Milano
Milano promossa a pieni voti. Vive boom economico e c'è poca disuguaglianza

Mobilità, sanità, qualità della vita e sviluppo economico trainano la città secondo l'indice Domus-Ispi
Milano promossa a pieni voti. Vive boom economico e c'è poca disuguaglianza
L'economia e la poca disuguaglianza, assieme alla copertura sanitaria e all'aspettativa di vita, sono i punti forti di una Milano che vive un boom socioeconomico. A sostenerlo l'indice Domus-Ispi, realizzato dall'Istituto per gli studi di politica internazionale e presentato oggi a Milano nell'incontro "Urban energy - five dimensions to grasp the future of cities". Partendo dai dati raccolti dall'agenzia dell'Onu per l'urbanizzazione sostenibile, l'Indice fornisce un nuovo modello di valutazione delle global city. Uno strumento d'analisi che va oltre il Pil, prediligendo un approccio dinamico che accanto alla prosperita' misuri l'energia risultante dalle diverse forze in gioco: energia economica, energia cinetica (trasporto pubblico, traffico aeroportuale, accesso a internet, congestionamento urbano), energia sociale (diseguaglianza economica, disoccupazione giovanile, partecipazione femminile), energia attrattiva (apertura al business, copertura medica, livello di istruzione) ed energia ambientale (concentrazione PM 10, emissioni inquinanti, riciclo rifiuti). Dieci le global city oggetto dell'analisi: Chicago, Londra, Milano, San Paolo, Shanghai, Buenos Aires, Johannesburg, Lagos, Singapore e Toronto. Le prime cinque erano gia' state oggetto dell'indagine Nielsen presentata durante la prima edizione di domusforum, mentre le nuove citta' sono state scelte per via dell'importanza e della loro crescita impetuosa. Milano si distingue per un alto tasso di energia cinetica dettata in primis dal traffico aeroportuale che primeggia rispetto a tutte le altre citta'. Il numero di passeggeri transitati per gli scali di Milano e Bergamo ha infatti superato di 30 volte quello degli abitanti del capoluogo (40 milioni vs 1,4 milioni). Tallone d'Achille continuano a essere la qualita' dell'aria e, in misura minore, la scarsa occupazione femminile rispetto ai benchmark occidentali.