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"La sinistra deve cambiare". Beppe Sala e il socialismo: il pdf
Beppe Sala

"La sinistra deve cambiare". Beppe Sala e il socialismo: il pdf

La sinistra perde la sua identità nel momento stesso in cui accede al potere. Questo concreto pericolo che la storia ci insegna a riconoscere innerva una delle riflessioni che Beppe Sala, sindaco di Milano e anima di una sinistra “di successo” nel panorama politico nazionale, mette su carta nel libro “Società: per azioni”, uscito oggi 3 giugno per Einaudi. Dentro c’è Milano: quella Milano che è stata - ed è - nell’occhio di un imprevisto ciclone sanitario che proprio qui ha mietuto vittime in termini di vite umane spezzate e di economia paralizzata, quella Milano che al suo primato nazionale ed Europeo ha dato prova di non voler rinunciare facilmente, quella Milano che promette di rialzarsi e rimettersi a correre. (QUI UN ESTRATTO DEL LIBRO DI GIUSEPPE SALA)

È da e per quella Milano che Sala parla e che scrive: ma è della propria esperienza che racconta, della propria storia. Sono “affetti ed emozioni, azioni e produzioni”, infatti, quelle idee che campeggiano in copertina come sottotitolo e chiave di lettura.

Quale sia l’assunto di base per la definizione di società nella sua visione il sindaco meneghino lo spiega senza troppi giri di parole: è bene aspirare a possedere dei beni economici, ma nella misura in cui procurarseli non comprometta il bene sociale. In linea dunque con la cifra produttiva che caratterizza Milano, ma nel tentativo di non tradire gli ideali storicamente portati avanti dal centrosinistra. Il primato - scrive Sala - sta alla società. E più nello specifico - ed è così che si spiega il titolo del testo - all’azione sociale. Sono le azioni, dunque, a determinare lo stato di salute di una società. “La povertà - provoca Sala - è un crimine”. Ma anche una malattia, che si può guarire solo conoscendo chi ha troppo, e chi ha troppo poco. E ancora, al capitolo successivo: “ho misurato il tracollo della politica”: campeggiava su un muro, a Lorenteggio, nella scritta “la loro verità finisce dove comincia la tua”. Contrapposizioni e lotte sociali: la periferia di Milano le racconta ancora.

Parte dal particolare per ambire alla comprensione del nazionale, Beppe Sala, analizzando non a caso i concetti di Città e di Città-Stato. Per un caso che pare profetico, il testo di Sala non esclude neanche il tema della malattia: non si tratta però, della malattia pandemica che ha travolto la Lombardia e con essa l’Italia ma del linfoma non Hodgkin che, racconta il primo cittadino, ha fatto irruzione nella sua vita, influenzandone il corso. Tanto di personale, dunque, quanto di sociale: è così che si racconta l’uomo politico. Povertà, diseguaglianze, lavoro, equità sono i temi su cui più si sofferma il sindaco milanese. E poi, naturalmente, la società. Società che sta alla base di “socialismo”, altro tema portante del volume, tanto da meritare un intero capitolo (riportato per concessione dell’editore da affaritaliani.it, ndr). Un capitolo che, però, inizia con un punto interrogativo. Cos’è il socialismo, dove è finito, e come? Sono le monetine lanciate contro Craxi fuori dall’Hotel Raphael l’immagine iconica della fine di quell’epoca, epoca della quale Sala ricorda le contraddizioni, e le domande rimaste senza risposta. In mezzo, si inseguono nomi e date tra i ricordi della caduta del Muro di Berlino e quelli delle stragi di mafia, tra le citazioni di Aldo Moro e le proposte per un’evoluzione futura. Sulla sinistra, e sul rischio del radicalizzarsi di certa destra, gli interrogativi rimangono aperti, e oggetto di riflessione. Partendo da un punto, semplice, che qualcuno ha già scritto, in apertura di un testo che è la legge fondamentale della Repubblica, festeggiata giusto ieri. Un punto semplice, mai abbastanza inverato: “Fondata sul lavoro”.

(QUI IL CAPITOLO SUL SOCIALISMO CONTENUTO NEL LIBRO DI GIUSEPPE SALA)

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