mentre c'è la crisi, la sinistra si vanta di aver fatto la parità di genere. Forse era meglio farla ma andare avanti a parlare delle cose fondamentali: lavoro, casa, reddito. Che poi è quello che hanno fatto Di Maio e Salvini, visto che non sono geni. Ora, questo lungo preambolo per dire che ieri, a ridosso della proclamazione della giunta regionale, con Attilio Fontana che ha scelto la sua pattuglia di 5 donne e 11 uomini, la sinistra ha criticato nell'ordine:

1 - che si tratta di un poltronificio. Ovviamente: essendo poltrone, vanno occupate. Se per poltronificio si intende invece che non ci sono persone competenti, bisognerebbe dimostrarlo.

2 - che ci sono troppi leghisti. Ovviamente: hanno vinto le elezioni.

3 - che ci sono troppe poche donne e che per poco non si rispetta la quota 40 per cento che aveva rispettato Maroni. Una cosa che non è scritta per legge, visto che quel che c'è non riguarda la giunta regionale, ma per la quale già si invocano ricorsi e quote rosa.

Ottimo, bene bis. Poi vi chiedete perché quando si va a votare prendete 20 punti dal vostro avversario.

 

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