A- A+
Milano
La rivincita del galantuomo Fontana. Perde il Pd sfollagente. Commento

La rivincita del galantuomo Fontana. Perde il Pd sfollagente. Commento

Mancò la fortuna, non il valore. Non è il primo luglio 1942, ma il riassunto della campagna di Pierfrancesco Majorino - anche se lontano dal suo retroterra culturale - pare essere proprio questo. E' mancato un Partito Democratico degno di questo nome: correnti e correntine, cinque mesi di congresso - incomprensibile per il resto del mondo - dinamiche di autodistruzione, assenza di un segretario, discussioni idiote a ripetizione. E poi una super-destra che sterilizza tutto, uccide tutto. E' mancato pure il tempo. Il tempo di fare le primarie, ad esempio.

Lui, Pierfrancesco Majorino, continua a ripetere che le avrebbe fatto volentieri. Ma come si poteva fare, all'ultimo secondo? Eh, già, come si poteva fare? Peccato che ci fossero stati tre anni buoni, dalla pandemia ad oggi, per fare scelte lungimiranti e magari non andare dietro a Carlo Cottarelli, che anche un cieco aveva capito che non avrebbe corso, a maggior ragione dopo che qualche genio della lampada aveva voluto farlo umiliare nel suo collegio alle politiche. Insomma, mancò la fortuna. E mancò anche un minimo di organizzazione. In più, c'è stata Letizia Moratti. E c'è stata la scelta, cinica ma lucida, dei terzopolisti, che vogliono proprio essere terzi. E quindi sfidano entrambi, e quindi finiscono per allargare il divario tra i due candidati, ma a favore di Fontana.

Lombardia, la destra ha tremato per l'affluenza mai così bassa

Sì, la sera prima qualcuno a destra ha tremato, con l'affluenza così bassa. Ma a sinistra non hanno mai nutrito vere speranze, nei due giorni precedenti lo spoglio. Scommesse si sono intrecciate sul divario: bassissimo contro altissimo. E' stato altissimo. Ed è venuto a cadere anche un altro mito: che l'astensionismo aiuta la sinistra contro la destra. Macché: questo Pd è peggio di uno sfollagente. E gli analisti quelli seri si erano già messi l'animo in pace: non c'erano variazioni di affluenza nelle roccaforti. Non una affluenza tendenziale più alta rispetto alla serie storica a Milano, né a Varese, nè a Monza, tanto per parlare di una roccaforte della sinistra, di una della Lega e di una di Forza Italia.

Tutto uguale, tutto piatto, tutto identico. Ai lombardi non è fregato niente in modo flat. C'è però qualcosa di più, al netto di Pierfrancesco Majorino, che è lo sconfitto di giornata non per la campagna ma per tutto il resto. Ma davvero pensava di potercela fare? Qual era l'obiettivo politico a lungo termine? Davvero scommetteva sul Covid come fattore di cambiamento politico?

Lombardia, la rivincita di Fontana

Ecco, il Covid. La rivincita di Attilio Fontana. Domani tutti i giornali inizieranno con il coretto che è commissariato da Fratelli d'Italia eccetera eccetera. Intanto oggi il vincitore è lui, è la sua rivincita, dopo che per due anni trasmissioni televisive, giornali, libri, inchieste vere o presunte, gli hanno dato addosso. E' la vittoria di un galantuomo il cui difetto è il suo pregio più grande: una inesauribile voglia di mediare. Ne avrà bisogno, con una maggioranza a trazione destrorsa. Ma intanto vince, anzi, rivince.

Mentre chi solo 400 giorni fa pensava di mandarlo via a pedate nel sedere non solo è stato buttato fuori dal governo, ma non è riuscito neanche a convincere i lombardi con la favoletta che la Regione ha fatto tutto male davanti al Covid, e i camici del cognato e le altre menzogne che la storia si è incaricata di smentire. Inizia anche il riposizionamento: quelli che hanno mandato in onda programmi su programmi contro Fontana iniziano a dire - leggasi Enrico Mentana - che in effetti "qualcuno ha peccato di eccessi di critica in un momento così delicato come le prime fasi del Covid". Insomma, una schifezza, alla quale siamo abituati. Fontana vince e convince, e vince da galantuomo qual è. Sulla giunta e sugli equilibri, sulle spine di questa rosa, ci si soffermerà domani.

Letizia Moratti perde. Oppure no?

Perde anche Letizia Moratti, forse. Forse vince. Perde se come prospettiva c'era davvero quella di andare a vincere, con il solo terzo polo. Vince se invece è un tassello di una strategia più lunga di consolidamento, di svolta personale, una strategia che può davvero lanciarla nell'Olimpo della politica nazionale insieme ai due dioscuri Calenda&Renzi, e - perché no - come leader di connessione e mediazione tra i due.

Iscriviti alla newsletter
Tags:
fontanalombardiamajorinomoratti







Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.