Milano
Milano, l'addio a Umberto Veronesi. Funerale laico e lutto cittadino













Milano ha dato l'addio a Umberto Veronesi. Il commosso messaggio di Beppe Sala che ha ricordato il periodo della propria malattia
Milano, l'addio a Umberto Veronesi. Funerale laico e lutto cittadino
Con un grande applauso in una piazza della Scala gremita e una cerimonia laica a Palazzo Marino, Milano ha dato il suo addio a Umberto Veronesi. I cittadini hanno seguito la cerimonia grazie ai maxischermi montati uno all'interno della sede del Comune e l'altro nella piazza antistante. Sulle note del 'Chiaro di luna' di Beethoven, eseguite dal figlio Alberto Veronesi, in sala Alessi il primo a prendere parola e' stato il 'padrone di casa', un commosso Giuseppe Sala. In prima fila la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi e il collega all'Agricoltura Maurizio Martina. "Curare e' solo una parte del mestiere, come hai insegnato tu, perche' per guarire ci vuole una carezza: una vera rivoluzione etica", ha detto Sala rivolto idealmente all'amico Umberto, ricordandolo come un medico che credeva che "ancora prima della medicina contasse l'uomo". Sala, commosso fino alle lacrime, a fine intervento ha ricordato il periodo della sua malattia: "Mi disse di non parlare di combattere contro la malattia perche' la malattia e' parte di noi. Ma si guarisce, si guarisce sempre". Toccante e partecipato anche l'intervento di Emma Bonino. Anche l'esponente dei Radicali ha ricordato la sua personale battaglia contro il cancro e parlato di Veronesi come un "compagno" di molte battaglie libertarie, dall'aborto al tema del fine vita. Il figlio Paolo, anche lui oncologo e senologo, ha letto una lettera rivolta al padre. "Mi sembrava impossibile che arrivasse questo momento ma come dicevi tu in questa vita siamo di passaggio", ha esordito, ricordando poi che il sogno di Veronesi era la nascita di un grande istituto oncologico a Milano.
"Purtroppo gli ideali si scontrarono con la sostenibilita' economica, ma comunque lo Ieo e' andato avanti ed e' oggi un luogo d'avanguardia e di cura", ha continuato. "Non sono proprio sicuro che tu sia stato buono ma certamente eri un uomo giusto", ha proseguito raccontando che le ultime parole del padre sono state alla moglie ("Quanto sei bella Susi"). Poi la parola e' passata alle nipoti. Elena - prima di 15 nipoti della coppia Umberto e Susi, che ha avuto 7 figli - ha ricordato il nonno come "un uomo gentile e umano che ha reso il mondo un luogo migliore, fieramente laico ma conoscitore di tutte le religioni e della loro importanza, un uomo la cui voce calmava gli animi e dal cuore gigante" . La nipote ha ricordato i pranzi in famiglia in cui "si era minimo in 20, lui era il pilastro della famiglia" assieme alla moglie Susi "una donna dalla forza sovrumana". Elena ha poi voluto comunicare un messaggio lasciato dal nonno ai nipoti, esteso alle future generazioni: "Non ho lezioni di vita da dare: ho molto pensato e ho concluso che il mestiere dell'uomo sia pensare e creare coscientemente un mondo libero. Ai giovani medici e a tutti i giovani dico: abbiate il dubbio come metodo. Siate dubbiosi e trasgressivi e andate oltre le regole e i dogmi. Senza il dubbio non avrei contribuito alla lotta contro il cancro. "Mi si chiede se nella mia lunga vita ho trovato un senso: forse il senso non c'e' ma passiamo la vita a cercarlo. L'importante e' cercare, non sapere. Combattete contro l'ignoranza". Subito dopo e' stato il turno della nipote Gaia che ha letto, recitandola, la poesia preferita del nonno, 'L'addormentato nella valle' di Arthur Rimbaud.
Tra i presenti, l'ex sindaco di Torino, Piero Fassino, gli ex primi cittadini milanesi, Gabriele Albertini e Carlo Tognoli, il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini e Marco Tronchetti Provera, accompagnato dalla moglie Afef.
SALA: "DOVEROSO UN POSTO NEL FAMEDIO" - "Credo che sia doveroso e gradito a tutti" che Umberto Veronesi sia tumulato al Famedio, tra gli altri milanesi illustri. Cosi' il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "Lo chiederemo e, con calma, lo faremo", ha continuato il primo cittadino, con riferimento ai passaggi burocratici necessari affinche' questo avvenga. Il Famedio, situato all'interno del cimitero monumentale, e' l'edificio destinato a onorare la memoria dei cittadini milanesi, una sorta di pantheon che accoglie le lapidi e le tombe di chi si' e' distinto nella storia della citta' (anche non milanesi), intorno al sarcofago centrale di Alessandro Manzoni. Il regolamento prevede che le onoranze al Famedio siano decise da una commissione ad hoc che si riunisce di regola ogni quattro mesi e decreta le nuove ammissioni una volta l'anno, prima del 2 novembre".