Milano
Guerini è l'uomo giusto per governare Milano fino al voto. Ecco perché

Milano non è "La Città Nuova". Lo dicono i cittadini quando per il 54% ritengono che la qualità della vita urbana non sia cambiata nel paragone tra l'era Moratti e i cinque anni di Giunta Pisapia.
La stessa Giunta, del resto, dichiara un numero esorbitante di alloggi sfitti pubblici pari, lo dicono loro, a 9.500 unità... un intero piccolo paese abbandonato mentre ci sono famiglie, disoccupati e giovani rassegnati che non vedono come migliorare di un passo la propria condizione.
Guardiamoci in faccia: dopo cinque anni Milano resta divisa a metà. Prima lo capisce il partito di maggioranza che guida il Paese, è meglio e' per tutti.
Questo è il tema principale della campagna elettorale che adesso entra nel vivo: a parte quelli che hanno già deciso, i candidati verranno misurati nei prossimi tre mesi sulla migliore risposta che vorranno dare a quel 43% di cittadini che non sa se andare a votare, e nel caso, nemmeno chi votare.
Una per tutti, Maria, giovane bella mamma napoletana che fin da piccola vive qui. Nella sede di Giovani Frontiera mi chiede "Silvia, chi dobbiamo votare?". "Perché io - dice - non sono mai andata, mi sembrava inutile, tanto fanno quello che vogliono loro e per loro ed io resto da quattro anni senza una casa e da sette anni con un lavoro part time di due ore e tre bimbe piccole."
A Milano succede, non a Napoli.
Milano non è la città nuova quando in pieno centro un immobile privato abitato da oltre settanta famiglie improvvisamente da un giorno all'altro diventa pericolante: a rischio l'incolumità della vita di chi ci abita. A tal punto e' la gravità della situazione che in una notte d'Ottobre, di soprassalto la vigilanza urbana obbliga lo sgombero immediato dell'immobile. No, nessun avviso, nessuno ha ricevuto comunicazioni, nessuna procedura di urgenza come gli atti in articolo 700, niente di niente. Nel bel mezzo di una notte Mohammed lavoratore da sempre, la piccola Maryam di poco più di un anno e la moglie Mina, insieme ad altre settanta famiglie sono sul punto di essere gettati in strada. Niente ricollocazione alloggiativa come era avvenuto ai tempi della Moratti con via Lomellina e come pure prevede la legge regionale, niente servizi sociali, niente di niente. Solo la vigilanza urbana ad eseguire un ordine arrivato da chissà chi.
La forza d'animo delle famiglie, nell'essere tutte insieme irremovibili, blocca l'operazione. Ma la domanda rimane: chi ha permesso un'azione fuori dal diritto? Come sia stato possibile accorgersi un bel giorno che quell'immobile fosse pericolante e prima no? Con quali appoggi si è riusciti ad avere uomini e donne della vigilanza urbana per avviare uno sgombero senza che gli altri reparti dell'Amministrazione fossero coinvolti e a conoscenza?
Bisognava vendere l'immobile subito, dice la società proprietaria che cambia rappresentante legale ogni due per tre, ristrutturarlo in tempi brevissimi perché c'è l'arrivo di capitali stranieri, la riqualificazione, forse veloce, di una piccola porzione di centro città.
Certo, tutto come al solito, nulla di nuovo. E che importa se vi abitano 70 famiglie che tirano la carretta tutti giorni e si arrangiano in un caseggiato senza riscaldamento e con gli impianti fuori norma? La vigilanza urbana per sgomberare si, ma i funzionari comunali per capire come possa esistere un immobile non abitabile affittato a 600,00euro al mese, quello no. Dopo gli,scandali in viale Padova di cinque anni fa, la musica non è cambiata nemmeno su questo.
Evidentemente il 54% dei cittadini cittadini, la maggioranza ha sempre ragione. Ma non è finita.
L'Assessore alla casa si affretta a sottoscrivere l'aumento dei canoni d'affitto del canale convenzionato, per fortuna con solo un sindacato che si presta ad avallare questa operazione svergognata, che avviene senza la benché minima cognizione di causa sull'offerta abitativa disponibile in città e nell'area metropolitana.
Ampiamente meglio di Pisapia e Benelli, dobbiamo dirlo a gran voce fa Caltagirone: a Sesto San Giovanni per superare la fase difficile affitta gli alloggi senza chiedere un centesimo per i primi sei/nove mesi di contratto. Ma nessuna amministrazione pubblica, chissà perché, sino ad oggi e' andata a bussare alle porte dell'immobiliarista.
Il Pd per mantenere le proprie poltrone a Roma riesce ad accettare i voti di Verdini, ma per aiutare il popolo milanese in difficoltà l'aiuto di Caltagirone no, quello no. Sarebbe troppo! Salvati da berlusconiani e immobiliaristi...Non sia mai. È ancora sempre la stessa sinistra radical chic, nessun cambiamento nel partito democratico milanese.
No, Milano non è una città nuova, forse in questi anni in qualche occasione ha solo avuto in prestito (da Renzi, Cantone e Draghi) il vestito più bello, quello della festa per fare,però, né più né meno lo stesso di chi e' venuto prima.
Milano e' una città, per dirla con le parole granitiche di venerdì scorso del Cardinale Scola, "che presenta zone di degrado molto forti che non si notano perché nascoste."
Oggi la domanda non può che essere una: chi gestisce Milano? Chi guida la città dalle primarie in avanti? Chi si occupa dei cittadini e della quotidianità che non si auto sospende solo per decidere se sia più 'figo' esser stato il consulente economico di cinque Presidenti del Consiglio o aver diretto un'azienda leader nel mondo per pneumatici e capace di accumulare enormi quantità di soldi valorizzando vaste porzioni di Milano per avere sempre scelto,questo mettetevelo in testa tutti, l'accordo sociale? Pirelli incassa sempre, dappertutto negli ultimi diciotto anni di storia immobiliare e non ha mai negato alcun accordo sindacale e sociale.
Chi governa Milano da qui alla campagna elettorale e' la questione da porre al Premier Matteo Renzi e a chi egli deciderà di affidare la pratica: a Maurizio Martina, candidato in pectore per la Regione Lombardia qualora altri discepoli risultassero traditori di Maroni? o al mite Lorenzo Guerini come lo chiama Luigi Telesca e che come lo descrive Libero e' capace di tenere insieme tutti? Dall'estrema sinistra al dialogo con i moderati liberali, dalla capacità di fare squadra con la Lega lombarda salvando posti di lavoro ed economia lodigiana all'epoca di Fiorani, al protagonismo ai tempi del Nazareno, sino ad avallare, complice Roberto Formigoni, le recenti larghe intese a Potenza che già un risultato storico hanno prodotto: perché per la prima volta, dopo dieci anni, a Potenza la gestione dei trasporti pubblici avviene per gara d'appalto e non per affidamento privato. L'Italia cambia verso cita l'account Twitter del Vice Segretario Nazionale del Pd.
Chi governa la città da qui alla campagna elettorale e' una domanda la cui risposta ci offrirà gran parte degli elementi necessari per indovinare con qualche certezza l'esisto delle prossime elezioni amministrative, antipasto più che ovvio di un futuro politico nazionale.