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Lombardia, Schiavi: il golden boy di Fratelli d'Italia
Michele Schiavi

Lombardia, Schiavi: il golden boy di Fratelli d'Italia

Michele Schiavi, classe 1999, nel 2019 è diventato il sindaco più giovane d'Italia dopo le elezioni comunali di Onore, comune della bergamasca. Con le sue oltre 6mila preferenze alle regionali, ha registrato un altro record: adesso è il consigliere lombardo più giovane del Pirellone. In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano il golden boy di Fratelli d'Italia racconta il suo avvicinamento alla politica ed elenca quelli che sono i suoi obiettivi futuri: "In questa legislatura mi piacerebbe una revisione della legge regionale sulla montagna".

Schiavi, il suo è stato un risultato straordinario in termini di preferenze.
Un risultato di squadra che è andato oltre la più rosea aspettativa. La maggior parte dei voti l’ho presi nella mia valle e questo fa piacere: vuol dire che è stato premiato il lavoro fatto in questi anni. Ma è anche una grande responsabilità visto che si diventa un punto di riferimento per il territorio. Devo ringraziare anche i numerosi sindaci civici che mi hanno appoggiato e i miei concittadini. Ovunque andavo le persone che trovavo mi dicevano: 'Ho un amico di Onore, mi hanno detto che sei un bravo sindaco'".

Lei ha la tessera di Fdi da quando aveva 14 anni. Come mai ha scelto proprio il partito di Giorgia Meloni?
Quando mi sono tesserato non esisteva ancora il circolo di Fdi sul mio territorio. Ho avuto la fortuna di incontrare Daniele Zucchinali, che è stato coordinatore provinciale di Bergamo per otto anni. In quel momento si è fidato di un 14enne e visto che mancava un circolo mi chiese di fondarlo. All'inizio eravamo quattro-cinque persone in un territorio di 100mila abitanti. Ma già prima dell'exploit nazionale di Fdi riuscimmo a eleggere tanti giovani nei consigli comunali. L'idea era quella di portare la visione di una destra nuova.

Ci spieghi meglio.
La mia è stata una delle prime generazioni a non vivere il momento storico degli scontri tra destra e sinistra anche dentro le scuole. Questo ci porta a valutare le cose in maniera più pragmatica. Ci sono degli argomenti su cui la destra cambierà, penso per esempio al tema dell'ambiente che va affrontato in maniera non ideologica. I giovani hanno già un attenzione diversa su questo. Poi c'è il capitolo del lavoro e dei tirocini mal retribuiti che deve riguardare tutti. La generazione precedente alla mia è quella che ha allontanato la destra italiana da certe nostalgie. La nostra sarà quella che innoverà su determinati argomenti. Una destra moderna e conservatrice, che non perderà, però, i suoi valori fondanti.

Eppure continuano ad accostarvi a quelle nostalgie...
Chi mi conosce sa che non sono un estremista. Da quando ho 14 anni che mi sento dare del fascista e questo mi ha sempre fatto molto sorridere. Per me è stato un periodo storico su cui oggi non c'è una discussione serena per volontà di una certa parte della sinistra, più intellettuale che politica. Ma io non vedo né il pericolo fascista né del nostalgismo all'interno di Fdi. Che, anzi, mi sembra un partito moderno e proiettato verso il futuro, e che sta dimostrando di saper governare il Paese ma anche i territori.

Quanto ha influito la figura di Giorgia Meloni?
Tantissimo. Mi sono avvicinato a Fdi perché lo vedevo come l'unico partito che aveva come stella polare l'interesse nazionale. Poi mi aveva entusiasmato il fatto di vedere una giovane leader, che aveva fatto il ministro arrivando da una lunga gavetta. Sicuramente vedevo in Meloni un esempio da seguire.

In Consiglio, in tutte le coalizioni, sono stati eletti molti giovani come lei.
Un Consiglio molto rinnovato che vede la presenza di giovanissimi ma anche di tante persone di 35-40 anni, la maggior parte di Fdi, che porteranno una ventata di novità, anche guardando ai problemi di cui si discute da tempo con una visione diversa. Su molti aspetti che oggi rendono difficile la vita di un giovane, come il diritto allo studio o all'accesso alla prima casa, si possono fare delle battaglie insieme.

I suoi obiettivi per la legislatura?
La legge regionale sulla montagna andrebbe rivista anche ascoltando le esigenze degli amministratori locali che la Regione ha già dimostrato di saper coinvolgere, considerandoli sempre come primi interlocutori. Poi c'è il tema della famiglia e mi piacerebbe portare l'esperienza del mio Comune. La crisi demografica riguarda tutti e diventa un argomento ancora più urgente per la montagna.

Un suo riferimento politico del passato?
Se c'è stato un personaggio storico che mi ha fatto nascere il fuoco dentro e l'amore per l'Italia è stato sicuramente Gabriele D'annunzio, uno dei più grandi intellettuali che il nostro Paese ha avuto: leggere i suoi testi mi ha spinto a impegnarmi di più per la bandiera e per la Nazione. Politicamente parlando mi sono sempre confrontato con tutti e mi piacciono i politici che hanno una grande arte oratoria. Ce ne sono stati in tutti gli schieramenti. Ascoltando i discorsi di Almirante o di Berlinguer ci si può rendere conto del fatto che avevano un'arte oratoria impressionante, non solo per il contenuto ma anche per come veniva esposto.

Oggi Silvio Berlusconi è ricoverato al San Raffaele e preoccupano le sue condizioni.
Fa specie. Per chi è nato come me con Berlusconi già in campo è veramente difficile immaginare la politica senza di lui. Piaccia o non piaccia, per certi aspetti è stato un grandissimo protagonista. Uno dei 'must' della politica italiana. 

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