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Milano
I bossiani: "Lega spaccata, ma non sosterremo Letizia Moratti"
Paolo Grimoldi

"Ai congressi i militanti sono liberi di votare quello che vogliono. Semplicemente sta emergendo un dato: in Lombardia c'è una Lega spaccata in due, chi vince lo fa per pochissimi voti. C'era bisogno di arrivare a questo?". Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega lombarda, è stato recentemente nominato da Umberto Bossi come referente del Comitato Nord insieme all'europarlamentare Angelo Ciocca. In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano spiega quali sono gli obiettivi della corrente che chiede un ritorno alle origini del Carroccio. Nel Comitato, che sabato si è riunito alla presenza del Senatùr al castello di Giovenzano nel pavese, figurano già sindaci, consiglieri regionali ed ex ministri. "E in questi giorni sto ricevendo l'adesione di esponenti di primo piano. Al secondo incontro che organizzeremo ci saranno anche loro".

Grimoldi, Bossi dice che volete rinnovare la Lega. In che modo?

Parlando innanzitutto di progetti politici e non di persone. Se lo facciamo vuol dire che abbiamo capito quello che pensa l'elettorato e quali sono le risposte da dare. Altrimenti andremo avanti a essere penalizzati. Potremmo essere la forza egemone del Nord, invece se va bene potremo al massimo rappresentare questa parte politica nella coalizione.

Ma è davvero una Lega senza identità?

Sono tante le contraddizioni, argomenti su cui molti all'interno non hanno capito bene la posizione della Lega. La parola, ormai, è già stata espressa dagli elettori. Dobbiamo solo trovare modi e tempi per ricalibrare la nostra azione. In termini politici si chiama progetto, in termini più romantici si chiama sogno. Ma oggi è una Lega senza identità e nessuno sa che cosa vuole su alcuni temi come per esempio Russia-Ucraina, le armi o i vaccini. E in politica gli spazi che lasci vuoti vengono poi riempiti da qualcun'altro.

A che punto è il Comitato?

Siamo ben oltre il migliaio di iscritti. Non abbiamo un'asticella, perché l'obiettivo più che numerico è di carattere territoriale: essere rappresentati in ogni angolo del Nord. Lo stiamo facendo e il risultato delle scorse ore è arrivato dopo un mese di lavoro in cui siamo riusciti a coprire il 60% delle province lombarde. Non c'è bisogno di strafare ma siamo fiduciosi: da qui a sei mesi immagino che gli iscritti saranno triplicati.

Nominando dei referenti si crea però una struttura parallela. Un partito nel partito.

Nella Lega di oggi sono tutti nominati dall'alto e noi per discutere di Nord non possiamo avere dei referenti che abbiamo già? Nessuno contesta niente, diciamo solo che con la nostra struttura stiamo trovando dei militanti che vogliono tornare a parlare del Nord. Sennò saremmo la copia di Fratelli d'Italia, e tra l'originale e la copia uno preferisce l'originale. E infatti loro prendono tra il doppio e il triplo dei voti della Lega in Lombardia e Veneto.

Come risponde a chi afferma che usate il nome di Bossi per indebolire Salvini?

Chi lo dice non solo è in malafede ma è un cretino perché sottintende che Bossi non sia in grado di esprimere opinioni proprie. Tutti quanti sabato hanno capito che chi dice queste cose è un cretino. Francamente Salvini non viene nemmeno contemplato. Noi vogliamo parlare di contenuti e ridare un'identità alla Lega. Tra cinque anni immagino che la classe dirigente sarà diversa ma è un problema di progetto. Dove vogliamo andare? Che il segretario si chiami Salvini o Topolino, non è questo il punto.

Letizia Moratti, candidata alle Regionali in Lombardia, ha detto che per i bossiani le braccia sono aperte. Cosa ne pensa?

Siamo militanti della Lega e faremo quello che dice la Lega. Il candidato mi sembra che sia Attilio Fontana e io di lui posso solo parlarne più che bene: un signore con la S maiuscola. Sento Fontana almeno una volta a settimana, e starò sempre con lui. Lo conosco bene e so il valore che ha.

Pensa che il Ponte sullo Stretto sia un'opera indispensabile?

Ritengo che sia un'opera assolutamente rispettabile e che se ne possa parlare. Dopodiché se vogliamo discutere di interesse nazionale io registro due cose: nel 2026 ci saranno le Olimpiadi di Milano Cortina dove l'Italia si gioca la faccia. Quindi forse sarebbe meglio occuparsi delle infrastrutture collegate ai Giochi, vista anche l'impellenza temporale. La seconda è che l'Italia è un Paese manifatturiero. Il 70% delle merci che vendiamo in giro per il mondo partono da Malpensa. Allora forse è più urgente fare la Pedemontana perché qui le aziende aumentano gli utili. Il ponte sullo Stretto è un'opera pregevole ma meno prioritaria.

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