Il Pd e la partita di Monza. Il sindaco Scanagatti è pronto. Intervista - Affaritaliani.it

Milano

Il Pd e la partita di Monza. Il sindaco Scanagatti è pronto. Intervista

Monza va ad elezioni, nella prossima primavera. Scanagatti non ha ancora sciolto la riserva, ma...

di Fabio Massa

Roberto Scanagatti è il sindaco di Monza e il presidente di ANCI Lombardia. Monza va ad elezioni, nella prossima primavera. Scanagatti non ha ancora sciolto la riserva, ma in una chiacchierata con Affaritaliani.it racconta i cinque punti qualificanti del suo mandato. Poi rivela: "Adesso bisogna portare a termine il lavoro". Sul possibile competitor Allevi: "Non ha scaldato gli animi". E sulla società quotata Acsm-Agam spiega... L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

Sindaco, partiamo dal passato. Mi dica cinque cose qualificanti del suo mandato.
Io credo che la prima cosa qualificante è che abbiamo ridato un ruolo centrale a Monza. Questo ruolo si era appannato e offuscato. Monza veniva vista come una città che pensava a se stessa. Ora non più. Secondo: abbiamo cercato di disegnare una prospettiva e un futuro. Questa è una città che per troppo tempo si è interrogata e che oggi realisticamente può dire che sta giocandosi un ruolo grazie ai suoi asset più importanti che prima non erano valorizzati: la Villa Reale, il Parco, l'Autodromo, il ricco patrimonio di storia, arte e cultura che la nostra città custodisce...

Terzo.
Abbiamo saputo cogliere prima di altri l'opportunità che avrebbe potuto dare Expo. Il dato interessante è che Monza è stata la città che in percentuale ha avuto il maggior incremento di presenze turistiche. Questo dato si è confermato nel 2016, a dimostrazione che quanto abbiamo costruito in termini di attrattività è stabile e sarà duraturo. Quarta cosa: le precedenti amministrazioni cittadine sono sempre state condizionate da questioni di carattere urbanistico. C'è stata una paralisi amministrativa che ha condizionato per tanti anni l'attività in vari ambiti dell'amministrazione. Se andrà a buon fine, come prevedo, saremo riusciti a fare il nuovo Pgt senza colpo ferire.

Dopo il Pgt si ricandida...
(Ride e non risponde, ndr) Da ultimo c'è stata attenzione al welfare. Abbiamo attraversato una crisi davvero molto pesante, siamo riusciti nonostante i tagli e l'eredità che abbiamo avuto a mantenere una spesa sul sociale inalterata. Ma vorrei dire anche una sesta cosa...

Prego.
Abbiamo aperto a un grande movimento di partecipazione cittadina. E questo potrebbe essere uno slogan ma non lo è. Noi ci siamo inventati le "Pulizie di primavera", per dirne una. Una domenica di aprile i cittadini si mettono a disposizione della città. Non è il Comune che dice che cosa fare, ma sono i cittadini che propongono e noi mettiamo a disposizione gli strumenti. Da 1000 persone della prima edizione siamo arrivati a 5000 monzesi. E poi il bilancio partecipativo, il piccolo esercito di volontari del sociale e della cultura...

Quindi è pronto a ricandidarsi?
Quindi ci sono dei progetti che devono essere portati avanti, primo tra tutti il progetto della metropolitana da Milano. Con Beppe Sala ci siamo parlati e va benissimo. Tutto è iniziato con Pisapia e Maran, poi Sala ne ha fatto un cavallo di battaglia elettorale e ora ne fa una delle grandi opere che caratterizzerà la sua amministrazione. Abbiamo un rapporto ottimo con Granelli. Per la prima volta concretamente si va in qualche modo a saldare quella frattura che negli anni Sessanta si era creata con il rifiuto del collegamento metropolitano. Oggi non è più così. Oggi abbiamo più di una semplice ipotesi.

Qui è sempre stata terra di Forza Italia. Monza e Brianza è una terra azzurra. Eppure c'è una guerra accesa nel campo avverso.  Che cosa ne pensa di Dario Allevi che è pronto a venire in questo ufficio?
Non sta suscitando particolari entusiasmi. Credo che sia il frutto di una certa divisione all'interno di Forza Italia. C'è caos forse perché in fondo il fallimento del centrodestra qui lo si è misurato in maniera molto evidente. Il centrodestra ha rinunciato a svolgere il proprio ruolo, delegando alla Lega Nord. Mi sarei aspettato un'operazione più simile a quella che hanno fatto a Milano...

Una buona operazione, quella di Parisi.
Una ottima operazione. Politicamente intelligente, che poteva essere anche di prospettiva.

Parliamo delle vicende di casa vostra, del Pd. Il Pd vive un momento particolare. Lei che cosa ha votato al Referendum?
Io ho votato sì e a Monza ha vinto il sì.

Tuttavia lei non è un renziano.
Non lo ero prima e non lo sono adesso. Io credo che il partito avesse bisogno di una sferzata, c'era bisogno di un rinnovamento. E questo sta avvenendo ed è  positivo. Renzi ha tutte le caratteristiche del leader. Forse l'unica cosa che ha sbagliato è che ha saltato qualche passaggio nella costruzione del rapporto dialettico nel partito.

Se lei dovesse scegliere una collocazione?
Io ho una mia storia riformista. Non la nego e sicuramente non ho mai amato i traumi perché non credo che attraverso le fratture si possa arrivare a ricomposizioni.

Lei come presidente di ANCI Lombardia ha intrattenuto e intrattiene rapporti molto stretti con i vertici di ANCI nazionale e il Governo. Come è stato Renzi con i sindaci?
Il problema è che noi venivamo da anni di pesantissimi tagli e anni in cui si è registrata una forte riduzione dell'autonomia dei Comuni. Il conto del risanamento che non si è ancora concluso l'hanno pagato i comuni. Renzi per la prima volta ha invertito questa tendenza. I tagli non sono più avvenuti, c'è stato il superamento del patto di stabilità.

Perché uno oggi dovrebbe fare il sindaco in Italia? Anzi, perché uno dovrebbe rifarlo?
Perché di fondo c'è una gran passione per la città in cui uno vive e perché uno vuole migliorarla.

Passiamo ad Acsm-Agam. A Como si è interrotto un iter in consiglio comunale. Tornerete su quel progetto oppure no?
Sono stato profondamente deluso dal fatto che non siamo riusciti ad arrivare in fondo. Come Monza abbiamo fatto il nostro dovere fin dall'inizio, poi a Como sono prevalse altre logiche e dinamiche. Ma io continuo ad essere convinto della bontà di un disegno che rimette al centro il ruolo e la funzione delle aziende partecipate.

Beh, l'obiezione è proprio che state cedendo il controllo dell'azienda municipalizzata.
Ma non è così. Le aziende municipalizzate hanno sempre svolto un ruolo di innovazione nei territori. La luce elettrica, le farmacie, il trasporto pubblico, le centrali del latte. Se io penso a una grande sfida che è quella dell'efficientamento energetico delle città, penso ad Acsm-Agam. La sfida non è solo la vendita del gas, che pure è il business. La sfida è innovare. E per innovare ci vogliono partner forti, fortissimi.

Quindi A2A.
Noi ci dobbiamo guardare intorno. Io faccio fatica a pensare che A2A sia un'azienda privata. E' una quotata in Borsa i cui due azionisti principali sono il Comune di Milano e Brescia. Come si fa a dire che non c'è una governance comunale? Certo che c'è l'interesse pubblico. Qui c'è Acsm-Agam, con A2A o con un altro player, che deve trovare partner industriali che possano supportare un processo di innovazione. E in quest'ottica ci sono i sindaci di Monza, Como, Milano, Brescia. Ma io dico anche il sindaco di Pavia, di Cremona, di Crema... (il riferimento è al gruppo Lgh, ndr)

Ci potrebbe essere anche il sindaco di Seregno, con riferimento a Gelsia, la società con la quale l'operazione non andò in porto?
Mi pare che oggi AEB-Gelsia stia facendo scelte diverse, ma ognuno è legittimato a fare quel che crede. Ma torniamo al discorso precedente...

Prego.
Su Acsm-Agam sono convinto che la questione vada ripresa, che si possa tornare a ragionare magari guardandoci in giro per trovare alleanze.

fabio.massa@affaritaliani.it
@fabioamassa








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