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Milano
L'Alitalia statale azzoppa Sea: si torna a volare, ma è crisi nera

di Fabio Massa

Si rimarrà a terra, ancora per un po'. Ci vuole fiducia, per volare. Intanto però sta succedendo qualcosa di particolare, nel mondo del trasporto aereo. Prima novità: si statalizza Alitalia. Ben tre miliardi di euro da parte dello Stato, che - e questo la dice lunga - ne investirà solo 1,5 sulla scuola (che per inciso rimane un campo di battaglia vergognoso: ancora non si sa neppure se si riaprirà a settembre). E' una novità poco nuova, quella di Alitalia, considerato che nel corso degli ultimi 20 anni è costata ai contribuenti 10 miliardi di euro. E, quanto alle statalizzazioni in vista, gli operatori del settore aereo sono tutti in grossa crisi, e molti cercheranno di mettersi nelle mani degli Stati. 

Donald Trump, pur senza statalizzare nulla, ha stanziato 58 miliardi di dollari per le linee aeree, 29 in finanziamenti per le compagnie e 29 per pagare i lavoratori. Eppure alcune sono fallite ugualmente, come la Compass e la Trans States. In Gran Bretagna è andata gambe all'aria la Flybe, che già aveva problemi finanziari. Virgin Australia ha chiesto aiuto al governo, che però gli ha risposto picche, ed è entrata in "amministrazione volontaria", che tradotto vuol dire "Chapter 11", che tradotto vuol dire bancarotta. L'11 maggio una delle più antiche e grandi compagnie aeree del sudamerica, la colombiana Avianca, ha dichiarato che chiude. E fin qui, è un bagno di sangue. Peraltro, a demoralizzare ulteriormente è stata la decisione dell'Oracolo di Omaha, Warren Buffet, di "liquidare tutte le posizioni nel comparto delle linee aeree – un controvalore di circa 6,5 miliardi di dollari fra United, American, Southwest e Delta". Poi c'è l'Europa. In Germania Lufthansa ha chiesto e ottenuto 9 miliardi di euro dal governo tedesco, che però entra con due membri in cda e il 20 per cento di azionariato. Non si statalizza, insomma, ma un po' sì. IAG, che vuol dire British e Iberia hanno chiesto aiuti ai governi inglese e spagnolo. Per adesso nessuna risposta, ma se arriverà probabile che anche questi due governi potrebbero entrare nella proprietà.

E' chiaro che Alitalia e le altre compagnie con gli stati proprietari di quote riportano il mercato a un protezionismo che non si vedeva da 15 anni. E questo impatta in particolar modo su Sea, che gestisce Malpensa e Linate. Ora Linate è completamente chiuso, e una manciata di dirigenti e dipendenti è a Malpensa a lavorare. Sea è passata da 100mila passeggeri al giorno ai 700 di oggi, con un fatturato ridotto del 99 per cento. Praticamente zero. E le prospettive non sono buone, al di là del Covid. Gli Stati infatti cercheranno di imporre le loro scelte: Alitalia protetta tra Milano e Roma, Lufthansa sempre su Francoforte, British su Londra eccetera.

Le low cost vacillano, e in Sea c'è chi potrebbe legittimamente pensare che se non fosse stata statalizzata Alitalia sarebbe stato meglio: i suoi slot blindati sarebbero rimasti sul mercato. Ultima nota: Sea è del Comune di Milano, che ha rinunciato ai dividendi. E di F2i, un fondo con vari azionisti tra i quali Cassa Depositi e prestiti, che in questo momento si lecca le ferite. Oltre a Milano ha Napoli, Torino, Alghero. Ce ne è abbastanza per preoccuparsi, e assai.


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