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Moda, cinema e memoria: il Motel Jacaranda di Antonio Marras è un viaggio nell'anima
Al Cinema Mexico di Milano si è alzato il sipario su Motel Jacaranda, ultima visionaria opera firmata Antonio Marras. Che dice: "Avrei voluto fare il regista..."

Moda, cinema e memoria: il Motel Jacaranda di Antonio Marras è un viaggio nell'anima
Martedì 13 maggio, al Cinema Mexico di Milano, si è alzato il sipario su Motel Jacaranda, l’ultima opera visionaria firmata Antonio Marras. Ma definirlo solo un cortometraggio sarebbe riduttivo: è un’esperienza estetica totale, un atto d’amore verso il cinema, la moda e la memoria.
Accompagnato dalle parole vibranti di Gianni Canova, rettore dell’Università IULM, e dalla curatrice Francesca Alfano Miglietti, Marras ci conduce dentro un universo intimo e sospeso, dove ogni fotogramma è tessuto, ogni abito è sentimento, ogni stanza è una ferita che respira.
“Avrei voluto fare il regista”, confessa Marras. Con Motel Jacaranda, lo è diventato davvero. E ci ha portati con sé in questo sogno lungo una vita, dove il confine tra realtà e finzione è liquido come una lacrima in una vasca da bagno.
La storia è quella, struggente e potentissima, dell’amore tra Anna Maria Pierangeli (la Pier Angeli del cinema hollywoodiano) e James Dean, alias Jimmy. Un amore impossibile, consumato lontano dai riflettori, custodito in un motel che profuma di malinconia e jacarande in fiore. Ogni stanza è un frammento di anima: specchi, letti, telefoni che squillano a vuoto… tutto è simbolo, eco, poesia visiva.
E gli abiti? Protagonisti assoluti. Sono quelli della collezione SS 2025, nati dal medesimo slancio emotivo del film. Capolavori che raccontano, accarezzano, ricordano. Marras non veste corpi, veste ricordi.
A dirigere il film, con grazia e profondità, è Giulia Achenza. Dietro la macchina da presa, la fotografia di Stefano Etter disegna luci e ombre con la delicatezza di una pennellata d’autore. In ogni inquadratura si respira il sodalizio tra cinema e moda, tra parola e gesto.
“Il cinema è il come, non il cosa”, dice Alfano Miglietti. E Marras è maestro del come: ogni dettaglio è cura, ogni immagine è un sussurro che resta nella pelle. Nel cast, volti come Simonetta Gianfelici, Francesca Osso, Giulia Mazzarino e Diamara Ferrero, accanto a modelli e attori che sembrano usciti da una vecchia pellicola d’autore. La loro presenza scenica è intensa, viva, vibrante come un ricordo che non si vuole dimenticare.
Motel Jacaranda è un atto poetico, un canto d’amore sussurrato tra due epoche, tra due cuori. Marras ci ricorda che la moda può essere narrazione, il cinema può essere emozione pura, e l’amore – anche quello finito – può diventare arte. «Tutto l’universo obbedisce all’amore», scriveva Battiato. Antonio Marras, con questo lavoro, ce lo fa sentire. E ci lascia lì, davanti a uno specchio, con un abito addosso e una storia dentro.