Milano
Il grande gelo in Regione. Lombardia Mobilità, grossa grana

Lombardia, i rapporti tra i maroniani e i "fontaniani" sono in veloce raffreddamento. Ecco perché
di Fabio Massa
Pare siano in raffreddamento veloce i rapporti tra i maroniani e i "fontaniani" (categoria di fedelissimi di Attilio Fontana, nuova di zecca dopo la vittoria larga alle regionali). Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, il governatore uscente non avrebbe in nessun modo "agevolato" il governatore entrante, e questo starebbe creando non pochi malumori all'interno della compagine leghista. Anche perché Roberto Maroni, quando si insediò in una macchina profondamente ciellina, non si trovò alcun muro. Probabilmente sono piccoli problemi e incomprensioni, ma tra i piani alti (dove c'è Maroni) e il primo piano, dove in un ufficio ci sarebbero gli uomini di Fontana, che per adesso non è ancora rientrato dal piccolo intervento chirurgico, non ci sarebbe un grande colloquio. Intanto si sta definendo la struttura dirigenziale. Giacomo Ciriello, capo della segreteria di Roberto Maroni, potrebbe gestire la transizione fino a settembre, quando scade il suo contratto. Praticamente sicuro pare Antonello Turturiello segretario generale, mentre i vice saranno due invece di quattro. Per uno di questi posti in pole position, in quota Forza Italia, dovrebbe esserci Gianni Bocchieri, professore a contratto dell'università di Bergamo, già capo della segreteria tecnica della Gelmini ministro dell'Istruzione, attuale direttore generale dell'assessore Valentina Aprea.
Attilio Fontana, mentre i partiti stanno facendo le loro alchimie sugli assessorati, si sta concentrando in particolar modo sulle direzioni. Con una cosa da tenere d'occhio: le varie direzioni devono essere "equilibrate", ovvero con organici commisurati alle loro competenze. Gli assessorati "politici" sono infatti da sempre una spina nel fianco per l'efficienza della macchina regionale, mastodontica.
Altra questione sul piatto, di particolare rilevanza, è quella relativa alla società Lombardia Mobilità. Nei disegni di Maroni sarebbe stata una superholding compartecipata al 50 per cento tra Anas e Infrastrutture Lombarde. E, dunque, tra Ferrovie dello Stato e Regione Lombardia (che possiedono le due società di cui sopra). Il problema è che i rapporti con Fs si sono ampiamente raffreddati, vedendo le ultime dichiarazioni di Fontana, e anche su Trenord il neogovernatore ha annunciato di voler cambiare molto. Tra l'altro, ad oggi Lombardia Mobilità non ha un management, non ha niente. E' stata solo costituita, e di operatività non ce ne è. Ma di competenze, e questo è un dettaglio che il neogovernatore deve tenere in considerazione fin da subito, sì. E neppure poche. Perché le dodici province lombarde, compresa la Città Metropolitana, hanno sottoscritto a dicembre un protocollo d'intesa che determina il passaggio della manutenzione di tutta una serie di arterie strategiche proprio a Lombardia Mobilità. Che per adesso è ferma, anche se proprio oggi sono state rese note le liste dei candidati ammessi per la mobilità interna per la copertura di 52 posti da funzionari. Che cosa succederà? Si aspetta il neogovernatore, che di dossier aperti che lo aspettano ne ha più di uno.
fabio.massa@affaritaliani.it