Milano
Lo strano lunedì di Milano: ma il vero pericolo è l'infodemia...

Lo strano lunedì di Milano alle prese con i provvedimenti per contenere il Coronavirus. Ma forse fa più danni l'eccesso di informazioni (false)
Lo strano lunedì di Milano: ma il vero pericolo è l'infodemia...
Lunedì 24 febbraio. Milano. Sembrerebbe un lunedì qualsiasi e invece no. E’ il primo dell’era del Coronavirus mediolanensis. Insomma, stiamo parlando della versione meneghina del 2019-nCoV e delle sue conseguenze sulla vita della città. Di chi la vive stabilmente e la abita e di ci gravita per motivi di studio e professionali.
Scuole chiuse, università chiuse, palestre e musei. Le strade sono pressoché deserte, corso Sempione ricorda i paesaggi d’agosto. Le poche persone in giro – anche banche e poste vedono pochissima affluenza – sono concentrate nei supermercati. Questa mattina ho voluto fare una puntata all’Esselunga, quello solito di via Fauché / via Losanna, preso d’assalto, si legge, ieri per rifornire le cambuse delle famiglie.
Niente pasta, niente farina, niente latte a lunga conservazione, niente carta igienica; sugli scaffali quasi assente il latte per i neonati; poche le scatole di tonno. Scene che nella mia memoria di 60enne ho visto all’epoca della guerra del Golfo e, in misura minore, quando fu sferrato l’attacco a Saddam Hussein.
Carrelli strapieni, debordanti, fuori da ogni logica e da ogni buon senso, Oltre che da ogni senso civico visto che fare incetta di latte UHT o di carta igienica vuol dire lasciare altre persone e famiglie potenzialmente sprovviste.
Cassieri e addetti provati e stremati da una clientela nervosa che nel passaggio alla cassa si improvvisa virologo o esperto di politica sanitaria quando non dell’igiene pubblica. La logica prevalente, ascoltata (ahimé), è quella della ebollizione della paura che si manifesta nell’indossare mascherine (spesso inutili) o nell’additare il poveraccio cui è sfuggito inopinatamente uno starnuto.
Non si sentono citare i messaggi “scientifici”, e statistici, della Organizzazione Mondiale della Sanità per cui l’80% dei colpiti guarisce senza problemi mentre, dice sempre l’OMS, potrebbero essere peggiori gli effetti dell’infodemia, la sovrabbondanza di notizie, spesso false.
Nel silenzio, e senza interruzione, c’è però una Milano che combatte davvero e seriamente il coronavirus: Il dipartimento di Virologia dell’Ospedale Sacco, guidato da Maria Rita Gismondo. Che, chiusa nel suo scafandro da laboratorio, ha la sola colpa di rifuggire dal presenzialismo mediatico. A Lei, donna di scienza, il grazie – comunque - di tutta la cittadinanza !