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Coronavirus Londra, milanese con febbre da 5 giorni: "Non venire in ospedale"

Milanese con febbre da 5 giorni. Londra, no ai tamponi: non venire in ospedale

Affaritaliani.it Milano pubblica la telefonata fra una psicologa milanese residente a Londra ammalata da cinque giorni e un'operatrice del 111, il numero per le emergenze sanitarie nel Regno Unito: “Come faccio a sapere se ho il virus o no? Devo morire?”. Risposta: “Non venga in ospedale. Stia a casa e si prenda cura di sé”


di Francesco Floris per Affaritaliani.it Milano

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La febbre, ormai da cinque giorni. La temperatura del corpo è salita fino a 40 gradi. La tosse secca. Influenza classica o Covid-19? È importante saperlo prima di prendere antibiotici e farmaci. È la vicenda di A.A., donna italiana di Milano, 28 anni il prossimo maggio. Da otto anni vive a Londra prima per motivi di studio e poi per lavoro e il sistema sanitario britannico le sta rifiutando test, tamponi, analisi ma anche solo la possibilità di recarsi in ospedale per fugare ogni dubbio. Per ironia della sorte chi le nega i tamponi e le eventuali cure è anche il suo datore di lavoro. Dopo la laurea infatti la donna ha cominciato a prestare servizio come psicologa per l'NHS del Regno Unito, il National Health Service, specializzata in maltrattamenti sui minori.

Affaritaliani.it Milano è entrato in possesso della telefonata fra la giovane milanese e un'operatrice del centralino 111, il numero per le emergenze sanitarie equivalente al 118 italiano. Pubblichiamo lo stralcio più significativo della conversazione:

A.A.: “Posso parlare mi scusi? Conosco le regole ma devo fare il tampone per capire se posso prendere gli antibiotici. Voglio solo sapere se ho o meno il virus. È assurdo che non possa fare il test, adesso prendo Uber e vado all'ospedale. Ho davvero bisogno di saperlo.”

Operatrice 111: “Al momento il governo non ha dato l'autorizzazione a fare i tamponi su persone con l'influenza”

A.A.: “Ma io ho una tosse terribile e se sapessi che non si tratta di Coronavirus allora posso prendere gli antibiotici. Capisce?”

Operatrice 111: “Sì. Ma al momento non stiamo facendo gli esami a nessuno”

A.A.: “Nemmeno se vengo io in ospedale?”

Operatrice 111: “No, lei non può venire in ospedale”

A.A.: “E quindi cosa faccio? Vengo lasciata da sola a casa?”

Operatrice 111: “Sì...”

A.A.: “Ma come è possibile che sia così? Se i miei sintomi peggiorano allora io vado in ospedale”

Operatrice 111: “Anche se lei venisse non le faremo comunque il tampone”

A.A.: “E come faccio a sapere se ce l'ho o non ce l'ho? Devo morire?”

Operatrice 111: “No, lei non morirà. Stia a casa e si prenda cura di sé”  

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