Cento e non più cento: folla di teste coronate e ricchi borghesi. Video - Affaritaliani.it

Milano

Cento e non più cento: folla di teste coronate e ricchi borghesi. Video

Organizzatore del grande evento, è, da anni, Pier Felice Degli Uberti, uno dei massimi esperti di genealogia, araldica ed ordini cavallereschi

Grande raduno di teste coronate e nobiltà a Casale Monferrato, in occasione della edizione 2017 dello storico Ballo dei 100 e non più 100. Organizzatore del grande evento, è, da anni, Pier Felice Degli Uberti, uno dei massimi esperti al mondo, di genealogia, araldica ed ordini cavallereschi. Presenti tanti milanesi e lombardi, rappresentanti sia della antica nobiltà che della più recente borghesia produttiva.   

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Resoconto a cura di AM

Le prime tracce del successo di questo evento oggi di respiro mondiale, tenutosi all'inizio di aprile, sono da ricercare nella fuoriuscita per contrasti insanabili avvenuta nel 1985-86 di alcuni gentiluomini che avevano deciso di abbandonare il Circolo Giovanile del Corpo della Nobiltà Italiana - C.N.I per rifondare quella che chiamavano la “benemerita” Unione della Nobiltà d’Italia - U.N.I., ignari che da quel momento il numero delle famiglie disposte a permettere lo svolgimento del ballo annuale dei giovani nelle loro ville, palazzi o castelli sarebbe andato riducendosi. Così, non volendo ripetere il ballo nella casa di uno dei fuoriusciti, il castello di Serravalle di Domenico Cavazzoni Pederzini, Pier Felice degli Uberti (un altro dei fuoriusciti) ricordandosi di una vecchia tradizione monferrina ormai quasi caduta in disuso propose agli amici di portare l’evento nella sua città, a Casale Monferrato, negli storici saloni di Palazzo Gozzani di Treville, sede dell’Accademia Filarmonica, dove nacquero i prodromi del Risorgimento Italiano. Cause fortuite giocarono a favore dei “fuoriusciti” tanto che Lina Sotis, saputo dell’evento sulle colonne del Corriere della Sera scriveva l’11 settembre 1987: «La busta bianca con l’indirizzo a mano, scritto in bella calligrafia, lasciava prevedere che dentro vi fosse un invito di inizio stagione. Ma per quasi tutti i 2500 “fortunati” di nome solido, dovizioso o, soltanto, di molte pretese, è stata una sorpresa scoprire di che genere d’invito si trattava. “L’Unione della Nobiltà d’Italia sotto la presidenza onoraria di S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia Principe di Napoli e il Circolo Giovanile invitano... al ballo sabato 3 ottobre 1987 dalle ore 21 nei saloni del Palazzo Gozzani di Treville sede dell’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato, via Mameli 22, a beneficio della erigenda Casa di riposo Umberto II in Casale Monferrato”. Per completare la pomposità dell’invito, in fondo a sinistra, era scritto, in rilievo: “Cravatta nera”. In fondo a destra era vergato: R.S.V.P. (rispondere per piacere, seguito da due numeri di telefono). Di questi inviti ne sono stati spediti, come dicevamo, 2500. Solo 300 persone, fra queste, non hanno battuto ciglio trovando l’appuntamento perfettamente naturale. Erano i 300 che l’altro anno, convocati nello stesso modo, parteciparono al ballo al Castello di Serravalle vicino a Modena. Quest’anno l’Unione Nobiltà d’Italia e il suo presidente il principe Alberto Giovanelli hanno voluto fare le cose in grande ed allargare anche a chi non ha blasone antico ma beni moderni l’invito che normalmente riuniva solo sangue blu. 

Se la “nobiltà” non ha avuto soprassalti, i “sangue verde dollaro” hanno in un primo momento pensato ad uno scherzo o ad uno errore nell’indirizzo: nessuno sbaglio, anche l’Unione della Nobiltà d’Italia si è computerizzata e ha deciso di ampliare i suoi orizzonti mondani. Un buon professionista di questi tempi vale come un conte; il giovane figlio (scapolo) di un grosso industriale è meglio di un principino dall’albero genealogico che risale ai crociati. Nei nuovi inviti che riguardano gli adulti non è stato inserito nessun nome degli ultimi “arrivati” a grande effetto, mentre, più democraticamente, fra i più di 500 giovani e giovinette, chiamati per la prima volta, vi è di tutto. (Anche qualche papà un po’ chiacchierato). Per partecipare alla loro festa e alla futura loro serenità nella Casa di riposo Umberto II, l’Uni chiede un’offerta di 75mila lire. “Un prezzo sobrio - dice il principe Alberto Giovanelli - come deve essere sobria la vita delle persone eleganti”. Giovanelli, 47 anni, ma uno spirito monarchico millenario che non ha avuto mai cedimenti nemmeno davanti a poco reali e più “neri” fatti di cronaca, fa il suo dovere di presidente con grande passione. E così si scopre che conviene di più essere iscritti alla sua associazione (sangue blu permettendo) che ai sindacati. L’Uni si preoccupa, infatti, anche di provvedere, e di aiutare come può, i nobili in disgrazia che non possono pagare l’affitto. Non sono poche le volte - racconta il principe - che si addossa anche le spese di esequie di conti, marchesi, baroni e nobildonne che, a parte tanta storia alle spalle, non hanno niente sulla terra». Inutile dire che Lina Sotis aveva capito poco di cosa in realtà fosse il ballo, ma tanto bastò perché Andrea Barbato realizzasse la prima puntata di “Va’ pensiero” su RAI 3, portando ulteriore eco all’evento. Altre riviste e giornali parlarono di quella prima festa, e si videro articoli su La Stampa, La Notte, Il Monferrato, La Vita Casalese e una rivista che uscì per qualche numero, Le Grandi Dinastie di Peruzzo Editore. La ciliegina fu un regalo spagnolo perché i giovani della Tuna del Colegio Mayor Marqués de la Ensenada dell’allora Asociación de Hidalgos a fuero de España vollero essere presenti offrendo anche un concerto per gli anziani della Casa di Riposo di Casale Monferrato.  Se prima i balli annuali del Circolo Giovanile del Corpo della Nobiltà Italiana e poi dell’Unione della Nobiltà d’Italia cambiavano sede ogni anno, da quel momento i balli dell’Unione della Nobiltà d’Italia prima, dell’Asociación de Hidalgos a fuero de España - Junta de Italia poi, ed infine di Famiglie Storiche d’Italia presero e continuarono a svolgersi tutti gli anni sempre a Casale Monferrato. Così nell’antica capitale del Monferrato si sono avvicendati sino ad oggi i discendenti delle più importanti dinastie del mondo.  Pur nel trascorrere degli anni si sono mantenute le tradizioni nate al tempo del ballo del Circolo Giovanile del C.N.I. come la spaghettata dell’una (diventata la pasta tricolore), i krumiri con la cioccolata delle cinque, in ricordo dei churros madrileni con la cioccolata, gustati alla stessa ora della mattina durante le giornate della gioventù della C.I.L.A.N.E. tenute a Madrid ed organizzate dall’Asociación de Hidalgos negli anni ’80. Ma nel tempo si sono aggiunti ulteriori arricchimenti come la maga con la lettura delle carte, o il prestigiatore, e dopo l’inaugurazione della Sezione Bersaglieri Cap. Severino Ubertis anche il concerto della Fanfara dei Bersaglieri. Si è ampliato anche il numero degli enti organizzatori come l’International Commission for Orders of Chivalry, il Circolo dei Cento e non più Cento, nato appositamente per supportare l’evento, e l’Istituto della Guardia del Pantheon. Così sabato 8 aprile 2017 nei saloni dell’Accademia Filarmonica di Palazzo Gozzani a Casale Monferrato organizzato dall’International Commission for Orders of Chivalry, da Famiglie Storiche d’Italia, dal Circolo dei Cento e non più Cento e dall’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon si è tenuta la XXIX edizione di questo prestigioso Ballo dei Cento e non più Cento, nato da una tradizione piemontese, riportata a nuovo vigore da Maria Loredana Pinotti degli Uberti, risalente al Risorgimento, quando nella città di Casale si ritrovavano cento nobili e novantanove borghesi per partecipare all’annuale ballo di metà quaresima. L’evento era sotto l’alto patronato di l’Infante Dom Duarte, Duca di Braganza (assente per il lutto seguito alla morte del fratello l’Infante Dom Henrique, Duca di Coimbra), l’Arciduchessa Monika d’Asburgo, l’Arciduchessa Walburga d’Asburgo, l’Arciduchessa Margarete d’Asburgo, l’Arciduchessa Johanna d’Asburgo e la Principessa Ereditaria Elia Zogu degli Albanesi. Questa edizione 2017 si svolge nel centesimo anniversario della rivoluzione russa con la caduta dello Zar; e nel centocinquantesimo anniversario della sfortunata spedizione in Messico dell’imperatore Massimiliano d’Austria-Ungheria. La serata si è aperta con gli onori militari resi agli illustri ospiti: a Sua Altezza Serenissima il principe don Maurizio Ferrante Gonzaga, marchese del Vodice, prossimiore affine della famiglia già regnante sul Monferrato, a Sua Altezza Reale la principessa Maria Teresa di Borbone Parma, presidente del Senato Accademico dello Studium, a il principe ereditario Leka II Zogu, capo della Real Casa degli Albanesi, a Sua Altezza Imperiale l’arciduchessa Monika d’Asburgo-Loredna, principessa d’Ungheria, Duchessa di Santangelo, alla Principessa Ereditaria Ana Bagration-Gruzinski della Casa Reale di Georgia, alla Principessa Owana Ka'ohelelani Salazar, Capo della Real Casa delle Hawaii e al Principe Emmanuel Bushayija del Rwanda (Mwami Yuhi VI); alla principessa Luciana Hassan d’Afghanistan e alla principessa Mahera Hassan d’Afghanistan, alla Convention of Baronage of Scotland, alle rappresentanze della nobiltà del Regno di Spagna, al presidente dell’Accademia Internazionale di Genealogia Michel Teillard d’Eyry, a Famiglie Storiche d’Italia, a Famiglie Storiche d’Europa, ai Vitezi Rend di Ungheria, all’Union de la Noblesse Russe, al labaro dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, e alla Consulta del Senato del Regno con il suo presidente il dr. Pier Luigi Duvina, accolto al suono dell’Inno Sardo e ad una folta rappresentanza della Real Casa di Braganza del Portogallo guidata da Carlos Evaristo…

Dopo il concerto della fanfara dei bersaglieri Roberto Lavezzeri di Asti, che ha entusiasmato come sempre con la sua contagiosa briosità i convenuti eseguendo musiche patriottiche e risorgimentali, è seguito l’aperitivo e il pranzo, allietato dal prestigiatore. La parte ufficiale della serata, orchestrata come sempre da Pier Felice degli Uberti, è stata aperta da Maurizio Gonzaga del Vodice di Vescovato, che ha ricordato la storia dell’evento assurto oggi a livello internazionale sotto l’egida dell’International Commission for Orders of Chivalry, di Famiglie Storiche d’Italia, del Circolo dei Cento e non più Cento e dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, seguito da Leka II, da Maria Teresa di Borbone Parma, da Monika d’Asburgo Lorena, da Ana Bagration-Grunziski, da Yuhi VI, da Luciana Hassan d’Afghanistan, da Diego de Vargas-Machuca, da Guglielmo Giovanelli Marconi, da Stanislaw Dumin, re d’armi della granduchessa Maria di Russia (che ha voluto porgere i saluti a nome della granduchessa Maria di Russia, confermando la stretta collaborazione fra l’Unione della Nobiltà Russa e le attività legate al Ballo dei Cento e non più Cento), da Michel Teillard d’Eyry, presidente d’onore della Confederazione internazionale delle associazioni di genealogia ed araldica C.I.G.H, e dell’Accademia internazionale di genealogia. Il ballo, intramezzato dalla consueta spaghettata dell’una, si è concluso alle cinque con la cioccolata con i Krumiri Rossi da sempre offerti da Carlo e Anna Maria Molghea e come sempre le danze sono state curate dal celebre maestro Tony D’Amico di Viareggio, proprio nel Salone d’Onore, dove furono ospitati vari Re di Sardegna e d’Italia, mentre Nicola Mecca ha curato gli aspetti culinari della serata.

 








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