Milano
La riforma costituzionale 'taglia' i collaboratori: Regione pensa ad una maxi-assunzione
I contratti a tempo determinato di 195 collaboratori attualmente in forza ai gruppi consiliari della Regione rischiano di non poter essere rinnovati: è l'onda lunga della riforma istituzionale voluta dal premier Matteo Renzi che, modificando la Carta, stabilirebbe l'azzeramento dei contributi ai gruppi politici della Regione. Collaborazione e consulenze a rischio, se dovesse venir meno il budget di 57mila euro per ogni consigliere eletto. Da qui l'idea che sta circolando in Regione per stabilizare le persone attualmente sotto contratto con una assunzione diretta tra i dipendenti a tempo intedeterminato del consiglio. Così riporta il Corriere, che parla di un possibile investimento da 4 milioni di euro. Se ne discute già oggi al Pirellone. Ma il Movimento 5 stelle ha già messo le mani avanti, giudicando "inaccettabile" l'eventuale assunzione "senza prevedere cocorsi pubblici". "E' una proposta incostituzionale", ha affermato Stefano Buffagni.
IL PD: "MA I COLLABORATORI SONO NECESSARI" - Ma a favore di una soluzione che consenta di non perdere i collaboratori è anche il Pd. Così il capogruppo Enrico Brambilla: "Noi siamo convinti che i consiglieri regionali debbano poter lavorare meglio e per farlo i collaboratori sono necessari. Dire che non è così è cedere alla demagogia. Stiamo lavorando a una proposta che farebbe risparmiare soldi al Consiglio regionale perché prevede un fermo agli ingressi e una progressiva diminuzione dei costi per il personale. Al contempo vogliamo mettere l’assemblea lombarda sullo stesso piano di quella delle altre Regioni, dove provvedimenti analoghi sono stati adottati in passato, e anche del Parlamento, dove nessuno si sogna di eliminare gli staff dei gruppi"