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Milano
Le motivazioni segrete del no di Albertini: il silenzio di Arcore e...
Milano: il caffè tra Matteo Salvini e Gabriele Albertini

di Fabio Massa

"L'avrei fatto mio vicesindaco". C'è una sottile linea di perfidia nella lettera che oggi Gabriele Albertini ha fatto pubblicare su Libero, nella quale annuncia di non volersi più candidare. In questa lettera, a un giornale di centrodestra dichiarato, e dunque rivolto ai militanti, al proprio popolo, Albertini dice che avrebbe chiesto a Beppe Sala di esser il suo vicesindaco. Il che, implicitamente, significa che Albertini pensa che Sala ha fatto bene. Altrimenti, non lo avrebbe certo chiamato nella sua giunta. Piccola perfidia, piccola vendetta.Della moglie che non voleva la sua candidatura parlavano da giorni tutti i salotti politici, deserti per il Covid e che comunque loro non frequentano. E ne aveva parlato nei suoi incontri milanesi anche Matteo Salvini, che adesso ha la piena legittimazione per scegliere il candidato che vuole. In fondo, nessuno propone un nome, e dunque può anche imporre una volta per tutte Roberto Rasia, il comunicatore che tanto gli piace. E Berlusconi? Il silenzio è stato probabilmente una assenza più che un diniego ad Albertini. Certo, il fatto che Salvini continui a pescare nella cantera azzurra per i propri rappresentanti qui e là non è cosa che piace al "dottor Silvio", ma comunque un no - pare - Albertini non se lo è mai sentito dire. Né la prima volta che è andato ad Arcore, recentemente, a incontrare la senatrice Licia Ronzulli. Né quando ha sentito Berlusconi al telefono, in una conversazione tuttavia senza frutti politici. Insomma, niente no, ma neanche sì. E allora Albertini ha ragionato cinicamente, come da sempre fa: perché fare una campagna elettorale senza il più grande sponsor economico (Berlusconi) e con il più grande sponsor politico (Salvini) comunque assai distante politicamente pur nell'alveo del centrodestra, contro un sindaco che comunque viene stimato tanto a volerlo fare eventuale vicesindaco?Uno più uno più uno. Dopo il caffè con Salvini, nell'immediato silenzio successivo, Albertini stava iniziando a scrivere. Ha scritto, limato, sistemato. E si è ritirato.E adesso? Adesso c'è Lupi che lo vorrebbe fare ma Salvini che continua a frenare. C'è Rasia che dovrebbe correre per avere non tanto una chance, ma una parvenza di chance. C'è pure Ruggiero, che ha voglia e possibilità, ma che ha l'orgoglio di non andare a chiedere niente.Si vedrà.

fabio.massa@affaritaliani.it

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