Marracash-Sala, intervista tra politica, musica e social network - Affaritaliani.it

Milano

Marracash-Sala, intervista tra politica, musica e social network

Il sindaco: "Ascoltavo Tupac, i De La Soul e il Nas di 'Illmatic'". Il rapper: "Salvini usa i social come 50 Cent".

Marracash intervista Sala per Milano Music Week

Se ci fosse stata sotto la base musicale, sarebbe stato un feat. Marracash e Giuseppe Sala sullo stesso palco del Santeria Social Club per Milano Music Week, a parlare di politica ma soprattutto musica. Rap, prima di tutto, perché il sindaco di Milano ama il genere. "Mi piacevano i Doors e seguivo il Philly Sound. Dell'hip-hop mi sono rimasti nel cuore i De La Soul, ascoltavo Tupac, ma poi ho dovuto abbandonare la musica per mancanza di tempo: mi fermo al 1994, 'Illmatic' di Nas". E ancora: "Del rap mi arriva che è un bel modo per raccontare storie e mi sembra un bel modo per dare a tanti giovani l'opportunita' di emergere, come per te che sei della Barona".

E allora via agli argomenti più seri, a partire dalle periferie: "Il modello di una Milano luccicante solo al centro non può funzionare – ha spiegato Sala - in centro il traino è stato il privato, sulle periferie la responsabilità è pubblica. Idee e progetti ci sono, adesso anche i soldi perché stiamo mettendo un miliardo e mezzo sulle periferie. D'altra parte, iniziative come BookCity e PianoCity o i bandi di Natale dimostrano la nostra attenzione nel fare cose in tutta la città".

Un'occasione per Marracash per parlare del suo quartiere: "In America c'è la consuetudine di restituire qualcosa alla propria comunità di origine: ci piacerebbe in futuro poter fare qualcosa, una scuola o un centro ricreativo", ha detto il rapper della Barona. Poi i due hanno parlato di rapporto coi cittadini, social network, politica nazionale: "È lecito aspettarsi che i politici non scadano nel teatrino come noi rapper – ha detto Marracash - Salvini usa i social come 50 Cent".

Sala, dal canto suo, si è scusato per la polemica scoppiata con Luigi Di Maio a colpi di “fighetto del Pd” e “non rompere le palle”, poi ha aggiunto: "Per questo mi piace stare a Milano: le grandi città possono essere terreno di un dibattito evoluto, come sui migranti". Tema su cui Sala ha confermato la sua posizione: "Per Milano il modello della città aperta è l'unica via. Non è che non capisca le tensioni, né guardo con snobismo chi ha paura: ma a Milano le cose funzionano con il 19% di stranieri, rispetto al 9% di tutta l'Italia. Se prendiamo un'altra città considerata cool come Berlino, lì gli stranieri sono il 32%: è più fatica, ma è anche un beneficio. L'immigrazione va controllata, ma non possiamo aprire e chiudere a piacimento, far entrare solo il coreano ricco che si iscrive alla Bocconi".


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