Cala il sipario su Expo 2015. Diciamo la verità, oggi siamo tutti un po' più tristi. Nel bene e nel male questo 2015 milanese ci mancherà... Nonostante le polemiche, le inchieste e i "gufi", questa mega esposizione internazionale tutta "made in Milan" ha avuto un successo enorme. Con oltre 21 milioni di visitatori e migliaia di eventi, Expo 2015 è stato l'evento più importante nel nostro Paese dopo i Mondiali di Italia '90. Milano, la Lombardia e l'Italia hanno vinto la sfida. Un plauso particolare va sicuramente al commissario unico Beppe Sala. E' stato catapultato in questa avventura dall'ex premier Enrico Letta nella primavera del 2013 quando l'esposizione era sulle pagine dei quotidiani per gli scandali giudiziari, gli arresti e i ritardi dei cantieri. Ma da buon lombardo il Commissario non si è scoraggiato e con grande tenacia e responsabilità ha portato a termine questo gravoso compito.
Ma ora cosa ne sarà di questo meraviglioso luogo? Che fine faranno i padiglioni? Scopriamolo insieme... Le strutture simbolo come Palazzo Italia, l'Albero della Vita e l'Open Air Theatre rimarranno nell'area. Non verrà smontato nemmeno il Padiglione Zero. Palazzo Italia sarà trasformato in un polo dedicato all'innovazione tecnologica. L'Albero della vita, vero simbolo di Expo 2015, continuerà a splendere con i suoi giochi di luce. Il Padiglione Zero manterrà le sue radici in Expo e sarà riaperto nella Primavera del 2016.
Il padiglione del Brasile sarà messo all'asta: gli oggetti di design, i complementi di arredo, le attrezzature multimediali e informatiche, i mobili d’ufficio e gli elementi strutturali saranno ventuti online. Perfino la "rete" che ha fatto divertire piccoli e grandi e diventata una delle icone di Expo sarà data al miglior offerente. Le 12mila piante del padiglione austriaco saranno ripiantate in un bosco sulle montagne attorno a Bolzano, mentre le famose torri del padiglione svizzero saranno riconvertite in serre urbane in loco.
Il "frutteto" del padiglione del Barhain diventerà un giardino botanico nel quale saranno piantate le specie autoctone del Paese. Torneranno in patria i padiglioni degli Emirati Arabi e dell'Azerbaijan. Il primo, firmato da Norman Foster, andrà ad arricchire un quartiere della città a emissioni zero Masdar City, mentre il secondo sarà spedito nella capitale diventando un centro di biodiversità. L'alveare della Gran Bretagna diventerà una scultura e verrà posizionato in un parco londinese. Quello del Principato di Monaco sarà invece inviato in Burkina Faso come sede operativa della Croce Rossa locale.
Molti dei padiglioni degli sponsor saranno riconvertiti. La Coca Cola donerà alla città di Milano il suo stand per farne un palazzetto dello sport, la Kinder Ferrero spedirà il suo spazio in Camerun per farne delle aule scolastiche e un'infermeria. Save the Children finirà in una scuola per rifugiati siriani e i moduli Slow Food saranno donati a scuole e comunità in Italia.
Del padiglione giapponese (ma qualcuno c'e' stato veramente?) non è stata ancora trovata una collocazione, mentre quello tibetano (finito gratuitamente dagli operai volontari bergamaschi) dovrebbe essere rispedito in patria come simbolo di rinascita del Paese dopo il devastante terremoto. Delle mele della Svizzera invece non se ne sa più nulla...sono state sbafate tutte già diverse settimane fa, alla faccia dell'utilizzo responsabile delle risorse da parte dei visitatori!