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Maran, presentazione-boom in Bovisasca. Sala su Bernardo: "Apprendista"
Pierfrancesco Maran, Giuseppe Sala, Giuliano Pisapia

Maran, presentazione-boom in Bovisasca. Sala su Bernardo: "Apprendista"

Il calcio d'inizio della campagna di Pierfrancesco Maran, nella serata di lunedì allo Spirit de Milan, in via Bovisasca, è un successo per l'attuale assessore all'Urbanistica, tanto da far dire a qualcuno: "Se sei del centrosinistra milanese o sei qui, o non sei". Un successo che racconta tante cose. Per prima cosa: radunare settecento persone all'estrema periferia milanese in una serata d'estate è prova di seguito e di forza. Secondo: sul palco si alternano sia Beppe Sala che Giuliano Pisapia (tra gli altri). Terzo: sotto al palco ci sono gli esponenti di tutte le correnti (Pierfrancesco Majorino, pisapiani e non solo) e di tutte le liste, oltre ovviamente agli amici di sempre Pietro Bussolati, Silvia Roggiani e Lia Quartapelle. Dimostrazione che Maran è il candidato del partito, e non solo di una parte del partito.

Poi ci sono le parole, e sono significative quelle di Giuliano Pisapia e di Beppe Sala. Quest'ultimo ha preso la parola con piglio da condottiero. "Milano non si può permettere di far fare l'apprendistato a qualcuno - ha tuonato contro Luca Bernardo - Milano non può stare a discutere di vice e trice, ma deve avere un sindaco che decide, e io conosco la solitudine della decisione, anche se la squadra è importante". Ha riconosciuto che "il Pd forma una classe dirigente", e soprattutto ha voluto rimarcare con forza il fatto che "sia Giuliano che io non abbiamo mai nascosto i soldi nelle mutande, noi siamo diversi", rieccheggiando quella frase celebre di Maran, che - approcciato dal mondo di mezzo romano - rispose "a Milano non si usa così". Poi ha stuzzicato Matteo Salvini: "chi comanderebbe se vincessero loro?", e ha avvertito i sostenitori: "La campagna elettorale è molto breve, e non bisogna fare errori perché questi potrebbero essere fatali. Voi dovete smascherare i falsi, i novax, i cripto-novax. Milano ha bisogno di verità. Questi dipingono Milano come Gotham city, ma non è così, questa non è una città oscura".

E se Sala ha insistito sull'operato della propria amministrazione, Giuliano Pisapia ha tributato a Maran il merito di aver portato avanti "le sue idee ma con concretezza. Quando venne da me a parlarmi delle aree a 30 all'ora ho pensato: ma come si fa ad andare a 30 all'ora con la macchina? Ma aveva ragione lui". Ha rivendicato che i sogni spenti a Genova con il G8 "ce li siamo ripresi nel 2011". Di quei sogni Maran è stato interprete: prima protagonista della mobilità, con l'enorme sforzo sugli sharing, sulle metropolitane, su Atm. E poi, in tempi più recenti, da assessore all'Urbanistica, con la rivoluzione degli Scali che sarà compiuta solo tra dieci anni. Forse, quando verrà il suo turno per provare a fare il sindaco.

fabio.massa@affaritaliani.it

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