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Milano, ecco chi c'è dietro il giovedì di fuoco: “Prima qui, poi tutta Italia"
Scontri a Milano

Milano, ecco chi c'è dietro il giovedì di fuoco: “Prima qui, poi tutta Italia"

Quanti saranno domani? Nessuno può dirlo. Ma si stanno organizzando per manifestare, di nuovo, a Milano. Appuntamento al pomeriggio in viale Fulvio Testi angolo via Clerici. Riedizione di cosa è accaduto lunedì sera in corso Buenos Aires. Arriveranno anche da fuori regione. Dalla Liguria, per esempio. Perché Milano ora è diventata il simbolo di quella che loro chiamano “dittatura sanitaria”. Affaritaliani.it Milano li ha contatti per capire chi sono e cosa vogliono. Vogliono “mandare un ultimatum al governo Conte responsabile del dissesto economico”. E se non capiranno quella di Milano sarà solo l'inizio di una lunga serie di proteste. Lo dicono al telefono e durante le dirette sui social. Lo scrivono nei gruppi e nelle pagine informali dove si organizzano seppur in maniera disordinata. Arriveranno in macchina. Per entrare in città a bordo delle proprie auto e condurle fino al Palazzo della Regione per fare un presidio e “colpire simbolicamente il nostro obiettivo”. Nei giorni successivi? “Un'azione molto più grande”. Perché questa modalità? “Le fiaccolate e i flash mob non servono a nulla”. Cosa vogliono? Il ritiro e l'annullamento immediato del Dpcm del 25 ottobre; la fine dello stato di emergenza e dei protocolli emergenziali; la cancellazione dei coprifuoco emanati dalle Regioni. Sono fascisti? A domanda precisa rispondono "no". “Siamo ristoratori, proprietari di bar, partite iva”. I disordini e le violenze allora? Colpa degli “infilitrati”. Soprattutto “extracomunitari e maghrebini” come “quelli di Torino che hanno spaccato le vetrine per portarsi via le borse di Gucci” e dei centri sociali. Estrema destra? “Qualcuno c'è ma noi non ne facciamo parte”.

Sono solo un pezzo del nuovo ceto ribelle che ha manifestato in questi giorni nelle piazze italiane, a Napoli, a Torino, a Milano lunedì sera, a Catania. La parte più rumorosa, almeno sui social. Chi c'è dietro? Una serie di sigle e pagine che ai più non dicono niente. Come il “Movimento Imprese Italiane” che si sta facendo conoscere nel ponente ligure fra Imperia e Sanremo per le dure prese di posizione contro le restrizioni attuali. Ma anche gruppi e gruppetti di cui non si capisce l'effettivo peso o rappresentanza. Come “Ultimi Sovrani”, “Taxi Milano”, “Reset”, “Gilet Arancioni Lombardia”. Oppure la pagina facebook “Io Sto con Paolo Polli”, dal nome del ristoratore di Milano proprietario dei BQ (Birra Artigianale di Qualità) che da qualche mese si sta facendo conoscere con ospitate in televisione e per aver dormito e lanciato uno sciopero della fame all'Arco della Pace, luogo simbolo della “movida” meneghina. I loro messaggi girano su pagine social dai nomi improbabili. Come “L'Eretico” o “Comitato Siamo Tutti Nonna Maura”, dove uno degli ultimi post è un'accesa discussione su quanto siano nocivi i gel igienizzanti e disinfettanti per le mani dei bambini piccoli che sono obbligati a utilizzarli a scuola a causa degli insegnanti. “Denuncia la scuola per maltrattamento di minore” è il tenore dei commenti.

Non sono esattamente negazionisti del Covid. Ma credono che ci sia una sorta di “regia europea” per affossare l'economia e le piccole attività commerciali. Regia che sta solo sfruttando la pandemia per raggiungere altri scopi. A riprova di ciò dicono: “Non vedete che tutti gli Stati, tranne Svezia e Svizzera, stanno andando verso il lockdown?”.

 

Francesco Floris/Fabio Massa

frafloris89@gmail.com

fabio.massa@affaritaliani.it

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    milanoproteste







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