A- A+
Milano
Lombardia, una "doppia epidemia": due ceppi diversi di Coronavirus

Lombardia, una "doppia epidemia": due ceppi diversi di Coronavirus

Parlando dell'epidemia di Sars-CoV-2 che ha colpito la Lombardia, nelle scorse settimane il presidente del Policlinico San Matteo di Pavia Alessandro Venturi l'aveva descritta non a caso come "una pioggia di meteoriti" che si è abbattuta "in contemporanea e all'insaputa di tutti". Il riferimento era agli esiti che erano in arrivo da uno studio condotto da ricercatori dell'Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano e dell'Irccs pavese, secondo cui il virus ha attaccato la regione con un "assalto multiplo e concentrico". Il lavoro, promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo, è stato presentato oggi durante un incontro nel capoluogo meneghino e gli autori spiegano che si tratta dello studio più ampio condotto finora sul sequenziamento del virus Sars-CoV-2 in Lombardia.

E' una foto di quanto accaduto dall'inizio dell'anno, ottenuta analizzando le sequenze genomiche virali da circa 350 pazienti, provenienti da aree diverse del territorio regionale. I dati sono stati messi a disposizione della comunità scientifica internazionale in modalità open access. Sono informazioni che, spiega il responsabile scientifico dello studio Carlo Federico Perno, già direttore della Medicina di laboratorio del Niguarda, "mostrano inequivocabilmente che il virus è entrato in LOMBARDIA prima di quel che si pensasse in origine e, soprattutto, lo ha fatto con assalti multipli e concentrici di ceppi virali diversi, in luoghi diversi, ma in tempi molto vicini tra loro".

La presenza di catene di trasmissione a partire dalla seconda metà di gennaio, documentata dalla ricerca, non esclude la circolazione del virus anche in tempi precedenti, sebbene con modalità erratica e non riferibile a eventi massicci di trasmissione, fanno presente gli autori. "Non è possibile escludere, dunque - concludono - che tale circolazione silente, multipla e simultanea di ceppi diversi, possa aver esacerbato la già elevatissima trasmissibilità del virus e aver creato così una vera tempesta virale in una regione così densamente popolata, come la Lombardia, rendendo difficili gli interventi di contenimento della diffusione stessa"". 

Coronavirus: studio, gia' presente in Lombardia da seconda meta' gennaio, prima ad Alzano che a Codogno

L'analisi comparativa dei genomi virali, derivati da tamponi raccolti dal 22 febbraio al 4 aprile 2020, fa risalire l'ingresso di Sars-Cov-2 in Lombardia verso la seconda meta' di gennaio. Inoltre, e' stato possibile identificare due maggiori catene di trasmissione virale, una che si e' diffusa nel nord della Lombardia a partire dal 24 gennaio, soprattutto nei territori della Bergamasca, come ad Alzano e Nembro, e la seconda invece nel sud della Lombardia, almeno a partire del 27 gennaio, con le province di Lodi e Cremona maggiormente investite. Il coronavirus era quindi presente prima ad Alzano che a Codogno. A rivelarlo uno studio promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo, recentemente condotto dai ricercatori della Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. 

Commenti
    Tags:
    coronaviruslombardiaceppi diversi







    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.