Milano
Tangenti, così funzionava il "sistema Mantovani". Le nomine e i favori

Asl, ospedali pubblici e non solo. Il regno di Mario Mantovani, secondo i pm di Milano, era ampio e a disposizione dei "suoi" manager. Stando alle carte dell'inchiesta, gli erano "sottomessi", tanto che chiamavano il numero due di Maroni "il Faraone". I pm elencano lo scambio di favori tra il politico e i nominati. E sostengono che alcune assunzioni stano state fatte "su esplicita richiesta" dei vertici di Forza Italia.
Clicca qui e scarica l'ordinanza integrale (Avvertenza per il lettore: gli atti processuali che Affaritaliani.it puo pubblicare in anteprima costituiscono la tesi dell'accusa nei confronti di Mario Mantovani, del suo capo segreteria Giacomo Di Capua e degli indagati tra cui l'assessore regionale al Bilancio Massimo Garavaglia. Essendo le tesi dell'accusa, ovviamente, mancano del necessario contradditorio che si avrà in fase di procedimento penale. Tuttavia, per fare chiarezza in ordine alle reali accuse dei pm, Affari italiani ritiene di dover pubblicare le carte processuali in allegato).
IL SISTEMA SANITA' - A finire nel mirino dei magistrati è ancora una volta il sistema sanitario lombardo. Ancora una volta emerge il fatto che le nomine dei direttori generali non vengono fatte in base al merito, ma seguono altri criteri. "È stato eliminato ogni procedimento a carattere selettivo in base a requisiti che richiedano una comparazione tra i candidati e una motivazione della scelta", si legge nelle carte. "Il carattere privatistico e fiduciario del rapporto comporta la più ampia discrezionalità in capo alla Regione". Ed ecco allora, sempre secondo i pm, le nomine manager, tutti in quota Forza Italia, e tutti con un vincolo di fedeltà con Mantovani, che riceve anche una serie di sms adulatori (riportati dalle carte). "Sei stato fantastico", "Ogni cosa che tocchi fai miracoli. Bravissimo", "Dovresti darmi lezioni di arte oratoria" e via così. Tra le nomine di Mantovani anche un ex assessore di Bellaria Igea Marina, provincia di Rimini, la cittadina romagnola dove lo stesso Mantovani, scrive il Corriere della Sera, organizzava colonie estive e progettava mini-grattacieli.
LO SCAMBIO DI FAVORI - Le carte dell'inchiesta mettono anche in luce i tornaconto che Mantovani avrebbe ricevuto per le sue nomine. I magistrati fanno l'esempio dell'architetto che ristruttura gratis l'abitazione di Mantovani in cambio di incarichi professionali in appalti pubblici, soprattutto in molti edifici scolastici lombardi. Le carte riportano un lungo elenco di favori che l'architetto Parotti avrebbe fatto a Mantovani: la "stima e gestione della compravendita" di alcuni immobili in piazza della Libertà, in via Bonvesin e in via IV novembre ad Arconate, feudo dell’ex sottosegretario. Mantovani avrebbe usato l'architetto gratuitamente anche per alcuni lavori al Comune di Arconate, di cui era sindaco: dagli uffici comunali in piazza della Libertà alla casa per anziani di Casorezzo, alla "Casetta alpini", nonché l'abitazione della sorella del politico.
LE RICHIESTE DEI VERTICI - Non è tutto. Stando alle carte non ci sono solo le questioni che riguardano edilizia scolastica e sanità. Secondo i pm, Mantovani "era al vertice di una rete che si espandeva e autoalimentava e rispondeva direttamente al leader di Forza Italia", tanto che, sempre secondo i magistrati ci sono state assunzioni eseguite da Mantovani "su esplicita richiesta di Berlusconi". Viene spiegato che "il riferimento e', ad esempio, alla figura di Francesco Maria Lombardi, cui Mantovani provvede un contratto a tempo indeterminato presso Aler Milano, intervenendo sulla relativa commissione di cui egli non fa parte, alle intercessioni dell'assessore presso Ferrovie Nord Milano per favorire l'assunzione della Bottini e di altri giovani, nonche' alla 'sistemazione definitiva' di Mariella Bocciardo nel consiglio del policlinico di Milano". In ogni caso, secondo gli inquirenti, "pur borderline, non si ritengono penalmente rilevanti queste condotte per non essere stati enucleati dai corrispondenti ed immediati vantaggi per Mantovani e tuttavia, per la loro natura e sistematicita', non possono che contribuire ad alimentare quel contesto, desolante sotto il profilo della costante violazione dei principi di correttezza, imparzialita' e trasparenza da parte dei piu' elevati titolari di funzioni pubbliche, emerso dall'indagine; contesto nel quale la commissione di delitti come quelli per cui si procede diventa quasi naturale, al punto che i loro autori smarriscono la percezione stessa del loro disvalore penale".